La candidata sindaco Paola Natalicchio risponde alla lettera dei 25 cittadini attivi

Il 13 marzo scorso un gruppo di cittadinanza attiva – Mario Albrizio, Michele Altomare, Dino Aurora, Alfonso Balducci, Luciana Binetti, Domenico Brattoli, Gaetano Camporeale, Maria Cappelluti, Nicolò del Vescovo, Matteo d’Ingeo, Gaetano Di Stefano, Marco Di Stefano, Giuseppe Fiorentino, Laura Fusillo, Danilo Masiello, Vincenzo Mastromauro, Patrizia Mongelli, Rosa Mongelli, Tonino Pisani, Nicola Fortunato Poli, Nunzia Scardigno, Nicolò Spaccavento, Pino Spadavecchia, Tiziano Spadavecchia, Luigi Tedesco – scrive una lettera aperta al candidato sindaco Paola Natalicchio.

Ieri 16 marzo Paola Natalicchio risponde pubblicamente alla loro lettera.

Cari amici,

leggere la vostra ampia e articolata lettera è stato per me un momento di vero arricchimento. Le vostre parole hanno avuto un merito immediato: irrompere nei rituali di ogni avvio di campagna elettorale e trascinarci al cuore dei problemi di questa città, che chiedono risposte puntuali e urgenti.

Partite da una richiesta di rivoluzione morale e culturale, che non mi trova indifferente e che anima nel profondo il progetto politico che ho il privilegio e anche l’orgoglio di rappresentare con la mia candidatura.

Siccome ho profondo rispetto delle battaglie nobili e intense che avete condotto in prima linea in questi anni, proverò a riservarvi in questa mia risposta la franchezza che spetta a chi, pur nelle diversità, è animato da intenzioni serie e profonde di trasformazione virtuosa, etica e materiale, della città.

Non vi nascondo che alcune delle vostre richieste ci trovano su posizioni di una distanza oggettiva che, in nome della chiarezza con cui ho deciso di affrontare questa campagna elettorale, non voglio nascondervi.

Mi chiedete un’operazione di pulizia delle liste che sosterranno la mia candidatura, che nelle sue intenzioni è pienamente comprensibile. Dobbiamo blindare un progetto di radicale trasformazione della città da possibili contiguità con il passato, ed è vero. Ho sentito la stessa, identica esigenza quando ho deciso di escludere dal nostro schema di coalizione quelle forze politiche legate a doppio filo, direttamente o indirettamente, alla stagione politica e amministrativa che intendiamo metterci alle spalle. E quando ho chiesto ai partiti e ai movimenti che sostengono la mia candidatura di dotarsi di un “dispositivo di sicurezza”: evitare di includere nelle liste chiunque abbia svolto incarichi amministrativi e di gestione nelle precedenti giunte Azzollini.

Mi pare che sia rispetto al sistema di governo del sindaco-senatore, infatti, che noi dobbiamo esprimere una compiuta e radicale discontinuità. È al modello di città megalomane e sconclusionato proposto negli anni dal suo impero che dobbiamo contrapporne un altro, del tutto e limpidamente alternativo. Estendere un veto alla partecipazione nelle liste agli ultimi trent’anni di vita amministrativa cittadina mi sembrerebbe una scelta francamente inopportuna, perché significherebbe liquidare frettolosamente e in blocco anche esperienze di governo progressiste che io in passato ho sostenuto. E dunque è questa per me una richiesta inaccettabile. Non credo che la gestione Azzollini sia assimilabile a quelle precedenti né credo che possiamo fare un unico fascio d’erba di un trentennio di esperienze amministrative.

Altra cosa è dire che i candidati delle nostre liste non possano “essere stati condannati per reati attinenti la pubblica amministrazione e non e debbano essere sospesi da ogni carica e/o incarico amministrativo in caso di procedimento giudiziario a carico e/o condanna per reati contro la Pubblica Amministrazione e qualunque altro reato che possa interferire con la perdita di onorabilità della persona”. Su questo non posso che essere pienamente d’accordo e svolgerò la massima e assoluta vigilanza.

