La GEST. MAGGI S.R.L.S. querela il “diritto di critica”, la Procura assolve Matteo d’Ingeo

di Matteo d’Ingeo – pubblicato sul mensile di Agosto 2023 –  laltramolfetta.it

In data 16 dicembre 2021 il signor Roberto Maggialetti, in qualità di amministratore della GEST. MAGGI S.R.L.S., ha sporto denuncia-querela nei confronti del signor Matteo d’Ingeo per il reato di cui all’art. 595, comma 3 c.p. .

L’Organo Inquirente, nella persona del Sostituto Procuratore della Repubblica, Dott. Giovanni Lucio Vaira, ritenuta la notizia di reato infondata e gli elementi di prova acquisiti inidonei a sostenere l’accusa in giudizio, ha chiesto disporsi l’archiviazione del procedimento pendente nei confronti del signor d’Ingeo, difeso dall’Avv. Annamaria Caputo.

Avverso siffatta richiesta il Sig. Roberto Maggialetti, quale persona offesa, per il tramite del proprio difensore, Avv. Savino Monti, ha proposto opposizione.

Il Giudice per le Indagini Preliminari, Dott.ssa Carmen Anna Lidia Corvino, letti gli atti, ha disposto, in data 26.06.2023, il decreto di archiviazione in quanto: “Come evidenziato dal PM, le cui osservazioni devono ritenersi in questa sede integralmente riportate, manca la portata offensiva e le dichiarazioni sono espressione del diritto di critica ex art. 51 c.p. .”

Questa la notizia, l’ennesima querela disinnescata che ha lo stesso valore simbolico delle bombe del 2018, del proiettile del 2009 e delle tante minacce e aggressioni di questi anni. L’obiettivo è sempre lo stesso, imbavagliare l’informazione libera. La narrazione dei fatti di questa querela dimostrerà, oltre l’infondatezza delle accuse, il tentativo di delegittimare e  screditare chi da oltre 30 anni è cittadino attivo.

L’incipit della querela del Maggialetti va anche oltre: “Da ormai diverso tempo, la società da me amministrata, che svolge attività di intrattenimento ed organizzazione di eventi da molti anni con indiscussa professionalità e serietà, è soggetta a gravi e diffamatori attacchi mediatici da parte di tale Matteo d’Ingeo”.

Per poi affondare, fino all’incredibile, le sue accuse: “La vicenda trae origine da un insolito interesse del d’Ingeo, in ordine all’occupazione di spazio – in area pubblica e demaniale – nei pressi della Cala Sant’Andrea sita in Molfetta, in seguito all’apertura del chiringuito “Casa del mar” gestito dalla società da me amministrata. In particolare, in data 24.08.2020 il sig. d’Ingeo rilasciava delle dichiarazioni, sia sul blog “Movimento Liberatorio” che sul social network Facebook, con le quali, senza alcuna fondatezza o riscontro, dubitava della corretta posizione del chiosco, oltre che della corretta procedura di presentazione dell’autorizzazione all’occupazione di spazi ed aree pubbliche, in area demaniale, da me legittimamente presentata.  Il d’Ingeo, in tutti i suoi post pubblicati, oltre a menzionare ripetutamente la Casa del mar, poneva in dubbio le autorizzazioni concesse dal Comune di Molfetta, senza tuttavia proporre alcuna formale denuncia. Tale vicenda è durata sino all’ultima pubblicazione avvenuta in data 12.01.2021“.

E non solo. Quest’ultimo ha pubblicato a partire dal 23.06.2021, anche più volte nell’arco della giornata e sui vari social network oltre che sul sito Movimento liberatorio, l’articolo “La storia semiseria.. il bando del Park Club intercettatodove, in ordine alla concessione dell’area pubblica di proprietà comuna­le denominata “Park club”, “fantasticaun’intercettazione tra un dirigente comunale e un cittadino interessato al bando comunale per la gestione della predetta area.

Nell’articolo pubblicato per la prima volta in data 23.06.2021, si legge espressamente “Apprendiamo, senza stupore, che è pervenuta una sola offerta presentata dalla GEST MAGGI S.R.L.S., cioè una delle società che ottennero le dubbie autorizzazioni concesse dal Sindaco Tommaso Minervini, nell’estate 2020, nell’area di Cala Sant ‘Andrea“.

