Mentre leggete questo articolo nel paese si gioca il futuro di un partito in via di estinzione, il Partito Democratico. Un partito alla ricerca di una identità smarrita e di una nuova autonarrazione. La crisi del PD riflette la crisi di una vasta area politica che si colloca a sinistra/centro-sinistra. Il PD cerca il suo nuovo capopopolo tra quattro sfidanti, e ognuno di loro rischia, una volta eletto, di essere un capopopolo senza popolo.
L’anima della “vecchia corriera” – Una vecchia corriera anche se condotta da un nuovo e ben disposto conducente non va molto lontano, anche se negli ultimi trent’anni gli hanno rifatto la carrozzeria, i freni, la tappezzeria e cambiato il nome. La vecchia corriera, che in ogni tornata elettorale, cambia viaggiatori e itinerari di viaggio, perderà colpi e si fermerà inesorabilmente. Il problema è nel vecchio motore che non risponde più alle esigenze del popolo viaggiatore; è lento e obsoleto rispetto ai tempi della società in continuo divenire. In questo gioco di metafore potrebbe starci bene l’uso dell’ormai nota “rottamazione” di renziana memoria, abbandonando al proprio destino la vecchia corriera. L’unica accortezza che userei, prima di lasciarsi alle spalle il cancello dello sfasciacarrozze, è portasi via l’anima di quella vecchia corriera, fatta di voci, ricordi, incontri e scontri, volti solcati dalla fatica e sacrificio. Tutto questo era il partito, che non c’è più. Non c’è più il partito della falce e martello e non ci sono più i partiti politici di una volta.
C’era una volta il partito – E non perché sono stati soppiantati dall’antipolitica e dal populismo, anzi, questi ultimi sono diventati i nemici o fantasmi da combattere e… di battaglia in battaglia, i partiti sono morti senza rendersi conto che combattevano un finto nemico. Il populismo e l’antipolitica sono frutto del loro fallimento e figli della crisi del sistema “partito”. Quando suggerisco di…
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