A Molfetta sicuramente la situazione è sfuggita di mano, tant’è che il nostro sindaco non ha più il coraggio di aggiornarci sul numero di casi positivi registrati in città. Siamo passati dai 5 casi del 29 settembre, ai 17 casi del 5 Ottobre, e poi una continua corsa in salita fino all’ultimo aggiornamento del 6 novembre con 180 casi. Ci permettiamo di ipotizzare che questi numeri siano in difetto rispetto alla realtà e che il sistema sanitario locale, assieme a quello regionale ha dimostrato di non essere all’altezza della situazione. A darci ulteriore conferma delle nostre preoccupazioni c’è una lettera che abbiamo ricevuto da un nostro concittadino che vuole diventare voce per chi non ne ha. E noi la pubblichiamo condividendo i suoi dubbi.
“Ho chiesto alla dottoressa dell’Usca se poteva darmi un’occhiata, dato che mi sentivo male, saturazione 90, affanno, respirazione difficoltosa. Mi ha detto di no, che lei effettuava solo il tampone, e poi è letteralmente fuggita via.
Sono rimasto senza parole e mi chiedo:
1) Ma questi dottori delle Usca non devono dare nessuna consulenza ai pazienti da cui vanno?
2) È proprio vero che loro fanno solo i tamponi e poi non hanno alcuna altra responsabilità?
3) Non mi ha chiesto come stessi (avevo la febbre) e che cura stessi facendo.
3) È possibile risalire a questo medico?
4) E’ possibile avere un medico Usca che ci venga a visitare? Un banale e semplice dottore che ci guardi in faccia e ci dica se la cura che stiamo facendo ha un senso o no.
5) Il presidente Emiliano e il nuovo assessore Lopalco sono al corrente di questa situazione?
Non credo che se fossi stato un senatore, o un onorevole, o un politico mi avrebbero trattato in questo modo «surreale». Vorrei dare voce anche a chi voce non ha”.
L.Tedesco
Molfetta (Bari)