Negli ultimi giorni abbiamo ascoltato e letto notizie circa i fermenti in casa di quello che fu il centrosinistra molfettese. Non sono mancate le anticipazioni sui possibili candidati sindaci che cambiano ogni settimana, a seconda della trattativa in corso e del “tavolo” politico che va a configurarsi. Sono giunte anche voci e tentativi maldestri di far ricadere sul LIBERATORIO Politico le responsabilità della rottura e del fallimento del “Cantiere del centrosinistra“.
Riteniamo opportuno, prima che si aprano le danze, chiarire l’ennesimo tentativo di gettare fango sul nostro Movimento che, senza tregua e interrottamente da oltre sei anni, conduce un’opposizione serrata all’amministrazione Azzollini più di qualche altra forza politica presente in consiglio comunale. Questa volta siamo entrati costruttivamente nel cantiere e abbiamo lavorato insieme alle altre forze politiche perchè sentivamo questa grande responsabilità di rimanere uniti per mandare a casa il governo Azzollini. Abbiamo lavorato per tutta l’estate 2011 per elaborare un documento che fosse la carta fondativa dei valori del centro-sinistra e abbiamo anche elaborato un codice etico per gli uomini e donne chiamati a realizzare il progetto.
Ma il giocattolo si è rotto a fine ottobre del 2011 quando in uno degli ultimi incontri i rappresentanti di Sinistra Ecologia Libertà, quelli più “giovani” (della prima repubblica), ci hanno detto che dovevamo mettere da parte i documenti programmatici e i codici etici, perchè era più urgente e importante decidere il candidato sindaco e la coalizione.
Tradotto in politichese voleva dire che il candidato, loro, l’avevano già e non c’era bisogno di scomodare il codice etico. Alle voci di SEL si aggiunsero quelle dei consiglieri del PD, che a più riprese, caldeggiavano l’apertura della coalizione all’UDC. Era chiaro che chi aveva creduto nel documento del cantiere e nel codice etico non avrebbe mai potuto accettare la provocazione della presentazione, sotto banco, di un candidato sindaco che si chiamava Tommaso Minervini e l’apertura ad un partito, quale l’UDC, che avesse come rappresentate più significativo un consigliere, che cambiando casacca, aveva attraversato quasi tutte le forze politiche molfettesi; e, non per ultimo, avrebbe avuto qualche problema con il codice etico. Quindi quella forte discontinuità che il documento fondativo del centrosinistra esprimeva, mal si sposava con personaggi e pratiche della vecchia politica. Pertanto non ci sentiamo responsabili delle scelte degli altri e lasciamo ai cittadini liberi di giudicare, noi ci impegneremo in ogni modo per cambiare il futuro di questa città e riteniamo il documento del “Cantiere dei beni comuni“, con gli approfondimenti necessari, ancora valido e il codice etico imprescindibile dal documento politico.
CODICE ETICO
In questo processo di cambiamento, di radicale alternativa e discontinuità con il passato, è fondamentale un codice etico per le candidature di sindaco, consiglieri comunali, assessori e dirigenti. Le donne e gli uomini che saranno candidati o nominati per realizzare gli obiettivi del programma stabilito dalla coalizione dovranno garantire:
– impegno a svolgere con coerenza politico-programmatica, costante presenza, onestà, rigore morale e trasparenza l’incarico assunto;
– impegno a portare a termine il mandato ricevuto, senza guardare ad esso come un trampolino di lancio verso altri incarichi di tipo politico o amministrativo;
– di non aver assunto cariche di gestione amministrativa per le passate amministrazioni;
– di non essere sottoposti a procedimenti giudiziari né essere stati condannati per reati attinenti la pubblica amministrazione;
– le dimissioni da ogni carica e/o incarico amministrativo in caso di procedimento giudiziario a carico e/o condanna per reati attinenti la pubblica amministrazione.
Documento politico elaborato e discusso a fine ottobre 2011 dal “Cantiere del centro-sinistra”
Nella storia amministrativa di Molfetta, un “Cantiere dei beni comuni” non rappresenta in sé una novità, se non si delinea con coraggio, chiarezza e passione la sua missione politica e la sua anima, tramite un suo atto costitutivo che è per noi un vero e proprio patto con i cittadini, un impegno da onorare subito e per il futuro.
Per essere credibile, un documento politico per una coalizione del centrosinistra deve sapere innanzitutto leggere e interpretare l’insoddisfazione e le istanze che vengono dalla società.
Oggi il vento è cambiato, nella nostra città come in tutto il paese, e Molfetta è pronta ad inaugurare una nuova stagione politica e amministrativa, mettendosi alle spalle gli anni bui delle amministrazioni di centrodestra.
Siamo in vista di un profondo cambiamento, ma la direzione della svolta non può essere soltanto nell’antiazzolinismo e nell’antiberlusconismo.
Dobbiamo svoltare per aprire una nuova fase non solo politica e amministrativa, ma sociale ed economica. E allora occorre individuare i valori fondanti del progetto politico del centrosinistra, descriverli e condividerli, perché “non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” (Seneca).
I referendum di giugno 2011 hanno sancito, con il voto popolare, il rifiuto delle politiche liberiste, affermando contemporaneamente una fortissima istanza di democrazia diretta e di nuova partecipazione solidale che non può essere delusa. Il tema dei “beni comuni”, approdati finalmente nella politica con la vittoria del referendum, può vedere uniti, partiti, movimenti, associazioni di cittadinanza attiva, cittadini, lavoratori, singoli ed organizzati nel percorso di lotta per l’amministrazione della città ed il governo del paese.
