
Le 123 pagine dell’interrogatorio davanti al gup De Salvatore nel processo Codice Interno: tutto quello che l’ex consigliere arrestato ha detto sulla politica – fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Si è difeso dalle accuse di voto di scambio politico-mafioso, ma ha soprattutto parlato di politica. L’interrogatorio fiume di Giacomo Olivieri, imputato per voto di scambio politico-mafioso nell’ambito del processo Codice Interno sui rapporti tra politica e clan baresi, ha avvelenato destra e sinistra. Olivieri (accusato di aver comprato voti dalla criminalità organizzata per far eleggere nel 2019 la moglie Maria Carmen Lorusso al Consiglio comunale di Bari) ha parlato il 12 febbraio davanti al gup Giuseppe De Salvatore, assistito dagli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta. Ecco la trascrizione di quello che ha detto, ricordando che si tratta delle dichiarazioni di un imputato e che il governatore pugliese Michele Emiliano le ha definite «bugie».
Il sostegno di Michele Emiliano a Pasquale Di Rella
Il tema principale sono le elezioni comunali di Bari del 2019 vinte da Antonio Decaro (esponente del centrosinistra) contro Pasquale Di Rella, scelto dal centrodestra attraverso le primarie contro Fabio Romito (Lega) e Filippo Melchiorre (M5S). Secondo Olivieri fu Emiliano che si sarebbe attivato per favorire in quelle primarie Pasquale Di Rella, ex presidente del Consiglio comunale del Pd. «L’idea era chiara: spaccare il centrodestra con le primarie e far emergere un candidato favorevole a noi».
«Abbiamo un candidato sindaco nel 2019, a me molto vicino per il tramite di Michele Emiliano. Io sono sempre stato un fedelissimo di Michele Emiliano. Abbiamo un ex presidente del Consiglio comunale del centrosinistra che decide di candidarsi a sindaco di Bari».
Olivieri parla del piano più ampio di Emiliano, che tramite lui puntava a mantenere il controllo sul Comune di Bari e a influenzare la competizione elettorale. «Sarebbe riduttivo per una persona come me ridurmi a spiegare le mie energie per fare eleggere un semplice consigliere comunale. Nel 2019 eravamo davanti al secondo mandato del sindaco Antonio Decaro e soprattutto c’era voglia per il centrodestra di riprendersi la città di Bari. Riprendersela politicamente chiaramente, in quanto avevamo il governo nazionale con la Lega al 24% e con Matteo Salvini ministro degli Interni. Quindi c’era anche la preoccupazione del presidente Emiliano, che l’anno dopo sarebbe andato a votazione regionale, di capire come il Comune di Bari sarebbe stato gestito e cosa sarebbe accaduto. Quindi c’è un progetto politico nel 2019 che è ben più ampio con la candidatura di Di Rella a sindaco».
La strategia di Emiliano per dividere il centrodestra
«Dopo qualche giorno, due tre giorni, vengo chiamato da Michele Emiliano nella sede della Regione Puglia sul lungomare, che mi dice: “Giacomo, è assurdo che questa occasione noi non la cogliamo, perché io ho interesse che la Lega esca frantumata alle votazioni del 2019 e che non ci sia un progetto Lega o un progetto centrodestra. L’ideale sarebbe far partecipare Pasquale Di Rella alle primarie del centrodestra, in modo tale che se Pasquale Di Rella le vince, avremo Decaro come Sindaco candidato e dall’altro lato avremo Di Rella candidato. Quindi giocheremo in casa, perché Di Rella è sempre stato vicino a me.”»
Il piano per favorire Di Rella passava dalle primarie del centrodestra. «Emiliano mi dice: “L’importante è che al tavolo stabilite regole con le primarie aperte. Se Pasquale Di Rella partecipa e le vince, avremo sempre una pedina nostra a Bari, indipendentemente dall’esito delle elezioni”». Che significa primarie aperte? «Primarie aperte, nel senso che alla Fiera del Levante, dove si stabilì, ogni cittadino barese poteva andare a votare, senza bisogno della tessera di partito. Con carta d’identità e tessera elettorale ci si presentava nei box dalla A alla Z alla Fiera del Levante, dalla mattina alle 9:00 fino alle 18:00 la sera, e si poteva votare la scheda dove c’era scritto Di Rella, Melchiorre o Romito con la X.»
Una strategia che – sempre secondo Olivieri – funziona benissimo anche grazie a una «ingenuità» del centrodestra. «Il centrodestra commette un’ingenuità, quindi io vengo contattato da una persona che conoscevo molto bene, il Segretario della Lega, Enrico Balducci, che mi dice: “Guarda Olivieri, qui hai in questo momento una possibilità e tutti ce l’abbiamo, De Caro si candiderà Sindaco, dall’altro lato abbiamo tutto il centrodestra che dovrebbe essere unito, abbiamo il governo nazionale a disposizione”». Una proposta che viene accolta. «Dopo alcuni giorni mi reco da Enrico Balducci e dico: “Va bene, se facciamo le primarie aperte, Pasquale Di Rella ci sta”».
