
Sembra essere un tam-tam che la natura sta suonando dal sottosuolo e attraversa tutta la città. E’ la rivolta delle radici che cercano vendetta. Cercano di parlarci e appellarsi al loro diritto di vivere. Loro non possono indicarci i responsabili delle loro sofferenze, ma ci indicano una strada. Quella della scelta giusta, dell’albero giusto nel posto giusto. Ci chiedono la loro corretta manutenzione che gli allunga la vita, chiedono agli umani di non farsi la guerra sulla loro pelle, ci chiedono solo e semplicemente di vivere bene, di respirare e farci respirare. Le piante e le loro radici vogliono ricordarci la storia, la nostra storia, e la narrazione dobbiamo compierla con un cammino comune.
Dopo lo scempio di via don Minzoni dobbiamo evitare che altre zone della città, e sono tante, abbiano lo stesso destino. Facciamo alcuni esempi per tutti. Marciapiedi e strade che gravitano intorno alla villetta A. De Gasperi, sul viale Mons. A. Salvucci, fino al centro storico.
Forse è necessario un piano straordinario di verifica della situazione su tutto il territorio, dando priorità d’intervento alle situazioni urgenti. Programmare gli interventi e reperire i finanziamenti. Tutto dovrebbe avvenire mettendo intorno allo stesso tavolo, promosso dall’amministrazione comunale, tutti i cittadini interessati, comitati e tecnici.
Matteo d’Ingeo