Il “Cantiere dei beni comuni” può far convergere le diverse culture del centrosinistra. Con questo documento, proviamo perciò a individuare, insieme ai valori fondanti, anche i punti fondamentali di un programma amministrativo e di un codice etico.
I principi contenuti nel presente documento politico insieme a quanti, tra movimenti, associazioni, cittadini, realtà singole e associate, vogliono dare il loro contributo in idee, proposte programmatiche e progetti – rappresentano LA CARTA FONDATIVA del “Cantiere dei beni comuni”, che è la base della coalizione che si candida sin d’ora al governo della città.
Con tali principi la coalizione a definirsi sarà forte e coesa perché espressione delle migliori energie della città e avrà un candidato sindaco capace di interpretare al meglio le rinnovate istanze di cambiamento che, con sempre maggior vigore, emergono nella società.
Il punto di partenza è la più netta e ferma discontinuità con gli anni di governo del centrodestra, in radicale alternativa – negli uomini, nelle politiche, nell’idea stessa di città – rispetto alle forze che negli ultimi anni hanno mal governato la città.
1. TERRITORIO E QUALITA’ DELLA VITA
2. LEGALITA’ ED ETICA PUBBLICA
3. LAVORO
4. CULTURA, SOCIETA’ E SOCIALITA’
5. PARTECIPAZIONE E TRASPARENZA
A 24h dall’invio del comunicato stampa a tutti i network molfettesi, silenzio stampa. Oltre i comuni detrattori, anche l’informazione locale vuole nascondere la verità.
E’ evidente che per quanto denunciato dal Liberatorio, bisogna stare alla larga da cotanta INAFFIDABILITA’ politica (Pd, Sel, UDC); concordo pienamente sul fatto che il documento il CANTIERE dei BENI COMUNI sia una buona base di partenza per coagulare la parte sana della città. Non mi resta che augurare, a voi del LIBERATORIO, buon lavoro e speriamo bene…P.S. vorrei ricordare che tra la SPAZZATURA c’è da annoverare il tentativo(maldestro per la verità) di un noto quotidiano on-line di scendere in campo con una LISTA CIVETTA…occhio!!!
Carissimo(i) LIBERATORIO-PUNISCHER, sarebbe opportuno evitare le “autofrustrazioni” mediatiche…..
La funzione “liberatoria” è fin troppo CHIARA E DISTINTA alle cosiddette “forze politiche” ( ? ) localistiche.
E’, pure, evidente che il background filosofico-ideologico di esimi protagonisti della ” POLITICA ESIBITA” ( e network di supporto…) strida con la concretezza della ” PRATICA POLITICA”.
Costoro,insomma, proprio non immaginano di dover fare a meno dei 1.000 e più voti “impacchettati” del “clientelismo diffuso”…..
Tale forma di clientelismo, a mio sommesso parere, cattura consensi in modo molto più “trasparente”…..rispetto a quelli di tipo “familistico-affaristici” delle “stanze dei bottoni tecnici”…..( che sembrano anche più “impermeabili” alle attenzioni giudiziarie….).
Per cui, come catturare i cittadini “liberi” sul tema dei “BENI COMUNI ” ?
Il tema è’ comprensibile ai più ?
Si continui , invece, ad “ossessionare” e sfidare i personaggi “destri e/o sinistri ” ( tanto pari son…) con il “DECALOGO DEI CONSIGLI SCOMODI “, magari pensando ad uno sportello di “DENUNCIA ED ORIENTAMENTO CIVICO” ( permanente ).
…MEGLIO TARDI CHE MAI… mentre “quelli che gli altri non dicono” e gli imprenditori dell’informazione… tacciono ancora…
http://www.molfettalive.it/news/Politica/194319/news.aspx#main=articolo
Cari Amici del Liberatorio, come voi ben saprete,dopo giorni di silenzio i TOPI , messi alle strette dal vostro documento-rodenticida hanno iniziato a dimenarsi e presi da foga scribacchina hanno manifestato via web il loro “pensiero”. Il primo a mostrare la CODA DI PAGLIA è stato il CONDUCATOR de QUELLI CHE GLI ALTRI NON DICONO, il quale ha pubblicato una reprimenda a dir poco delirante condita di narcisismo (si definiscono opinion leader,loro!) e arroganza malcelata in un grumo di falsa modestia. Frattanto sul loro forum la CENSURA (che loro chiamano linea editoriale) continua a pieno regime segno di un rinato MinCulPop.Poi, sono apparsi i “verginelli” di SEL i quali hanno dato alle stampe un comunicato così PALUDOSO ma così paludoso che, come un boomerang, risulterà essere il loro epitaffio. In attesa della replica del PD (non credo lo faranno, troppo opportunisti!) credo che già una prima considerazione è possibile trarre: il LIBERATORIO rappresenta l’unica alternativa a questa malsana classe dirigente locale perchè l’unica forza politica dotata di credibilità. Visto che il CODICE ETICO è la pietra dello scandalo per la sinistra locale, allora vorrà dire che è da questa pietra miliare che si dovrà partire per la costruzione di una nuova classe dirigente. Come diceva il compianto Borsellino…”bisogna non soltanto ESSERE onesti ma APPARIRE onesti”…buon lavoro, Amici del Liberatorio.
Chiusura cantiere centrosinistra, Sel replica al Liberatorio.
Salvemini: ricostruzione parziale di d’Ingeo. Abbiamo sempre creduto nelle primarie
http://www.molfettalive.it/news/Politica/194552/news.aspx#main=articolo
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Caro Salvemini, se a Lei è sembrata parziale la ricostruzione, quando vorrà confrontarsi pubblicamente, Lei e i “giovani” di SEL (quelli della prima repubblica), allora si che non saremo parziali :)… buon lavoro!!