Il coraggio dei fatti – Il Nuovo Porto e le scadenze non rispettate

Con il suo libro dei sogni “elettorali”, Tommaso Minervini ha regalato ai cittadini perle di efficienza e programmazione amministrativa. Tra i suoi preferiti c’era il sogno della conclusione dei lavori del nuovo porto.

A pag. 272 del libro “Il coraggio dei fatti ” il sindaco ci diceva:

La fine dei lavori, ripresi nel 2020, è prevista a luglio 2022. Ai lavori di messa in sicurezza seguiranno quelli funzionali di collegamento con la viabilità cittadina“… “Riguardo al secondo braccio del molo di sopraflutto, l’opera, da progetto, è composta da un frangiflutti a gettata rettilineo che si estende per circa 670 metri in direzione Giovinazzo. La finalità è quella di garantire la sicurezza alla navigazione e all’ormeggio delle imbarcazioni all’interno del porto; oltre che per consentire l’installazione e l’esercizio di stabili segnalamenti marittimi. Il secondo braccio del molo di sopraflutto sarà l’ultima opera a essere completata e la sua ultimazione è prevista per giugno 2022“.

Oggi 27 luglio 2022 possiamo affermare che nulla è stato consegnato, o sarà consegnato, entro le date stabilite. Con la foto di copertina, e il video (che segue), del 25 luglio 2022, possiamo affermare con certezza che il molo di sopraflutto deve essere ancora ultimato.

Ora che la campagna elettorale è finita, almeno spero, invito il sindaco a chiarire nel suo intervento d’insediamento del 2 agosto prossimo, nella “presentazione delle azioni e progetti da realizzare nel corso del nuovo mandato“, cosa intende per “fine dei lavori” del porto. Ovvero, quando terminerà la messa in sicurezza, quando sarà completato il molo di sopraflutto, quando comincerà la nuova bonifica da ordigni bellici, quando è previsto l’inizio del dragaggio e quando comincerà la costruzione della “vasca di colmata” al lungomare? In riferimento a quest’ultimo step, visto il suo forte impatto ambientale, sono previsti degli incontri con i residenti e operatori commerciali del lungomare Marcantonio Colonna? E come, questa scelta, si coordina con il piano delle coste, che aspettiamo da molti anni?

di Matteo d’Ingeo

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