Repubblica — 04 novembre 2010 pagina 3 sezione: BARI
Se gli accordi ben si avviano e ancor meglio si concludono, come dimostrano le numerose intercettazioni, son tutti felici. Così come registrano le microspie piazzate dai finanzieri l’ importante è che, in ogni caso, «si porti la busta con i soldi».
Un consiglio prezioso che il giudice Quintavalle dà il 17 giugno 2009 ad Alessandro Carbone, consulente d’ impresa, interessato al contenzioso milionario da aggiustare in favore delle imprese edili Galtieri-Gimar-Lacalendola.
Quintavalle: «E non devi dire niente. .. devi dare la busta con i soldi! (battito di mani). .. hai fatto tutto».
Quel che lo anima, sostengono gli inquirenti, è la possibilità di guadagnarci sempre qualcosa. Ne parla, in auto (senza sapere di essere anche lì sotto controllo) con un funzionario suo amico, Mimmo.
Q.: «Io volevo incassare».
M.: «Però devi aspettare il discorso della Cassazione».
Q.: «Lo volevo bloccare, perché lì stev nù picc’ de gibbanza, hai capito? Stava un pochettino di gibbanza». Il giudice è in grado di distribuire le cause alle sezioni amiche.
Ne parla con Alessandro Carbone:
A.: «E questo a che sezione lo dobbiamo mandare?».
Q.: «Mò vediamo… una, l’ altra… perché stanno cambiando, non ti preoccupare, me la vedo io… la 7 è una buona sezione, la 11 è una buona sezione, la 5 dove sta Bisceglia è una buona sezione, adesso vediamo come mi… mi accordo io con il segretario, il segretario… ci mettiamo d’ accordo… se quello dice Sandro mandiamola là, la mandiamo là… non ti preoccupare… non ti preoccupare».
E il denaro ricevuto, spiega il 16 ottobre 2009, in un’ altra intercettazione, a Michele Di Fonzo (liquidatore della Duo Salus), devono essere destinate a «organizzare la giostra», e cioè a indurre altri funzionari pubblici «a chiudere gli occhi». Mesi prima, a conclusione di un’ udienza che ha visto Giuseppe Signorile spuntare con difficoltà la vittoria per il suo assistito, i due si sentono a telefono. Nel collegio, va precisato, c’ erano lo stesso Quintavalle e il giudice Aldo D’ Innella.
Durante la conversazione commentano l’ impegno della controparte, e cioè della rappresentante dell’ amministrazione finanziaria.
Quintavalle: «Oggi hai trovato tu. .. San Sandro! E ancor di più Sant’ Aldo! Ma l’ hai vista a quella? Che buttava fuoco!».
Signorile: «Ma che c. voleva?».
Q.: «L’ hai trovata una. . . ti ha fatto il servizio quella a te oggi. Se non stavamo noi. .. Hai sentito quando ha detto… i debiti non ne hanno».
S.: «Madonna, e che era!».
E concludono:
Q.: «Come ti piace! Ehi, che devi pagare un caffè, eh?».
S.: «Non solamente quello. .. tu lo sai che ti voglio bene!».
Il giudice Quintavalle, secondo gli atti, accettava di tutto. Anche mutande e maglie intime, prodotte dalla Nottingham, azienda sulla quale l’ amico Gianluca Guerrieri si dichiara in grado di intervenire.
Q.: «Quindi mò che mi prendo un paio di magliette intime. Lana fuori e cotone sulla pelle le fanno?».
G.: «Sì, sì».
Q.: «Perché io le uso … mò che le prendo».
G.: «Mò scusa, dammi le tue misure che te le faccio recapitare , le misure che tieni di mutande. Le magliette con lo scollo a V o quadrato?».
Q.: «Eh, una e una, un poco e un poco. Misura sesta».
Caffè e non solo, anche nello studio del commercialista Gianluca Guerrieri. Dall’ altra parte della scrivania, l’ 8 aprile 2009, ci sono i coniugi Amato, interessati al buon esito della vicenda relativa alla loro impresa, Ingross Levante, di Molfetta. Una sentenza che, grazie all’ intervento di Quintavalle, è a vantaggio degli imprenditori e che Guerrieri ben conosce, ancor prima che venga depositata.
Gianluca: «Va bene, va tutto bene».
Renzo Amato: «Fai tu, ma comunque, o bene. .. due sono le ipotesi. .. o va bene o va meglio».
G.: «Direi che va meglio. È andata bene, per telefono non ti potevo dire nulla… Perché non me l’ hanno ancora depositata».
Guerrieri non mostra loro il file della sentenza, stranamente in memoria sul pc, e il nome del giudice (Quintavalle).
Renzo Amato.: «Questo è il giudice».
Guerrieri: «Si spiega tutto».
Passano poi ai commenti sulla controparte.
Renzo Amato: «Questa gente qua, sono dei cani… bastardi… così abominevoli che non mollano la presa… anche se te la devono venire a dare.
Guerrieri: «Guarda, su questa cosa adesso ci sarà ancora particolare attenzione perché hanno preso una mazzata, in primo grado, pesante».