E inoltre,” in data 13 e 15.07.2021, per ben due volte, pubblica­va nel proprio profilo Facebook la seguente frase: “Oggi è un grande giorno perché si è concretizzata una profezia. Tra l’altro invito gli ami­ci, a cui avevo preannunciato l’esito di questo bando, a rileggersi tutta la “storia semiseria”, perché nei prossimi giorni ci saranno approfondimenti che spero stuzzichino gli appetiti investigativi della Procura“.

“Orbene, alla luce di quanto sopra riportato, il sig. Matteo d’Ingeo ha più volte dimostrato un accanimento ingiustificato ed ecces­sivo nei miei confronti, diffamando la mia attività oltre che ledere le mie qualità personali, morali, sociali e professionali. Ne consegue che la pubblicazione dei predetti articoli ha provo­cato un ingente danno economico e un indiscutibile danno d’immagine che certamente avrà gravi ripercussioni sulla mia attività…”.

In seguito il PM Dott. Lucio Vario ha dedotto:

In data 16 settembre 2021 MAGGIALETTI Roberto, in qualità di amministratore della GEST. MAGGI S.R.L.S., produceva denuncia-querela nei confronti di D’INGEO Matteo per il reato sopra rubricato, allegandovi ulteriori fotocopie riproducenti scritti in internet (siti, web e social network). In particolare, il MAGGIALETTI sosteneva che la società da lui amministrata fosse da tempo bersaglio di “gravi e diffamatori attacchi mediatici” da parte del D’INGEO, in relazione alla concessione di una area demaniale nei pressi di Cala Sant’Andrea in Molfetta, per l’apertura del chiosco denominato “Casa del Mar”, e alla concessione annuale dell’area pubblica di proprietà comunale denominata “Park Club”, entrambe in favore della stessa GEST. MAGGI S.R.L.S. La notizia di reato è infondata, difettando l’elemento oggettivo del reato.

Ai fini della configurabilità del reato di diffamazione è necessario che sia lesa l’altrui reputazione. Ma dagli atti allegati alla querela non è possibile evincere nessuna offesa dell’altrui reputazione, non essendo le esternazioni fatte dal D’INGEO a mezzo internet oggettivamente idonee a porre in cattiva luce, agli occhi della collettività, il buon nome commerciale del MAGGIALETTI.

Diversamente gli scritti e i commenti pubblicati dal D’INGEO su vari siti web e sulla propria bacheca Facebook appaiono esclusivamente finalizzati a portare all’attenzione della cittadinanza determinate vicende relative alla gestione amministrativa del Comune di Molfetta e ad alimentare il pubblico dibattito e non, invece, a sferzare attacchi gratuiti alla persona e all’attività imprenditoriale del MAGGIALETTI.

In subordine, anche laddove si dovesse ravvisare nelle parole del D’INGEO un carattere offensivo dell’altrui reputazione, l’eventuale condotta diffamatoria risulterebbe in ogni caso scriminata, poiché la formulazione delle predette espressioni troverebbe comunque copertura sotto la causa di giustificazione dell’esercizio di un diritto ex art. 51 c.p. e, specificamente, del diritto di critica, costituzionalmente garantito dall’art. 21 Cost.

Giova infatti ribadire come gli scritti oggetto del presente procedimento concernano MAGGIALETTI tutt’al più di riflesso. Ma ciò e praticamente inevitabile dato il contesto pubblico nel quale i fatti narrati e commentati si collocano e, in ogni caso, l’interesse della cittadinanza alla conoscenza di vicende riguardanti la gestione amministrativa comunale deve ritenersi nel caso concreto prevalente rispetto alle doglianze del MAGGIALETTI. Trattasi invero di fatti realmente accaduti e di pubblico dominio, criticamente messi in raffronto con altri documenti ed atti amministrativi.

