Come da copione, il giorno dopo le consultazioni elettorali non ci sono mai sconfitti, tutti hanno vinto e se qualcuno ammette tiepidamente la sconfitta dichiara che la colpa è sempre degli altri.
Il LIBERATORIO POLITICO, che ha aderito al progetto di “Rivoluzione Civile”, non crede che la sconfitta sia solo dovuta al boicottaggio degli organi di informazione o alla campagna contro fatta dal PD, come ha dichiarato Ingroia. A Molfetta, alla Camera, ha preso 1.143 voti e al Senato solo 800, mentre nel 2008 la Sinistra Arcobaleno ne prese 1.273 alla Camera e al Senato 1.095. Nel 2008 l’IdV di Di Pietro non era nella Sinistra Arcobaleno e si attestò alla Camera con 1.798 voti e al Senato 1.422 voti. Oggi quei voti sembrano essersi dissolti nel nulla eppure l’Italia dei Valori faceva parte del cartello di Rivoluzione Civile. Una spiegazione forse c’è, quei voti non erano espressione reale di un partito ma un pacchetto di voti che segue un candidato anche quando cambia casacca e molto probabilmente erano del dott. Mimmo Cives; oggi forse gli ha portati in dote alla lista di Monti?
Ma torniamo alle riflessioni sul fallimento di Rivoluzione Civile, molto probabilmente le cause sono da ricercarsi nei tempi ristretti con cui è stata decisa la proposta e i cittadini non hanno avuto il tempo di capire se “Rivoluzione Civile” fosse un nuovo movimento civico alternativo ai partiti tradizionali o un cartello elettorale che avesse la sola funzione di salvare dall’estinzione parlamentare alcuni piccoli partiti.
La confusione è stata grande e i risultati negativi non si sono fatti attendere perchè, dopo l’entusiasmo iniziale con cui abbiamo accolto la promessa di Antonio Ingroia che assicurava due passi indietro dei partiti, questi ultimi ne hanno fatto due in avanti; ma la macchina elettorale era già partita e non la si poteva più fermare.
Anche nel comitato molfettese di Rivoluzione Civile non sono mancate, da subito, diverse posizioni e interpretazioni sul progetto politico ma per rispetto ad Ingroia è stata portata avanti la campagna elettorale senza molta convinzione. I temi proposti nel programma erano veramente rivoluzionari e alternativi rispetto alle altre proposte politiche, ma la voglia di cambiamento e di reale alternativa, che i cittadini chiedevano, è stata intercettata dal Movimento 5 Stelle. Anche a Molfetta hanno fatto il pieno con 5.142 al Senato e 6.127 alla Camera; naturalmente non grazie all’attivismo civico di 15 persone quasi sconosciute a Molfetta, ma grazie a Beppe Grillo e al vento che spirava a livello nazionale.
A Molfetta questi sono gli sconfitti e i “vincitori” da una parte, e al centro c’è Antonio Azzollini che nonostante la significativa perdita di consensi nella sua città riesce a farsi eleggere grazie alla pessima legge elettorale vigente. Dall’altra parte ci sono quelli che sottolineano la perdita, a Molfetta, degli 8000 voti del PdL al Senato e di circa 10.000 voti alla camera, ma non riescono a fare autocritica in casa propria. Tommaso Minervini e Piero de Nicolo, già sonoramente sconfitti alle primarie e bocciati alle politiche, parlano della perdita di consenso di Antonio Azzollini e non delle loro sciagure. Segue, a ruota, l’ex consigliere comunale Giovanni Abbattista che dichiara: “Siamo sufficientemente soddisfatti perché la forza elettorale del Pdl e del sen. Antonio Azzollini sono state dimezzate e le due coalizioni di centrosinistra e centrodestra a Molfetta sono alla pari”.
Giovanni Abbattista dimentica che il PD nel 2008, alla Camera, riuscì a mettere insieme circa 11.000 voti ed oggi nelle urne ne sono rimasti poco più di 6.000; al senato circa 10.000 nel 2008 e 5.600 nel 2013, una perdita di circa 10.000 voti complessivi che non sono stati rimpiazzati da SEL oggi con i suoi 6.400 voti complessivi che hanno altra provenienza. Quindi possiamo dedurre che il centro sinistra a Molfetta ha perso e anche parecchio.
