Il “Consorzio Metropolis” a rischio chiusura – parte seconda

fonte: Matteo d’Ingeo – laltramolfetta.it – Novembre 2024

parte prima

Gli Uffici Regionali allegano alla lettera di addebito, indirizzata al Responsabile Legale del Consorzio Luigi Paparella, un lungo e dettagliato elenco in cui, le risultanze delle verifiche documentano lo sforamento orario settimanale in relazione alle singole unità di personale a seconda delle strutture ove “risulterebbero” incardinate. Risulta evidente una ridondanza delle medesime unità di personale (circa 77 unità), in relazione alle strutture in cui operano, con una sovrabbondanza di ore lavorative settimanali inesigibile dal medesimo personale in violazione della normativa vigente. 
Per la Regione la sovrabbondanza oraria inesigibile, anche con riferimento a figure “apicali” quali i direttori e i responsabili sanitari, lascia propendere per la scopertura effettiva di figure responsabili e di controllo in alcune strutture. Poi la coincidenza di talune unità operative su più e diverse strutture allocate anche in sedi molto distanti fra loro (per esempio Molfetta – BA, Ginosa – TA), fanno propendere per un’impossibilità oggettiva di assolvimento di tutte le ore lavorative auto-dichiarate presso le diverse strutture. 
Le considerazioni post verifica degli Uffici Regionali, porterebbero a ipotizzare anche la conseguente incapacità di osservare gli standard quantitativi e qualitativi nell’erogazione dei servizi sanitari e socio-sanitari offerti, sulla sicurezza dei medesimi e sugli effetti che tali emergenze riproducono, a cascata, sulla salute dei pazienti. Di conseguenza sarà necessario avviare verifiche contabili sulla potenzialità di somme indebitamente versate dalle AA.SS.LL. al Consorzio, per prestazioni sanitarie e socio-sanitarie mai eseguite.
Rispetto a questo lungo elenco di presunte inosservanze e carenze dei requisiti organizzativi, la Regione ha assegnato un termine di 10 giorni al “Consorzio di Cooperative Sociali a r.l. ONLUS – Metropolis di Molfetta” per la presentazione di eventuali osservazioni e/o controdeduzioni. 
Nel contempo sono stati invitati i Direttori Generali e i Direttori dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, in cui hanno sede operativa le strutture del Consorzio, a effettuare una ricognizione di dettaglio sulle autocertificazioni e i contratti di lavoro relativi al personale inoltrati dal Consorzio e a trasmettere puntuale relazione agli uffici regionali.

Invece le Aree Sociosanitarie delle AASSLL BA, BAT, FG, TA, LE e BR in riferimento alle strutture coinvolte, sono state invitate a quantificare le relative somme complessivamente erogate alle strutture coinvolte al fine di procedere al recupero di quelle indebitamente versate; a sospendere ogni versamento dovuto in ordine alle prestazioni erogate dalle strutture interessate sino alla data di conclusione del presente procedimento amministrativo.
L’ultimo atto di questa azione della Regione Puglia, che può definirsi di “guerra”, è forse la più importante. I Direttori Generali e le Aree Sociosanitarie delle AASSLL BA, BAT, FG, TA, LE e BR sono invitati a predisporre sin d’ora un piano operativo di ricollocamento dei pazienti attualmente ospitati presso le strutture, sotto osservazione, presso altre strutture analoghe. Tali strutture saranno individuate in relazione alle necessità assistenziali dei pazienti medesimi. Tutto dovrà essere predisposto ed essere operativo in caso della definitiva adozione del provvedimento di revoca in autotutela delle autorizzazioni delle strutture del Consorzio Metropolis.
La risposta di Paparella non si è fatta attendere e prima ancora delle controdeduzioni ufficiali ha rilasciato alcune dichiarazioni alla redazione del giornale foggiano “L’Immediato”. Ha espresso “estrema amarezza nei confronti di un provvedimento regionale assolutamente ingiusto ed avventato fondato più su ipotesi di violazione che su esigenze di tutela della salute dei cittadini. Siamo una realtà leader in Puglia nel settore dell’assistenza sanitaria, sociale e socio sanitaria e tutti i dipendenti sono regolarmente assunti nel rispetto delle normative vigenti in materia di CCNL. L’iniziativa regionale scaturisce da documenti disomogenei ed incomparabili prodotti nell’arco di circa due anni, relativi a fasi differenti di procedure di verifica e conferma dei requisiti di strutture anche ‘non attive’ e/o di strutture in fase di adeguamento ai nuovi regolamenti”. 

In riferimento al medico che avrebbe ipoteticamente lavorato più ore – tra Barletta, Molfetta, Bari, Terlizzi e Manfredonia – precisa che “si tratta di una persona dall’indiscussa integrità morale e professionale, il quale lavora rispettando le ore contrattuali su ciascuna struttura in cui è incardinato nel rispetto dei regolamenti, senza alcuno sforamento”. “Le ore calcolate in più dalla Regione – dice Paparella – sono quelle dichiarate nel corso di circa due anni, come impegno ad una disponibilità nel futuro per altre strutture, una delle quali nemmeno mai avviata”. Luigi Paparella conclude: “Forniremo agli uffici competenti e alla Regione Puglia le nostre controdeduzioni e rimostranze, e ci riserviamo di attivare ogni strumento di tutela a difesa del buon nome del Consorzio Metropolis, costruito in anni di duro ed onesto lavoro”. 
Un botta e risposta senza esclusioni di colpi che preoccupa un po’ tutti, famiglie dei pazienti assististi e dipendenti che temono contraccolpi occupazionali. Da una parte si temono le eventuali interruzioni di servizi e ricollocamento degli assistiti presso altre strutture con tutti i relativi disagi, dall’altra invece incombe lo spauracchio della perdita del posto di lavoro. Certo non è facile guardare oltre e prefigurarsi l’epilogo di questa strana storia lanciata senza alcun preavviso come una bomba a orologeria nella già complicata situazione della sanità pugliese.
Dalla Regione Puglia, il Vice Presidente Raffaele Piemontese in un incontro urgente, tenutosi presso il Dipartimento Regionale della Salute col Direttore Vito Montanaro e i dirigenti del servizio Accreditamento delle Strutture Sanitarie, ha ribadito l’impegno della Regione a garantire la continuità assistenziale e a tutelare i posti di lavoro. Al netto di questa narrazione dei fatti suscitano molte perplessità le dichiarazioni dello stesso vice-presidente Piemontesi: “L’avvio del procedimento di revoca degli accreditamenti è frutto di una valutazione tecnica e non di una scelta politica”. Questa dichiarazione giunge 48 ore prima che lo stesso Piemontese venga incoronato da Emiliano a nuovo assessore regionale alla Sanità.
Quindi la politica, dalla propria comfort zone, se ne lava le mani e scarica le responsabilità sull’eccesso di zelo dei Dirigenti regionali, quasi a rimproverarli di aver fatto il proprio lavoro di controllori e innescato questa bomba. Due sono allora le domande finali. Questo avvio di procedimento serve a riorganizzare, sulla pelle dei cittadini, le pedine dello scacchiere politico regionale in vista della prossima scadenza elettorale? Oppure, ancora peggio, serve a “mettersi a parte civile” prima che intervengano organi giudiziari terzi?

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