
Le nostre ultime interdittive hanno confermato le infiltrazioni della criminalità nell’economia legale del territorio – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it
Ci sono i sorvegliati speciali che esercitano attività d’impresa anche se è vietato, i parenti dei mafiosi che controllano indirettamente le aziende, i prestanome che li aiutano a farlo. Persino gli imprenditori che, anziché denunciare i tentativi di estorsione, chiedono protezione ai clan. È variegata la lista dei fenomeni che rendono le aziende “permeabili” alla criminalità organizzata, come dimostrano gli ultimi casi scoperti dalla prefettura di Bari. Che fra giugno e luglio ha emesso sei interdittive antimafia. «Provvedimenti che arrivano al termine di un iter complicato», spiega la prefetta Antonella Bellomo. E dimostrano, ove mai ce ne fosse ancora bisogno, che «la criminalità si inserisce sempre laddove si guadagna», che a Bari «c’è un gran movimento di contante» e che bisogna tenere alta l’attenzione sia sugli investimenti turistici sia sulle opere realizzate con il Pnrr.
Parlando delle interdittive antimafia ha detto: «Questo è un messaggio chiaro alla criminalità. Sappia che il nostro monitoraggio su possibili infiltrazioni è costante». Perché?
«Volevo far capire che siamo sempre concentrati sulla presenza nell’economia legale di soggetti che hanno collegamenti con la criminalità. E che spesso la nostra azione arriva prima di quella penale».
Quanto durano i procedimenti come quelli che portano all’emissione delle interdittive antimafia?
«Per i più semplici può bastare un mese. Si pensi per esempio al caso in cui un sorvegliato speciale chiede una certificazione per operare con la sua ditta, come è accaduto in uno dei casi recenti. Trattandosi di soggetto sottoposto a due procedimenti di prevenzione e con condanna aggravata dall’articolo 7 (agevolazione della mafia), non è stato difficile chiudere l’istruttoria velocemente. Altre situazioni sono più complicate da verificare, ma il Gruppo ispettivo fa un lavoro eccelso e anche le altre istituzioni rispondono velocemente».
Il Pnrr può essere una grande occasione di crescita, ma anche di infiltrazione.
«I controlli sono serrati su questi investimenti e procedimenti, che hanno corsia preferenziale nell’iter autorizzativo. Per questo anche le nostre istruttorie antimafia devono essere più veloci. E lo sono anche grazie alle recenti assunzioni disposte dal ministero».
Anche il turismo può essere occasione di grandi affari per della criminalità organizzata.
«La criminalità segue il dio denaro, bisogna capire quanto filtro possano fare le pubbliche amministrazioni rispetto a certi investimenti nel settore turistico. Servono una serie di regole molto chiare rispetto a questo turismo fai-da-te, perché è evidente che in questo ambito i clan reinvestonoillorodenaro».
A Bari c’è anche un tema più ampio che riguarda l’evoluzione del mercato immobiliare, con molti campanelli di allarme.
«E una problematica che mi è stata sottoposta più volte di recente: la carenza di case da affittare. Il Comune ha posto questo problema varie volte in occasione degli sfratti da eseguire, così come il Sunia (il Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari), e credo che a breve terremo dei confronti sul tema. La mia impressione è che i proprietari di appartamenti trovino più remunerativo e comodo realizzare b&b e case vacanze o affidarsi ad agenzie che lo fanno, piuttosto che locare stabilmente a degli inquilini. In ogni caso anche quello immobiliare è un ambito da monitorare bene, perché consente l’utilizzo facile e veloce di contanti».
Il procuratore Roberto Rossi ha parlato del consenso sociale di cui gode a Bari la criminalità: episodi come quello del corteo funebre davanti al carcere, di qualche settimana fa, la dicono lunga.
«In quel caso specifico non sappiamo se c’è stato consenso o si è strumentalizzato il dolore comprensibile della famiglia, ma ci sono indagini in corso che appureranno come è andata. Credo che il rischio maggiore che dobbiamo scongiurare è che ai cittadini onesti venga impedito di vivere serenamente in società. La criminalità offre percorsi facilitati ai giovani e questo ci rende la vita difficile, specie in un momento storico in cui c’è penuria di lavoro. In tale prospettiva il boom turistico potrebbe creare molte opportunità di occupazione per i giovani e di crescita della società, ma anche il suo sviluppo deve essere incanalato in binari corretti».
Il 1° settembre va in pensione: cosa le lascia questa esperienza?
«Il privilegio di aver lavorato nella mia città e la certezza che sono stati raggiunti importanti risultati, grazie alla “squadra Prefettura” e alla sinergia fra istituzioni».
Adottate dal Prefetto di Bari sei interdittive antimafia
