
Un documento mette nero su bianco l’esito dell’accesso agli atti dopo l’inchiesta “Codice interno”. Riconosciuta la svolta con la nuova ripartizione Controlli e legalità. I riflettori saranno puntati sulle assunzioni di Amiu e Multiservizi, su Polizia locale, commercio e turismo – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it
La certificazione scritta è arrivata al Comune e ha fatto tirare il respiro di sollievo definitivo: dall’ispezione antimafia del Viminale non sono emersi elementi di condizionamento degli organi elettivi. Non sono risultati compromessi il buon andamento, l’imparzialità dell’amministrazione comunale e il regolare funzionamento dei servizi. Non si è determinato pregiudizio per la sicurezza pubblica. Esiti già noti, veicolati da indiscrezioni allo scadere del termine per l’eventuale scioglimento del Consiglio comunale, ma che ora hanno il carattere dell’ufficialità. Messi nero su bianco in una missiva che il prefetto Francesco Russo ha inviato al sindaco Vito Leccese, dandogli atto dell’importante lavoro negli ultimi mesi per l’implementazione dei controlli antimafia.

La ripartizione Controlli
Il riferimento, in particolare, è alla delibera 474 della giunta, che ha istituito la ripartizione Controlli, legalità, trasparenza e antimafia sociale. «Si tratta di una struttura con spiccati poteri di vigilanza — aveva spiegato all’epoca il primo cittadino — Rafforziamo le capacità dell’amministrazione di respingere i tentativi della criminalità di scalfire le procedure amministrative e le attività degli enti e delle aziende collegate». Un passo concreto che, evidentemente, ha rassicurato il prefetto sulle possibilità per l’amministrazione di aumentare i controlli interni, che in qualche caso sarebbero risultati carenti. A partire da quanto era emerso dall’inchiesta “Codice interno” e passando attraverso il lavoro della Commissione di accesso agli atti, erano venute alla luce diffuse irregolarità nelle società in house, ovvero collegamenti di alcuni dipendenti con la criminalità organizzata (oltre ai già licenziati dall’Amtab: Tommaso Lovreglio e Michele De Tullio del clan Parisi) e carenza di controlli sulle assunzioni.
Le assunzioni
In particolare la relazione della terna commissariale aveva evidenziato l’opacità di alcune procedure di reclutamento, con successiva stabilizzazione, fatte da società interinali. E non è un caso che le assunzioni saranno uno dei temi su cui la prefettura chiederà al Comune di aumentare le verifiche (in particolare su Amiu e Multiservizi) anche con un supporto esterno, per evitare di ritrovarsi con altri esponenti dei clan che assicurano di poter trovare lavoro ad amici e parenti nelle società in house del Comune. Oppure di affermare, come faceva Tommaso Lovreglio, che «il presidente dell’Amtab non conta niente… Qua conta il rispetto». Da quelle intercettazioni era partito a marzo il lavoro degli 007 del Viminale e a quelle intercettazioni si torna ora nel corso del processo “Codice interno”. Anche se, alla fine, dell’ipotizzato (e dal centrodestra anche auspicato) terremoto che avrebbe dovuto abbattersi sull’amministrazione barese si è avvertita appena qualche scossa. Anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha peraltro condiviso l’insussistenza di collegamenti diretti e indiretti dell’apparato politico-amministrativo con la criminalità, ha spiegato il prefetto nella lettera al sindaco, ufficializzando la scelta di non sciogliere il Consiglio comunale.
La Procura
Nella proposta fatta da Russo al Viminale ha avuto un peso anche la valutazione del procuratore della Repubblica, Roberto Rossi, che — dall’alto delle sue conoscenze delle indagini in corso — ha messo la mano sul fuoco rispetto all’inesistenza di collegamenti fra gli amministratori e esponenti dei clan. Se accordi ci sono stati tra politica e mafia sarebbero riconducibili a casi circoscritti, ovvero le campagne elettorali di Maria Carmen Lorusso eFrancesca Ferri, entrambe elette nel 2019 con il centrodestra, poi passate con il centrosinistra e ora sotto processo. E mentre le vicende giudiziarie fanno il loro corso, si preparano i provvedimenti «di prevenzione amministrativa» da notificare al Comune e rispetto ai quali il prefetto invoca il diritto alla riservatezza. «Parleremo quando gli atti saranno resi noti», ha detto. Al sindaco però ha preannunciato la necessità di avviare una serie di monitoraggi in relazione ad alcune procedure (le assunzioni appunto), a specifici settori (Turismo e Commercio) e alla Polizia locale. In quest’ultimo ambito saranno presi provvedimenti nominativi, con la sospensione di una vigilessa e il ritiro della qualifica di agente di pubblica sicurezza a una decina di colleghi.