Mi chiedete poi di comunicare in modo trasparente di costituire un “governo ombra” da presentare già in campagna elettorale. È una proposta in linea di principio plausibile. Ma credo ci sia solo un modo per fermare il mercantile “suk” delle contrattazioni di posizioni di potere che precede, accompagna e segue ogni campagna elettorale. Noi dobbiamo dire con chiarezza che le nomine della squadra di governo verranno decise e comunicate dopo le elezioni, senza nessuno schema preordinato. E più che sui nomi, credo che la campagna elettorale vada centrata sui temi su cui lavorare subito. In questo senso, l’invito che vi rivolgo è quello di partecipare ai gruppi di lavoro sul programma partecipato che nei prossimi giorni elaboreranno le loro proposte per un governo nuovo della città.

Credo anche che le campagne elettorali possano essere momenti di virtuosa scoperta di talenti ed eccellenze nascoste. Dunque ogni decisione sarà presa in modo trasparente dopo, non all’ombra e senza ombre, alla piena luce del sole. E anche sulla base dei segnali arrivati dal libero voto dei cittadini, che in quanto strumento democratico dobbiamo saper ascoltare e interpretare.

Voi chiedete di concordare il programma settore per settore. Ne sono entusiasta, perché è questo il metodo con cui vogliamo costruire un’idea nuova di città: un percorso programmatico condiviso, in cui tener conto del contributo di tutti e soprattutto di chi, come voi, ha avuto esperienze di protagonismo in associazioni, movimenti e reti di cittadinanza attiva.

Apprezzo moltissimo la fiducia con cui iniziate a suggerirmi una lista di azioni urgenti da mettere in campo, gran parte delle quali sono in assoluta sintonia con le linee guida della nostra proposta di cambiamento della città.

Credo anch’io, ad esempio, che una nuova amministrazione debba farsi carico della promozione di una grande operazione-verità sull’inquinamento del nostro mare, causato anche dall’ingente quantità di bombe che ancora lo infestano. Bisogna entrare in relazione e se necessario in conflitto con i soggetti istituzionali che hanno le responsabilità e i mezzi di bonificare le nostre acque, tutte le nostre acque e non solo quelle che interessano il nuovo Porto. La silenziosa solidarietà nei confronti delle associazioni che da anni denunciano documentatamente il fenomeno non basta. Serve un patto civile e ambientale tra comune e movimenti, un’azione di pressione comune che vada nella direzione di una bonifica ambientale non più rinviabile. Credo anche che un’amministrazione locale abbia il dovere giuridico e morale di vincolare le grandi imprese al rispetto dell’ambiente e del territorio. È indubbio che l’impatto ambientale di una realtà come la Powerflor meriti un’azione di stretta osservazione, nell’interesse della tutela della salute dei cittadini, bene primario e non contrattabile, come sancito solennemente dalla nostra Costituzione.

Sollevate moltissime altre questioni. Ricostruire la memoria storica di eventi tragici come l’omicidio Carnicella, e farlo in un’operazione di scavo corale non rituale ed episodico, anniversario per anniversario, bensì collettivo e profondo è indiscutibilmente doveroso. Così come è prioritario trovare meccanismi di attivazione partecipata dei cittadini in risposta all’emergenza sicurezza, che sta minando le basi della nostra convivenza civile in città. E ancora: inclusione dei comitati di quartiere nelle decisioni che riguardano la pianificazione del territorio; scommessa strategica sulla mobilità sostenibile e su un piano energetico legato allo smaltimento dei rifiuti, trasparenza sull’assegnazione degli appalti pubblici e intransigenza nei confronti di un abusivismo che moltiplica le sacche di “illegalità tollerata” in città. Sono tutti punti di assoluto contatto tra il progetto di cui mi impegno ad essere interprete e le vostre proposte.

Credo sia tempo di riannodare con spirito costruttivo il rapporto tra politica istituzionale e movimenti di cittadini attivi in questa città e credo che questa relazione sia stata anestetizzata da numerosi anni di degrado civile che ha parcellizzato anche le migliori esperienze di militanza in città. Credo che questa campagna elettorale sia un’occasione irripetibile per ritrovarsi su un fronte unitario, con tutte le forze responsabili, e inaugurare un percorso di condivisione maggioritaria di una proposta politica che ha l’ambizione di essere innovativa nei metodi e nei contenuti e che pur chiedendo alle vostre istanze qualche mediazione in nome del buonsenso, non si piega alla contiguità né al compromesso.

Se riterrete che io possa, su queste basi, essere garante di un confronto fecondo tra partiti e movimenti in città non potrò che accogliere con sincero entusiasmo questo vostro invito alla responsabilità.

Un abbraccio,

Paola Natalicchio

Molfetta, 16 marzo 2013

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