La vera storia della “Protezione Civile” a Molfetta – Capitolo primo

In queste ore si sta concludendo l’Esercitazione di Protezione Civile  organizzata dalla Misericordia di Molfetta, con la presenza del Settore di Protezione Civile “S.O.U.P” della Regione Puglia, con Enti Istituzionali (Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine, Comune, Prefettura e Ferrovie dello Stato). Ciò consente di verificare il livello di preparazione delle Misericordie della Puglia in occasione della Colonna Mobile Regionale.

Non è chiaro se questa esercitazione serviva a fornire ulteriori crediti per “La Misericordia di Molfetta”, oppure serviva a verificare e poter aggiornare il Piano Operativo Comunale di Protezione Civile fermo nella notte dei tempi. In attesa di saperne di più cominciamo da oggi a raccontarvi la storia della Protezione civile a Molfetta e dell’ascesa della  “AR. 27 Servizio Emergenza Radio Unità ausiliaria di Protezione Civile – Molfetta”, più comunemente conosciuta come “SER-Molfetta“.

Capitolo primo

Protezione civile e SER-MOLFETTA

L’ufficio comunale per la trattazione dei problemi relativi alla protezione civile è stato costituito con due deliberazioni, la n.1868 del 21/09/87 e la n.238 del 6/03/90, che revocava la precedente e individuava detto ufficio, nell’ area operativa funzionale del settore di Polizia Municipale, nominando responsabile il comandante di P.M. Mauro Leonardo de PINTO.

Nel 1989, nelle sedute del 21 e 22 Marzo, il consiglio comunale di Molfetta, aveva adottato con delib. n.17 il regolamento per la Protezione Civile, con cui si disciplinava la struttura comunale permanente di P.C. formata sia dall’ufficio comunale di coordinamento che dal comitato Comunale per la P.C. .

Detto comitato aveva il compito di dare esecuzione ai programmi ed al Piano Comunale di P.C. e doveva esaminare, almeno una volta l’anno, la validità del suddetto piano e l’efficienza delle attrezzature e delle strutture disponibili per il servizio.

Con l’art. 11 del Regolamento comunale di P.C. erano istituite le unità comunali permanenti di emergenza, in relazione a quanto disposto dall’art. 23 del D.P.R. n.66 del 6/02/81 che prevedeva il ricorso al volontariato in aggiunta al personale dipendente.

A tale scopo, il Sindaco avrebbe dovuto invitare gli interessati, a fare apposita domanda di inserimento in una o più unità comunali permanenti di emergenza:

a) Ordine pubblico ;

b) Emergenza sanitaria e assistenza;

c) Emergenza tecnica ed ecologica ;

d) Circolazione e traffico.

Le dette unità comunali avrebbero dovuto operare in collaborazione con le unità assistenziali di emergenza previste dal Piano Provinciale di P.C. (Art. 19 D.P.R. n. 66/81).

I cittadini, che avessero voluto offrire la loro opera come volontari nei servizi di P.C., avrebbero dovuto presentare istanza alla Prefettura della provincia di residenza, che ne avrebbe accertata l’idoneità fisica e la buona condotta.

Per quanto riguarda la natura giuridica del volontariato, è necessario sottolineare che i volontari di P.C. non possono e non devono sostituire le strutture previste dalla legislazione come organi istituzionali addetti all’ opera di soccorso e il rimborso delle spese sostenute e documentate dagli aderenti alle associazioni di volontariato, non comprende alcun compenso diretto o indiretto a favore dei volontari per il loro impiego. (Art. 5 dell’ ordinanza del Ministero della P.C. del 6/10/84- Gazz. Uff.  n.290/84 ) .

Il Comune di Molfetta pubblicava il 3/10/81, a firma del Sindaco Finocchiaro, il bando per il reclutamento di volontari di P.Civile.

Numerosi cittadini aderivano all’invito e il 26/4/86 (protocollato al Comune di Molfetta il 6/5/86 n.15512) il Prefetto invitava il Sindaco ad accertare la volontà dei 21 cittadini che avevano espresso la disponibilità ad offrire volontariamente la propria opera nei servizi di P.Civile. Comunque già dal Novembre 1983, il comando provinciale dei vigili del fuoco aveva organizzato incontri formativi ed organizzativi con altri volontari di Molfetta.

