
Dal capo della Procura l’appello sul testo in discussione: “I gip devono affrontare grandissime difficoltà” – fonte: Gennaro Totorizzo – bari.repubblica.it
Il procuratore Roberto Rossi non usa mezzi termini: «Le misure cautelari sono importanti ed è importante che siano fatte in tempi brevi ». Soprattutto quando di mezzo ci sono le mafie. Ma la riforma della giustizia firmata dal ministro Carlo Nordio rischia di vanificare le richieste di provvedimento. «Con il nuovo disegno di legge, se dovesse entrare in funzione, i tempi saranno talmente allungati — triplicati, addirittura — da non rendere, spesso, più efficace la misura cautelare». A preoccupare il procuratore, intervenuto sul caso proprio in occasione di 12 rapidi arresti antimafia nel capoluogo, è soprattutto un passaggio — sul quale aveva già espresso perplessità il presidente del tribunale di Bari, Alfonso Pappalardo, in un’intervista a Repubblica — cioè l’introduzione, entro due anni dall’approvazione delle nuove norme, di un collegio di tre giudici, al posto dell’attuale gip monocratico, che dovrà decidere sull’applicazione della custodia in carcere. Al momento il disegno di legge è stato soltanto approvato in Consiglio dei ministri e dovrà passare dal Parlamento.
«Attualmente gli uffici gip sono in grandissima difficoltà, le misure cautelari che noi richiediamo per reati gravi, che devono essere valutate con attenzione, sono moltissime — fa notare Rossi — Con il nuovo disegno di legge, se dovesse entrare in funzione, occorreranno tre gip invece di uno, e saranno impegnatissimi a fare gli interrogatori prima e dopo: non c’è alcun Paese al mondo che preveda una cosa del genere». Il tribunale di Bari, per esempio, ha in organico 97 giudici, ma quello gip-gup è composto da 16 magistrati, più presidente e aggiunto: insufficienti per la mole di lavoro. A Brindisi, poi, lo stesso ufficio è composto soltanto da cinque persone. «Significa che se tre compongono il collegio cautelare, ne restano due per le fasi successive del procedimento. Nei fatti sarà complicatissimo», aveva lamentato Pappalardo snocciolando i numeri. Troppo esigui per una riforma del genere. E non basterebbe il rafforzamento del personale programmato. «La politica farà le sue scelte — continua Rossi — ma deve fornire a questo punto i mezzi, e non sono di certo sufficienti i 250 nuovi magistrati previsti attualmente. Credo che questo i cittadini debbano saperlo, affinché la responsabilità dell’allungamento dei tempi non sia addebitata alla magistratura».
Il procuratore Rossi, in particolare, ha difeso a spada tratta i giudici per le indagini preliminari, sottoposti già a grandi carichi di lavoro. E che con l’approvazione del mini disegno di legge di Nordio metterebbero un freno all’attività, mettendo a rischio il lavoro degli inquirenti. «I nostri gip lavorano 10- 12 ore al giorno, anche sabato e domenica, eppure non riescono a garantire tempi idonei già ora — conclude il procuratore — Ancora peggio sarà se si complica in questo modo la procedura per l’emissione delle misure cautelari. Non discutiamo le scelte politiche, faremo come sempre il nostro dovere, ma abbiamo il dovere e il diritto di esprimere il nostro parere tecnico, assicurato da persone che lavorano tutti i giorni in questo campo».