La verità su quel fucile a canne mozze ancora fumante

Ieri sera durante il dibattito della conferenza, “Quel fucile a canne mozze ancora fumante“, si è fatto cenno alle dichiarazioni autorevoli del Procuratore aggiunto della Procura di Bari Dott. Pasquale Drago, rilasciate in una audizione della “Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali, tenutasi presso la Prefettura di Bari, nel giugno 2014. Su richiesta d’informazioni da parte della Presidente Senatrice Lo Moro, Drago rilascia delle dichiarazioni che potrebbero rimettere in discussione tutta la vicenda dell’omicidio del Sindaco Carnicella. Inquadrando storicamente gli eventi criminali del territorio molfettese, e parlando delle famiglie che negli anni ’90 erano state processate con condanne pesantissime per lo spaccio di droga, riferisce di un possibile mandante dell’omicidio del primo cittadino molfettese individuabile nel capo di una di queste famiglie criminali.

Riproponiamo questo pezzo di memoria che non sorprende affatto chi da sempre non ha mai creduto al “gesto isolato di una sola mano assassina“. Prima l’Osservatorio 7 Luglio sull’illegalità e poi il Movimento Liberatorio hanno puntato sempre il dito su quel mondo variegato che andava sotto il nome di “Piazza Paradiso” e su chi aveva armato l’omicida del sindaco di Molfetta.

Nello stesso intervento parla di alcuni soggetti, vicini a quelle famiglie, che stanno tentando, da due o tre anni, di riappropriarsi del controllo criminale del territorio molfettese. Sono dichiarazioni importantissime e preoccupanti, e allo stesso tempo ci danno ragione su quanto andiamo affermando nell’ultimo decennio. Già nel convegno del 6 luglio 2015 il coordinatore del Movimento Liberatorio  tracciò un quadro d’insieme sulla possibilità che alcune famiglie, protagoniste della primavera criminale di Molfetta degli anni ’90, si stessero riorganizzando dopo aver investito i probabili proventi dello spaccio della droga. Qualcuno ha fatto anche il salto di qualità investendo in attività imprenditoriali e probabilmente ripulendo il danaro sporco. Noi non abbiamo mai abbassato la guardia e alla luce di queste notizie che ci riportano indietro nel tempo chiediamo alle istituzioni comunali, nazionali e giudiziarie di fare luce definitivamente sulla vicenda dell’omicidio del sindaco Gianni Carnicella. Venga pronunciato il nome del mandante di quell’efferato delitto.

 

 

 

 

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