È durata pochi minuti giovedì la prima udienza dibattimentale del processo che vede imputati nella prima sezione penale del tribunale di Trani Oronzo Maria Amato, legale rappresentante della società molfettese di distribuzione Ingross Levante (operante in tutta Italia con il noto marchio Migro Cash & Carry) e altri quattro imputati, grossisti, coinvolti nell’inchiesta della procura tranese su una presunta truffa all’erario che nel 2005 portò a 48 arresti.
Difetti di notifica a due imputati hanno indotto il collegio presieduto da Cesaria Carone (a latere Lorenzo Gadaleta e Francesco Messina) ad accogliere la richiesta sollevata dagli avvocati difensori Maurizio Masellis e Leonardo Iannone, e rinviare l'udienza.
I fatti contestati dal pm Ettore Cardinali risalgono a un periodo che va dal 2003 al 2005. Secondo la procura, la società molfettese avrebbe messo in atto un meccanismo per aggirare l’imposta sul valore aggiunto (Iva), attraverso la vendita di merce ad alcune società fittizie all’estero (sfruttando la normativa comunitaria che in questo caso prevede l’esenzione dall’imposta). Ma i prodotti non valicavano i confini nazionali, finendo sul mercato in particolare pugliese e campano.
L’inchiesta tranese ha dato origine a un altro ramo, nel cui ambito il 20 novembre dello scorso anno il sostituto procuratore Giuseppe Maralfa ha chiesto il rinvio a giudizio per 142 persone, imputate del reato di associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture soggettivamente inesistenti, alla dichiarazione dei redditi fraudolenta e alla omessa dichiarazione dei redditi. Tra questi, il legale rappresentante della Ingross Levante.
Si tornerà in aula il prossimo 22 settembre. Il procedimento conta anche una costituzione di parte civile: è l’Agenzia delle entrate, che ha presentato una richiesta di risarcimento danni pari a 134 milioni di euro.
Magari la GdF dovrebbe controllare anche la situazione della casa editrice "la città" dell'amato Amato…