Poi dei volontari reclutati dal bando dell’ 81, si perdevano le tracce nell’archivio comunale, mentre nel 1985 nasceva a Molfetta l’associazione AR. 27 – S.E.R. Molfetta, il cui presidente, Sabino Antonio Lezzail 28/9/85 (Prot. 38465) inviava al Sindaco una richiesta di rilascio documentazione, in carta legale, che attestasse l’esistenza dell’associazione denominata AR. 27 Servizio Emergenza Radio Unità ausiliaria di Protezione Civile – Molfetta.

Il comune di Molfetta, comando vigili urbani, in seguito ad una “velocissima” indagine dell’O.P.M. Pischettola Filomena rilasciava, nel medesimo giorno della richiesta 28/9/85Prot. 38465 (mai vista tanta sollecitudine e con lo stesso protocollo), un attestato con cui si trasformava l’Ass. “AR. 27 S.E.R.” in “S.E.R. unità ausiliaria della Protezione Civile AR. 27”. Il tutto firmato dal “Sindaco” (vice) Vito Enzo De Nicolo, come da accertamenti sulla firma fatti presso l’Archivio Comunale.

Dopo la costituzione della nuova Associazione AR 27 S.E.R. Unità di protezione civile – struttura di Molfetta, arrivava anche la nomina del nuovo presidente il Sig. Pasquale Mancini del 13/5/86 che dopo qualche mese, inoltrava al Sindaco di Molfetta la richiesta di una sede comunale e contributi spese . Il 23/12/86 con la delib. 3079 arrivavano i primi contributi (£ 5.000.000) .

Il comune di Molfetta il 30/12/87, così come aveva operato l’anno precedente impegnava £. 20.000.000 al Cap. 861 del Bilancio di Previsione per “Spese per il servizio di protezione civile e di pronto intervento.

Il nuovo contributo al S.E.R. Molfetta arrivava il 25/3/88 con delib. di G.M. 646 e nel bilancio 1988 anche una nuova voce ” Contributi per le associazioni di volontariato e protezione civile “.

 Fine – capitolo primo

4 Risposte a “La vera storia della “Protezione Civile” a Molfetta – Capitolo primo”

  1. Mi sembra di capire che si tratta di una saga familiare. Lo zio, il nipote, l’amico fraterno, la parente e sodale.
    Scava scava andiamo a scoprire un caso di utilizzo privatistico dei fondi comunali?
    Il solito canovaccio. Ma andiamo avanti. Sono sicuro ci faremo quattro risate. Amare. Sulla pelle di chi ha interpretato il volontariato per anni in maniera genuina.
    Diceva mia nonna “Nen ste’ nu palme nette!” Non c’è neanche un palmo di mano pulito, quante storie di merda ogniqualvolta c’è da mettere mano ai soldi pubblici.

  2. Se un giorno ti decidi e mi paghi un caffè lungo…20 anni..te la spiego sta storia così una volta per tutte le capisci e riesci a ricostruirla come si deve. Chissà che non riesca a metterti l’anima in pace e a lasciare in pace questi ragazzi che sono ormai diventati adulti per soccorrere il prossimo indefinibile. So che è difficile capire certe cose, ma se mi dai il tempo giusto troverai soddisfazione ad ogni dubbio. Buona giornata e scusa se mi sono permesso per la prima e ultima volta di scrivere sul tuo blog. Ma mi hanno avvisato e ho ritenuto giusto propormi per un chiarimento definitivo. Non sul blog perché tutto sto tempo non ce l’ho. Ma se vuoi puoi portare un registratore, come da usanza, evitare di nasconderlo e registrare serenamente quel che dico.

    1. …ma la smetta Mancini, la smetta di imboscarsi e imboscare sempre tutto, ma crede che i suoi concittadini abbiano tutti l’anello al naso? si vergogni di parlare in questo modo e se ha coraggio provi a scrivere sul blog o su un giornale la sua risposta: IN PUBBLICO!!! CHIARO ORA? So che è difficile capire certe cose……MA SFOURZT N’PIC

  3. E’ proprio vero signor Mancini, nessuno ha mai avuto tempo da perdere per riscrivere le storie di questa città… Se crede, e vuole, può scriverla lei direttamente una sua versione dei fatti e noi la pubblicheremo insieme alla nostra, settimanalmente una puntata, dal 1981 ad oggi… Attenderemo un suo scritto… buon lavoro

I commenti sono chiusi.

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