Proprio la non genericità, ma anzi il riferimento a vicende puntuali, conferma l’assenza di gratuità ed aggressività nelle esternazioni del D’INGEO. Ancora, neppure il ricorso a forme verbali dubitative o interrogative da parte del D’INGEO può essere interpretato come sintomatico di offese generiche e gratuite, poiché ogni giudizio critico è per definizione soggettivo, dunque congetturale (ad esempio, il D’INGEO legittimamente avanza delle riserve sulla circostanza che ad una procedura di gara aperta, nella quale qualsiasi operatore economico può presentare un’offerta, abbia preso parte la sola GEST.MAGGI SRLS). Occorre infine pure rammentare come la critica formulata in campo politico sia connotata da limiti più ampi di quelli della critica tout court. Nel caso di specie, non può negarsi che, essendo gli scritti del D’INGEO finalizzati essenzialmente a formulare un giudizio critico negativo sull’operato amministrazione comunale, essi partecipino di una natura sostanzialmente politica e perciò incontrino minori limiti espressivi.

Considerato che difetta pure l’elemento soggettivo del reato, dal momento che non risulta evidente che il D’INGEO volesse ledere o accettasse il rischio di ledere la reputazione del MAGGIALETTI, ritenuto quindi che la notizia di reato è infondata chiede che il Giudice per le indagini preliminari in sede voglia disporre l’archiviazione del procedimento”.

 

Alle conclusioni del Dott. Vaira, si aggiungano anche altri chiarimenti. L’opponente Maggialetti allega alla sua querela, la lettera aperta al Sindaco scritta dal d’Ingeo  – “Il Sindaco revochi o sospenda, in autotutela, le autorizzazioni dei due chioschi in Cala Sant’Andrea” ma dimostra chiaramente di mal interpretare, o comunque di confondere, il vero obiettivo della missiva.

In particolare così scrive il querelante: “in data 24.08.2020 il sig. D’Ingeo rilasciava delle dichiarazioni con le quali, senza alcuna fondatezza o riscontro, dubitava della corretta posizione del chiosco, oltre che della corretta procedura di presentazione dell’autorizzazione all’occupazione di spazi ed aree pubbliche, in area demaniale, da me legittimamente presentata”.

Dispiace contraddire tale tesi ma, come è facilmente intuibile leggendo la lettera-denuncia in parola,  l’obiettivo non è “la procedura di presentazione dell’autorizzazione all’occupazione di spazi ed aree pubbliche, in area demaniale”, legittimamente presentata dalla Gest Maggi srls, ma la dubbia procedura autorizzativa utilizzata dal sindaco Tommaso Minervini e dai suoi uffici .

Tra l’altro, l’autorizzazione riguardava non solo la Gest Maggi srls, ma anche la “Trés Jolie Lounge Bar s.a.s.”, e quest’ultima era presentata sulla pagina FB come “Barbaro – Birreria e Vineria sul Mare”, cosicché è evidente che il riferimento all’arrivo del “barbaro”, di cui si duole il Maggialetti nel proprio atto di opposizione, è riferito al “Barbaro – Birreria e Vineria sul Mare”, dunque alla Trés Jolie Lounge Bar s.a.s. e non ad altri, tanto meno alla Gest Maggi s.r.l.s.

Ancora, Maggialetti scrive in querela: “Il d’Ingeo, in tutti i suoi post pubblicati, oltre a menzionare ripetutamente la Casa del mar, poneva in dubbio le autorizzazioni concesse dal Comune di Molfetta, senza tuttavia proporre alcuna formale denuncia”. 

Ebbene, il signor Maggialetti non poteva saperlo, ma il signor d’Ingeo, proprio per le finalità della sua attività di  cittadinanza attiva, non si è limitato a pubblicare in data 30 agosto 2020 la lettera aperta al sindaco dal titolo –  “Il Sindaco revochi o sospenda, in autotutela, le autorizzazioni dei due chioschi in Cala Sant’Andrea”-  ma in data  18 settembre 2020 ha inviato un esposto all’attenzione della Procura di Trani, al Prefetto di Bari, ai Comandi della Guardia di Finanza e Carabinieri di Molfetta e all’ANCI- Associazione Nazionale Comuni Italiani avente lo stesso contenuto della lettera aperta al Sindaco. Dell’esito di questi esposti si è ancora in attesa di notizia.

Infine, il querelante passa ad esaminare l’intervento del d’Ingeo su un altro argomento di pubblico interesse, ovverosia la concessione di un’area pubblica di proprietà comunale denominata “Park Club” sita in Molfetta e, a tal riguardo, si duole del fatto che il signor d’Ingeo abbia “fantasticato” in merito all’intercettazione di una telefonata tra un dirigente comunale ed un cittadino interessato al bando comunale per la gestione di tale.