Ora, quello che ci sorprende non è tanto l’incapacità di autocritica del centro sinistra, ma è il messaggio che lancia la loro neo candidata sindaco Paola Natalicchio che dichiara: “La coalizione formata da PD, SeL e Centro Democratico ha raccolto, alla Camera, il 31,27% dei voti, superando le ben otto liste che componevano la coalizione di centrodestra che, complessivamente, ottengono il 31, 18% dei consensi. Ma il dato più significativo è che il Popolo della Libertà, dopo cinque anni, ha più che dimezzato il suo consenso a Molfetta, passando dagli oltre 18.000 voti del 2008, a meno di 9000 nel 2013”. E poi conclude con : “I risultati delle politiche dimostrano in maniera evidente che ci sono tutti i presupposti per tornare a Palazzo di Città. E lavoreremo da oggi stesso, senza perdere un solo minuto, per costruire un’alternativa limpida, trasparente e chiara di buongoverno per Molfetta”.
Carissima Paola, è il caso di dirti che cominciamo male questo nuovo percorso se si continua ad ignorare i fallimenti della propria parte denunciando solo quelli dell’avversario. Forse in buona fede hai ripreso le dichiarazioni dei tuoi compagni di partito senza un tuo personale approfondimento dimenticando che sei una giornalista e a te questo non è perdonabile.
Non conosciamo bene il tuo progetto e speriamo che ci sia possibilità di confronto, ma qualcosa ci sentiamo di dire. Qualsiasi strada si deciderà di percorrere nella sinistra molfettese non si potrà prescindere da una seria e impietosa autocritica del passato e guardando al futuro si dovrà impostare prima del candidato sindaco i punti programmatici di netta discontinuità con il passato e mettere in atto subito il tanto vituperato codice etico.
In un processo di radicale alternativa e discontinuità con il passato, è fondamentale un codice etico per le donne e gli uomini che saranno candidati o nominati per realizzare gli obiettivi del programma stabilito dalla coalizione, che dovranno garantire:
– impegno a svolgere con coerenza politico-programmatica, costante presenza, onestà, rigore morale e trasparenza l’incarico assunto per non più di due mandati;
– impegno a portare a termine il mandato ricevuto, senza guardare ad esso come un trampolino di lancio verso altri incarichi di tipo politico o amministrativo;
– di non aver assunto cariche di governo e gestione amministrativa nelle passate amministrazioni;
– di non essere sottoposti a procedimenti penali con condanna, né essere stati condannati per reati attinenti la pubblica amministrazione e non;
– la sospensione da ogni carica e/o incarico amministrativo in caso di procedimento giudiziario a carico e/o condanna per reati attinenti la pubblica amministrazione e/o la pubblica morale.
Questi non sono paletti, ma sono le premesse per cominciare bene un percorso di cambiamento concreto e poi accettiamo la sfida lanciata da Paola Natalicchio dalla sua nuova pagina e la invitiamo a seguire, insieme a noi, alcuni percorsi di cittadinanza attiva che riguardano il futuro di Molfetta su temi ambientali.
Alcuni giorni fa, in piena campagna elettorale, abbiamo chiesto al Comune la convocazione del Forum di Agenda 21 per discutere e organizzare le possibili opposizioni sui seguenti progetti:
1. Valutazione dell’impatto ambientale generato del progetto di un metanodotto denominato “Allacciamento Powerflor di Molfetta”.
2. Valutazione dell’impatto ambientale generato dalla realizzazione di un nuovo impianto di smaltimento in mare dei reflui provenienti dai depuratori di Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo di Puglia e Terlizzi in località Torre Calderina: procedimento in atto.
3. Valutazione dell’impatto ambientale generato dalla realizzazione di un nuovo parco eolico della potenza complessiva di 27 MW, comprendente 9 aerogeneratori da collocare nelle aree comprese tra Torre Villotta, Torre Falcone e Torre Sgamirra e tra Torre Mangano e Torre Coppa d’Oro: procedimento in atto.
Questi sono già spezzoni di un programma politico su cui confrontarsi. Sarebbe auspicabile che anche gli “attivisti” locali del Movimento Cinque Stelle si esprimessero e si mobilitassero su temi di carattere ambientale dal momento che in altri territori, dove il movimento è più radicato, questi sono i temi su cui si battono i grillini. Pertanto se cambiamento si vuole dobbiamo metterci la faccia e dire la propria anche su argomenti scottanti come le scelte energetiche future e sulla costruzione di nuovi impianti o di ampliamento di quelli esistenti sul nostro territorio.
Matteo d’Ingeo