Dovranno rispondere a vario titolo delle accuse di associazione a delinquere e altri reati fiscali Oronzo Maria Amato, legale rappresentante della società molfettese di distribuzione Ingross Levante operante in tutta Italia con il noto marchio Migro Cash & Carry e altri quattro imputati, coinvolti nell’inchiesta della procura di Trani su una presunta truffa all’erario che nel 2005 portò a 48 arresti.
L’ha deciso ieri il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Trani Roberto Olivieri del Castillo, accogliendo le richieste del pubblico ministero Ettore Cardinali.
I fatti contestati risalgono a un periodo che va dal 2003 al 2005. Secondo la procura, la società molfettese avrebbe messo in atto un meccanismo per aggirare l’imposta sul valore aggiunto (Iva), attraverso la vendita di merce ad alcune società fittizie all’estero (sfruttando la normativa comunitaria che in questo caso prevede l’esenzione dall’imposta). Ma i prodotti non valicavano i confini nazionali, finendo sul mercato in particolare pugliese e campano.
Assieme ad Amato, compariranno davanti alla sezione collegiale a partire dal prossimo 19 maggio anche quattro intestatari di partite Iva finiti nel mirino del nucleo della polizia tributaria delle fiamme gialle di Bari.
Nel procedimento si è costituita parte civile l’Agenzia delle entrate, che ha presentato una richiesta di risarcimento danni pari a 134 milioni di euro.
Quello giunto all’udienza preliminare di venerdì è uno dei due rami dell’inchiesta tranese. Lo scorso 20 novembre, infatti, il pubblico ministero Giuseppe Maralfa ha chiesto il rinvio a giudizio per 142 persone, imputate del reato di associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture soggettivamente inesistenti, alla dichiarazione dei redditi fraudolenta e alla omessa dichiarazione dei redditi. Tra questi, il legale rappresentante della Ingross Levante.