"La certezza che tutto questo può costarci caro"
L’ultima intervista televisiva Paolo Borsellino la concesse a Lamberto Sposini, per il tg5, venti giorni prima di morire nella strage di via D¹Amelio (19/7/1992) insieme con i cinque poliziotti della sua scorta. "Terra", settimanale di approfondimento del tg5. Particolarmente significative le due risposte finali.
Dopo la morte di Falcone come è cambiata la vita di Borsellino?
(lungo sospiro) La mia vita è cambiata innanzitutto perché….dalla morte….di questo mio vecchio amico e compagno di lavoro è chiaro che io sono rimasto particolarmente scosso e sono ancora impegnato, ad un mese di distanza, a recuperare e…., vorrei dire, tutte le mie possibilità operative sulle quali il dolore ha inciso in modo enorme.
E’ cambiata anche perché sia per la morte di Falcone, sia per taluni altri fatti, mi riferisco alle dichiarazioni ormai pubbliche di quel collaboratore che ha parlato e ha detto di essere stato incaricato di uccidermi e la notizia è arrivata alla stampa in concomitanza con la notizia della strage di Capaci.
Le mie condizioni…., sono state estremamente appesantite le misure di protezione nei miei confronti e nei confronti dei miei familiari. E’ chiaro che in questo momento io ho visto comple…., quasi del tutto, anzi, vorrei dire del tutto, pressoché abolita la mia vita privata.
Ho temuto nell’immediatezza della morte di Falcone una drastica perdita di entusiasmo nel lavoro che faccio. Fortunatamente, se non dico di averlo ritrovato, ho almeno ritrovato la rabbia per continuarlo a fare.
Posso chiederle se lei si sente un sopravvissuto?
Guardi, io ricordo ciò che mi disse Ninnì Cassarà allorché ci stavamo recando assieme sul luogo dove era stato ucciso il dottor Montana alla fine del luglio del 1985, credo.
Mi disse: "Convinciamoci che siamo dei cadaveri che camminano".
La…. l’espressione di Ninnì Cassarà io potrei anche ripeterla ora, ma vorrei poterla ripetere in un modo più ottimistico.
Io accetto la….ho sempre accettato il….più che il rischio, la….condizione, quali sono le conseguenze del lavoro che faccio, del luogo dove lo faccio e, vorrei dire, anche di come lo faccio. Lo accetto perché ho scelto, ad un certo punto della mia vita, di farlo e potrei dire che sapevo fin dall’inizio che dovevo correre questi pericoli.
Il….la sensazione di essere un sopravvissuto e di trovarmi in, come viene ritenuto, in….in estremo pericolo, è una sensazione che non si disgiunge dal fatto che io credo ancora profondamente nel lavoro che faccio, so che è necessario che lo faccia, so che è necessario che lo facciano tanti altri assieme a me.
E so anche che tutti noi abbiamo il dovere morale di continuarlo a fare senza lasciarci condizionare e….dalla sensazione che o financo, vorrei dire, dalla certezza che tutto questo può costarci caro.
Questo post scritto così, non mi piace. Scritto soprattutto da Liberatorio e D’Ingeo, ancora peggio. Avete ricevuto delle minacce?Avete qualche sospetto? Mi sembra tutto un pò macabro.
Di solito quando un cliente non è soddisfatto del prodotto cambia fornitore, però se lei è un cliente fisso è libero di scrivere il suo pensiero. Non c’è censura. Provi a inviare un contro post, almeno si crea dibattito su tutto quello ” che è macabro “; penso che al momento l’unica minaccia seria sia rappresentata dal suo post.
Mi sembra che l’utente n.1 non è in grado di reagire a certe notizie macabre. fa parte degli sportivi della politica che hanno come unico obiettivo la critica fine a se stessa e poi non alzano il culo dalla sedia per dire qualcosa di concreto.
Sergio De Candia
“Cambiare tutto, per non cambiare nulla” direbbe il Gattopardo nell’omonimo film di Luchino Visconti. Fatta questa premessa, mi chiedo se Mr. Ciccio Azzollini oltre ad essere molfettese e (figlio del)padrone di casa Nicolò Azzollini (Presidente della Cooperativa Cattolica Popolare) e nipote di Antonio Azzollini (Senatore della Repubblica nonché Sindaco di Molfetta), cosa ha fatto di così importante da annoverarlo tra gli “esperti internazionali del Third Value Investing Seminar”? Almeno evitino di prendeteci per il guru!
Lo chiederemo a Gnutti e Provenzano, forse tra i loro “pizzini” ci sarà la verità.
Il Liberatoio cosa ne pensa dell’indulto?
Saverio Mongelli
NO ALL’INDULTO. W DI PIETRO.