Abbiamo appreso che il mercato settimanale cittadino potrebbe riprendere la sua normale attività in una nuova sede in attesa di quella definitiva di cui non si hanno più notizie. Ben venga il ripristino della tradizione e una boccata d’ossigeno per gli operatori commerciali. Proprio per questi motivi che l’amministrazione comunale ha pensato bene di trasferire logisticamente i posteggi mercatali in alcune strade periferiche, più grandi e spaziose, proprio per rispettare le distanze anti-covid tra gli operatori e permettere alla cittadinanza di muoversi tra le bancarelle senza creare assembramenti.
C’è un particolare, però, che ci preoccupa; via Sandro Pertini, via Madre Teresa di Calcutta, via Aldo Fontana e prolungamento via Samarelli sono strade che costeggiano i binari ferroviari e l’art. 49 del DPR 11 luglio 980 n. 753 ci ricorda che: “Lungo i tracciati delle linee ferroviarie é vietato costruire, ricostruire o ampliare edifici o manufatti di qualsiasi specie ad una distanza, minore di 30 metri dal limite della zona di occupazione della più vicina rotaia”.
E’ vero che i dehors, posteggi o bancarelle degli operatori commerciali non sono opere edilizie, e non permangono sulle strade per un tempo illimitato, ma potrebbero rientrare in quella categoria che la legge chiama “manufatti di qualsiasi genere” anche se presenti per una sola mattinata. La ratio della fascia di rispetto ferroviaria risiede nell’evidente esigenza di tutelare il preminente interesse pubblico alla sicurezza e alla salvaguardia della pubblica incolumità. Da sempre, per esempio, denunciamo la presenza di un operatore dell’orto-frutta presente stabilmente in una di quelle strade nella zona di rispetto delle ferrovie, via M. Mazzarella, anche per quella c’è da chiedersi se c’è un’autorizzazione legittima.
Pertanto ci chiediamo se gli Uffici comunali hanno fatto richiesta, alle Ferrovie dello Stato, finalizzata ad ottenere, in deroga, un titolo autorizzativo e prevedere in quella fascia di rispetto la presenza di un’attività commerciale con centinai di cittadini presenti. Sarebbe paradossale evitare il pericolo Covid-19 per andare incontro a un altro possibile pericolo.
La strage di Viareggio deve aver insegnato che la prevenzione, ove percorribile, è una possibilità che nessun amministratore deve ignorare.