di PIERO RUSSO – bari.repubblica.it
I blitz della polizia avvengono solitamente all’alba e Giuseppe Caputo, boss della città ofantina ed esponente di primo piano della cosca Piarulli-Ferraro e già coinvolto nel blitz antimafia “Cartagine” (che decapitò le cosche cerignolane), non s’aspettava un’irruzione nella sua casa in pieno giorno, mentre stava per iniziare a pranzare. Gli agenti del commissariato di Cerignola, però, lo braccavano da tempo.
Caputo, conosciuto nell’ambiente come “Vitellino”, un nome che era più che altro un controsenso visto il suo aspetto non certo indifeso, era nella sua abitazione e alla vista dei poliziotti ha cercato di lanciare dalla finestra un sacchetto di tessuto nero, che però non è sfuggito all’occhio attento degli agenti. All’interno dell’involucro c’era una pistola Beretta calibro 7.65 di provenienza dubbia, un silenziatore, 94 cartucce di diversi calibri, un passamontagna, dei guanti di gomma e quasi settemila euro in contanti, oltre a una decina di telefonini.
Due mesi fa il pregiudicato era stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione, con mille euro di multa, per estorsione e lesioni, reati commessi a Molfetta nel 2008.
Appena appresa la sentenza, aveva fatto perdere le sue tracce, ma la polizia aveva iniziato a sorvegliare la sua abitazione grazie a una soffiata. Caputo, infatti, spesso faceva ritorno nella sua abitazione all'ora di pranzo e proprio poco dopo mezzogiorno i poliziotti hanno circondato la casa e l’hanno arrestato. Nella tasca, Caputo aveva anche due grammi di cocaina, che è stata sequestrata.