Lo scopo del progetto
«A quel punto che scopo aveva raggiunto Emiliano e che scopo aveva raggiunto il centrosinistra? Di non avere più un candidato forte della Lega che sarebbe risultato invadente comunque fosse andata e con Pasquale Di Rella aveva, se Pasquale Di Rella avesse perso alle votazioni, come perse, come era naturale che perdesse alle votazioni, avrebbe avuto il capo dell’opposizione con un gruppo… Ecco perché arrivo all’argomento, con un gruppo di consiglieri comunali che, eletti nelle liste del centrodestra, in ogni caso erano vicini a Michele Emiliano. E poi, come diremo, transiteranno nel centrosinistra».
Olivieri sostiene di essere stato parte del progetto. «Quindi noi ci ritroviamo con questo progetto di Michele Emiliano, che grazie anche all’aiuto di Canonico e altri, riesce. Perché riesce? Perché tutto il centrosinistra, tutte le aziende municipalizzate, le Asl, i dipendenti, chiunque poteva, chiaramente non i consiglieri comunali che erano visibili, ma addirittura qualche moglie di consigliere comunale, venne a votare alla Fiera del Levante il candidato Pasquale Di Rella, ex centrosinistra, che in questo modo riuscì a diventare il candidato unitario di tutto il centrodestra, perché il centrodestra, dovendo aderire a quel patto che ormai era stato firmato e pubblicizzato su tutti i mass media, il centrodestra firmo affinché Pasquale Di Rella fosse candidato per il centrodestra».
Secondo Olivieri il fatto che tra i candidati ci fosse anche sua moglie è un dettaglio. «Quindi abbiamo la lista dove è stata eletta Maria Carmen Lorusso, ma che è nulla rispetto al progetto politico, perché il progetto politico è di avere una lista Di Rella Sindaco, da me organizzata, quindi da me condotta sia nelle formalità amministrative e sia nel reclutamento dei candidati. Un’altra lista che era quella di Di Rella per Bari, condotta dall’avvocato Enzo De Candia, presidente dell’Arca Taranto, attualmente presidente [in realtà direttore generale, ndr] dell’Arca Puglia. E un’altra lista, Di Rella sport, condotta dal presidente dell’Acquedotto Pugliese [in realtà vicepresidente, ndr] Nicola Canonico. Questo serviva perché bisognava creare nelle file del centrodestra un gruppo di consiglieri comunali che prendendosi quegli scranni avrebbero intanto polverizzato quella che sarebbe stata la minoranza in Consiglio comunale, con un Decaro fortissimo con la maggioranza bulgara, con un Emiliano il cui gradimento salì dopo quelle votazioni di sei punti percentuali secondo i sondaggi, quindi molto più forte, che si sarebbe poi presentato nell’anno successivo, nel 2020, chiaramente con dei sondaggi e con una potenza, il sindaco Decaro rieletto con la maggioranza bulgara».
Il successo elettorale di Antonio Decaro
Antonio Decaro vince le elezioni con il 68% e viene confermato sindaco di Bari. La Lega e il centrodestra, divisi e indeboliti, non riescono a competere efficacemente. Secondo Olivieri, l’obiettivo di Michele Emiliano è comunque raggiunto, perché il centrodestra esce frantumato e senza una leadership chiara e poi perde i consiglieri collegati a Olivieri.
«Si pensava a 5 eletti, invece furono solo tre, che erano Pasquale Di Rella, che è passato poi subito dopo nel gruppo misto come capo dell’opposizione, ha lasciato l’opposizione, è andato nel gruppo misto e poi è transitato con Michele Emiliano sino ai sei mesi prima del mio arresto. E con Mari Lorusso, mia moglie, che passò dopo due mesi nelle file del centrosinistra, e con l’altra candidata di Di Rella sport [Francesca Ferri, arrestata per voto di scambio a fine 2023] che passo anche nel centrosinistra. Quindi che cosa abbiamo in quel periodo? Il procacciamento di voti. Sì, ma non il procacciamento di voti».
«Mia moglie è tirchia»
Olivieri ha ammesso di aver pagato per acquistare voti a favore della moglie (circa 24mila euro tra denaro e buoni pasto o buoni benzina, oltre a due assegni da 5mila euro successivamente restituiti), ma ha detto di non aver mai inteso rivolgersi alla criminalità organizzata ma di essersi interfacciato con persone incensurate che aveva conosciuto per vari motivi.
«Mia moglie mi avrebbe ammazzato se avesse saputo che aveva dato buoni pasto e buoni benzina, uno perché è tirchia, cioè proprio non esce una lira dal portafoglio. Secondo, perché lei ha fatto una campagna elettorale accanto a Di Rella, lei dei buoni pasto, buoni benzina, di tutto questo giro… Lei sapeva solo, che gliel’aveva detto Di Rella all’inizio, che doveva fare una Paypal».