Incendiata l’auto del prete che ospita l’antimafia sociale

fonte. http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it – di VITO MIRIZZI

Un’intera comunità parrocchiale è sgomenta, ma allo stesso tempo determinata a far quadrato intorno al suo parroco. Una settimana fa, nei pressi della sua abitazione di Cellamare, a don Valentino Campanella, parroco della chiesa intitolata a San Giuseppe Moscati a Triggiano, è stata distrutta da un incendio la sua autovettura privata. Intorno alle due di notte, tra venerdì e sabato scorso, l’auto del prelato è stata avvolta dalle fiamme e solo l’intervento tempestivo di un vigile urbano cellamarese ha evitato il peggio per i veicoli e le abitazioni circostanti. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri per risalire all’autore del gesto. Uno squilibrato o vandalismo? Forse, ma alcune circostanze e concomitanze aprono altri interrogativi.

Un anno fa circa anche all’ex parroco don Salvatore De Pascale (cui proprio don Valentino è succeduto nel 2016) è stata data alle fiamme l’autovettura personale sotto l’abitazione di casa sua a Bari. Due episodi diversi, probabilmente, ma la simmetria tra i due roghi delle auto dei due parroci della medesima parrocchia (denominatore comune) nei rispettivi paesi di residenza rappresentano un parallelismo che non fa certo una prova, ma un legittimo sospetto forse.

È una pista che gli inquirenti stanno battendo, ma potrebbe trattarsi solamente di gesti isolati e differenti, opera di ignoti e per ragioni non definite. A rafforzare la gravità del gesto ricorre la circostanza che don Valentino, dopo l’episodio, è rimasto a casa sua chiedendo un periodo di riposo in cui ancora si trova. Infatti, è arrivato monsignor Domenico Ciavarella, vicario dell’arcivescovo di Bari-Bitonto, che sta celebrando messa da una settimana a San Giuseppe Moscati.

LONGO: ISOLARE E PUNIRE I RESPONSABILI – «Esprimo la mia personale solidarietà a don Valentino Campanella, parroco della chiesa San Giuseppe Moscati di Triggiano, vittima di un atto di inaudita violenza. Certo che le Forze dell’ordine agiranno con determinazione per fare piena luce sull’attentato che ha distrutto la vettura di don Valentino, sottolineo con forza la necessità di riunire gli sforzi per dar vita ad un nuovo percorso democratico atto a isolare e punire duramente gli autori di tali criminali intimidazioni». Lo afferma in una nota il vicepresidente del Consiglio regionale della Puglia, Peppino Longo.
Longo sottolinea «lo sgomento personale nell’apprendere di un episodio che potrebbe rappresentare l’ennesima ignobile intimidazione ai danni di quella Chiesa che sul territorio è impegnata in prima linea – la parrocchia è anche sede di Libera – nella lotta contro tutte le mafie e, da tempo, punto di riferimento per i giovani della cittadina con l’impegno diretto in iniziative sociali in ogni campo e in aiuti dei più deboli». “La Puglia che vuole crescere ed essere di diritto uno dei luoghi più accoglienti dell’intera Europa moderna – afferma – non può, non deve tollerare. La Puglia che noi vogliamo punta sulla crescita sociale, economica, culturale, isolando e denunciando senza alcuna esitazione chi si affida alla violenza, all’illegalità, chi semina terrore e disperazione».

Lo stesso vicario, durante la prima omelia, ha tenuto a sottolineare come la sua presenza vuole testimoniare la vicinanza e la solidarietà della chiesa barese a don Valentino, rivelando che lo stesso nei giorni precedenti avrebbe ricevuto lettere anonime. «Appena appresa la notizia – afferma il sindaco Antonio Donatelli – ho espresso in una manifestazione pubblica la solidarietà personale e dell’intera comunità a don Valentino, cui siamo vicini. Abbiamo anche condannato questo gesto deprecabile che speriamo sia solo l’opera di uno squilibrato o un atto vandalico».

Parroco a Triggiano da circa un anno, ma cittadino cellamarese dove è stato arciprete per numerosi anni e, per questo, amatissimo da quella comunità. «Don Valentino è uno di noi – conferma il sindaco di Cellamare, Miche De Santis – e gli siamo vicini come comunità. Abbiamo espresso la nostra solidarietà e condannato l’episodio, ma gli siamo anche di supporto in questo delicato momento». Restano alcuni interrogativi, soprattutto su quale possa essere stata l’attività parrocchiale che abbia potuto dare «fastidio» a qualcuno. San Giuseppe Moscati, con l’avvento di don Salvatore («Dons» per i suoi parrocchiani), è diventata negli anni un punto di riferimento per i giovani dell’intero paese, con iniziative lodevoli in ogni campo e in aiuto dei più deboli.

Dallo scorso anno è sede anche di un presidio di «Libera», l’associazione di don Ciotti (che ha inaugurato la sezione triggianese) contro tutte le mafie. Nulla è certo al momento e niente è lasciato al caso, ma spetterà agli inquirenti fare luce su questi gravi episodi per sgombrare ogni timore e far tornare il sereno nella comunità.

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