Orbene, è vero sì che – in maniera del tutto lecita visto che “fantasticare” non è un reato –  il d’Ingeo si è scherzosamente inventato un dialogo telefonico tra un ipotetico dirigente comunale e un possibile concorrente al bando per la concessione dell’area comunale Park Club, parlando successivamente di “profezia” che si è concretizzata, ma se lo ha fatto c’era un perché.

Invero, l’avviso pubblico del Comune di Molfetta “PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO IN CONCESSIONE DELL’AREA PUBBLICA DENOMINATA “PARK CLUB”, DA DESTINARE AD ATTIVITA’ RICETTIVE E SERVIZI” è stato, per lui, un segno premonitore.

Il comma a) del punto 2), di detto avviso, così recitava:  “Ferma restando la finalità di cui al precedente capoverso, sulla predetta area potrà essere esercitata l’attività di somministrazione di alimenti e bevande e forniti servizi aggiuntivi anche a pagamento al fine di migliore la fruizione del tratto di spiaggia pubblica adiacente attraverso la realizzazione:

  1. a) di minimo 2 e massimo n. 6 chioschi in materiali ecocompatibili, esclusivamente di colore bianco, completamente amovibili, che non posseggano alcun collegamento di natura permanente al terreno e presentino le caratteristiche dimensionali e tecnico- costruttive previste dalle normative regionali di settore, da installarsi a cura del richiedente nel rispetto dei requisiti igienico sanitari previsti per l’attività da esercitarsi, inclusi gli allacciamenti alle reti dei servizi; i chioschi dovranno essere conformi alle tipologie, caratteristiche e dimensioni previste dalle norme vigenti in materia di urbanistica, di igiene, ambiente, sicurezza;” .

Qualsiasi cittadino, che avesse seguito tutto il procedimento dei due chioschi in Cala Sant’Andrea, dopo aver letto il comma a) dell’avviso pubblico, di cui sopra, avrebbe pensato subito a quei 2 chioschi di Cala S.Andrea “bianchi”, in “materiale ecocompatibile” e senza  “alcun collegamento di natura permanente al terreno”.

E d’Ingeo non poteva prevedere una “profezia” diversa, ancor più perché aveva studiato la documentazione e ne aveva dettagliatamente descritto il contenuto nei vari interventi in rete.

L’invenzione “fantastica” dell’ironica intercettazione di cui si duole l’opponente è stata poi ispirata dai legittimi dubbi che quel comma a) del bando alimentavano quando si faceva riferimento alle “caratteristiche dimensionali e tecnico- costruttive previste dalle normative regionali di settore”, ai “requisiti igienico sanitari previsti per l’attività da esercitarsi”, alle “tipologie, caratteristiche e dimensioni previste dalle norme vigenti in materia di urbanistica, di igiene, ambiente, sicurezza”; generici riferimenti a non meglio identificabili leggi o regolamenti, nazionali, regionali o locali. Rimaneva solo la “profezia” finale dell’individuazione anticipata del vincitore del bando. 

Tre erano le possibilità, l’aggiudicazione dell’area del Park Club, sarebbe potuta andare alla “Trés Jolie Lounge Bar s.a.s.” o alla “GEST MAGGI s.r.l.s”, oppure ad entrambe con la costituzione di associazione temporanea d’impresa, quest’ultima opzione prevista dal bando.

Tra le tre possibilità ha prevalso la proposta della società Gest Maggi. Una precisazione sia, poi, consentita, per amor di verità. In atto di opposizione si fa riferimento all’ “area pubblica denominata “Park Club”, in totale stato di degrado ed abbandono”.

Tale affermazione non corrisponde al vero perché, dopo l’esito del bando, il Comune ha provveduto alla bonifica, messa in sicurezza e al ripristino dello stato dei luoghi dell’area per poter procedere all’aggiudicazione definitiva dell’area alla società Gest Maggi srls, investendo circa 43.000,00 euro. Questo non lo dice il “profetico” d’Ingeo, ma la Determinazione Dirigenziale Nr. Gen. 198 del 27.04.2022.

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