La Regione Puglia e il contratto di Programma di risanamento del basso adriatico

Abbiamo appreso, per caso, da ambienti della marineria molfettese di un convegno “GIORNATE DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE PER GLI OPERATORI DELLA PESCA”, nell’ambito dell’ Accordo di Programma per la definizione del Piano di Risanamento delle Aree Portuali del Basso Adriatico, dalla Legge finanziaria 448 del 2001. Alcuni militari della locale Capitaneria di Porto avevano affisso presso la sede della Cooperativa della piccola pesca, in via san Domenico, la seguente locandina.

      

Abbiamo partecipato alle due giornate di convegno, che non sono state annunciate da alcun comunicato stampa, articoli di giornale, manifesti o qualsivoglia annuncio istituzionale. Ci siamo chiesti il perchè di tanto silenzio intorno ad una iniziativa che, dopo le notizie che girano in città sul disastro ambientale svelato dall’ “Operazione D’Artagnan” avrebbe dovuto essere resa nota e fruibile a tutti cittadini con il dovuto tam tam mediatico. Invece no, silenzio assoluto e sala quasi deserta.

  

             

Noi azzardiamo un’idea, forse la Regione Puglia & C. ha organizzato questo convegno in silenzio e senza tanto clamore perchè in realtà doveva già farlo molti anni fa in esecuzione della DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE del 5 dicembre 2007, n. 2120Articolo 52, comma 59, Legge Finanziaria 28 dicembre 2001, n. 448 – Accordo di Programma per la definizione del Piano di Risanamento delle Aree Portuali del Basso Adriatico, fra Ministero Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, Regione Puglia, ICRAM e A.R.P.A. Puglia.” 

Infatti, l’art. 10, di quell’accordo, del 2007, prevedeva che l’ARPA Puglia, d’intesa con la Direzione Marittima della Puglia, avrebbe dovuto organizzare le attività di formazione e informazione degli operatori della pesca circa le migliori pratiche da adottare nel caso di salpamento accidentale a bordo di residuati bellici o altri rifiuti pericolosi, oltre che la preparazione di una specifica attività divulgativa, basata su aspetti di carattere scientifico, storico e sanitario, sulla presenza di armi chimiche in Puglia, residuati dei conflitti bellici del XX secolo.

Quindi la Regione Puglia & C organizzano a “sanatoria” un’attività fondamentale per le marinerie che in questi anni sono state esposte ai pericoli e alle intossicazioni degli ordigni chimici.

                  

E poi, i buffets preparati nelle due giornate di formazione a Molfetta per l’8-9 novembre scorso rientravano nelle spese del contratto di programma e perché quei soldi non sono stati utilizzati per stampare i manuali di formazione approntati dall’ISPRA e non distribuiti ai marinai? E’ vero, in Italia tutto finisce a tarallucci e vino.

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