Io so che tu sai che io so – Marco Travaglio 30-7-2015

8899lezzi
CONTRO*CORRENTE

Bene ha fatto Renzi a disertare, cosa mai accaduta a un segretario del Pd, il comizio di chiusura alla Festa dell’Unità di Roma. La gente, la sua gente, dopo averlo plebiscitato 19 mesi fa alle primarie, l’avrebbe accolto a fischi e pernacchie. I motivi erano già noti l’altroieri: Jobs Act, Buona squola, Italicum, Senato, tasse, bavaglio, reclutamento di Verdini&C. Ieri poi s’è toccato il fondo con un triplete che nemmeno il Barcellona: il Pd che salva Azzollini dall’arresto, poi manda avanti i soliti scudi umani a giurare che Renzi era all’oscuro di tutto e la Serracchiani a chiedere scusa piangendo lacrime di coccodrillo; Padoan che annuncia il nuovo assalto alla diligenza Rai con la legge Gasparri, in barba a tutti i propositi di riforma; e i partiti che bocciano gli ordini del giorno M5S per tagliare 100 milioni ai costi della Casta. Una grande festa della Banda Larga con baci, abbracci e fuochi d’artificio.

Un gioioso revival del berlusconismo trionfante sotto mentite spoglie.

Il caso Azzollini riassume perfettamente la rivincita della Casta contro tutto e tutti. Dal 10 giugno tre persone sono in carcere e sette agli arresti domiciliari, più 15 indagati a piede libero, per associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta e altri reati a proposito del crac da mezzo miliardo della Congregazione Ancelle Divina Provvidenza, con sedi a Bisceglie, Foggia e Potenza. Gli arresti, chiesti dalla Procura di Trani, disposti dal Gip della stessa città e confermati dal Riesame di Bari, riguardavano anche un undicesimo inquisito: Antonio Azzollini, ex FI e ora Ncd, per ben 12 anni presidente della commissione Bilancio del Senato (dal 2001 al 2006 e dal 2008 al mese scorso). Essendo senatore, per arrestarlo (e solo ai domiciliari) i giudici han dovuto chiedere il permesso a Palazzo Madama. Prim’ancora di leggere le carte, solo in base alle agghiaccianti ricostruzioni dei giornali, il presidente del Pd Matteo Orfini disse subito che il partito avrebbe votato Sì all’arresto: un figurone, in vista delle regionali. Poi l’8 luglio, letti tutti gli atti, la giunta per le autorizzazioni dà il via libera alla cattura con 13 Sì (Pd, M5S e Lega) e 7 No (FI, Psi e Ncd). Ieri, in aula, contrordine compagni: 189 No, 96 Sì e 17 astenuti.

Siccome i partiti dichiaratamente contrari all’arresto (Ncd-Udc, FI, Gal e Autonomie) totalizzavano 128 senatori, almeno 60 del Pd (metà del gruppo parlamentare) hanno votato in modo decisivo per salvare Azzollini dalla galera.

Complimenti vivissimi. Ma nessuna sorpresa. Nella Repubblica del Ricatto era altamente improbabile che il ras alfaniano scampasse alle manette. Come ha raccontato al Fatto Barbara Lezzi dei 5Stelle, che l’ha visto all’opera in commissione Bilancio senza le lenti deformanti della Casta che cancellano ogni distinzione fra normalità e anormalità,

barbara-lezzi-servizio-pubblico-1“lui non presiede la commissione: la dirige a suo piacimento. Le sedute durano un quarto d’ora. Azzollini prepara il lavoro nella sua segreteria, poi presenta i pareri già pronti e compilati. Non vuole mai votare, nonostante le nostre insistenze. ‘Non ce n’è bisogno, la maggioranza è d’accordo’, risponde. Poi guarda i membri dei partiti di governo, e sono sempre sguardi d’intesa… Tende a respingere tutti i nostri emendamenti, anche perché quando entra in commissione ha già chiuso l’accordo con la maggioranza…

Parla raramente in aula, ma quando lo fa cala il silenzio, e dopo i suoi interventi riceve molti complimenti. È potente, perché accontenta e garantisce tutti. Quando serve, trova sempre la copertura economica per il provvedimento che gli preme, la classica ‘pezza’” .

Disquisire di diritto o di libertà di coscienza (casomai qualcuno ne avesse una) non è sbagliato: è inutile. Ieri i senatori sapevano benissimo che il diniego a una richiesta di arresto è consentito dalla Costituzione solo nel caso, più unico che raro, di “fumus persecutionis”, cioè di un’inchiesta basata sul nulla e condotta da toghe politicamente e dichiaratamente ostili all’arrestando. Qui ci sono dieci persone in carcere per decisione di un pm e di un gip, confermata da tre giudici di un’altra città, e ce n’è un’undicesima accusata di aver fatto le stesse cose che però ha avuto l’accortezza di rifugiarsi in Parlamento. Dunque il voto di ieri non c’entra nulla con la legge, infatti è fuorilegge: c’entra con i giochetti sporchi di un governo senza maggioranza nel Paese e con una maggioranza truccata da una legge elettorale incostituzionale in Parlamento, ridotto a mercanteggiare ogni giorno con le peggiori canaglie. Un anno fa, per farsi bello alla vigilia delle elezioni europee, il Pd votò per l’arresto del suo ras messinese, Francantonio Genovese, che ancora alberga nelle patrie galere. Ma non poteva permettersi di fare altrettanto con Azzollini: paradossalmente l’Ncd, che sfugge ai sondaggi ma non ai mattinali di questura, conta più del Pd. Infatti a fine 2014 il Pd votò contro l’autorizzazione all’uso delle sue intercettazioni, e ieri ha concesso il bis sul suo arresto. Altrimenti il governo sarebbe caduto o si sarebbe ulteriormente indebolito. Al ricatto politico, si aggiungono poi quelli impliciti dell’uomo che non deve chiedere mai perché ha fatto favori a tutti: gli basta guardarli negli occhi. Lui sa tutto di tutti, e tutti sanno che lui sa. Resta solo da capire che differenza passi fra Roma e Corleone.

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi