
«Viviamo in una economia di guerra pertanto sono state assunte iniziative che cercheranno di salvaguardare il bilancio cittadino, in difficoltà come quelli di tutta Italia»… «Considerata l’emergenza dei prezzi dell’energia elettrica e considerato che le somme stanziate dal Governo non sono sufficienti a coprire l’abnorme ed imprevedibile aumento del costo dell’energia, il Comune ritiene necessario attuare ogni iniziativa al fine di ridurre i costi energetici non altrimenti sostenibili nel bilancio comunale».
Con queste parole il sindaco Tommaso Minervini apriva una riunione straordinaria, del 28 settembre scorso, nella sala conferenze della sede municipale di Lama Scotella. Con lui il vice sindaco, assessore ai lavori pubblici Nicola Piergiovanni e altri responsabili di settore e dirigenti comunali. E quali sono le iniziative da adottare subito?
Nello specifico, “a livello sperimentale”, c’è:
– lo spegnimento di una “fase” della pubblica illuminazione, alternando le fasi da spegnere ogni 15 giorni;
– l’abbassamento della tensione di funzionamento della pubblica illuminazione già dopo 30 minuti dall’accensione;
– la posticipazione di 30 minuti dell’accensione e l’anticipazione di 2 ore dello spegnimento di tutti gli impianti di pubblica illuminazione;
– ogni contenimento del consumo energetico negli uffici comunali;
– lo spegnimento di ogni forma di impianto caldo/freddo negli uffici comunali.
Prima ancora di questa riunione, in alcuni quartieri periferici la pubblica illuminazione era già spenta da due settimane e quello che è accaduto dopo ha dell’incredibile.
Dopo la riunione del 28 settembre, ogni giorno, in alcune porzioni di quartiere, o strade intere, i lampioni della pubblica illuminazione rimangono accesi dall’alba fino a tarda mattinata; e in altri quartieri dalle ore 13.00 fino al tramonto, anche di sabato. E’ difficile pensare che questo problema sia dovuto alla “manutenzione degli impianti“, così come dichiarato da qualche responsabile della Multiservizi. Allo stesso tempo sorgono seri dubbi sulla procedura di spegnimento di una “fase” della pubblica illuminazione.
Dal momento che queste iniziative, così come si è detto nella conferenza, sono sperimentali, potrebbe accadere che nella pratica sperimentale invece di spegnere una “fase” di notte, se ne accende un’altra di giorno. Questa situazione è sotto gli occhi di tutti e non può continuare, perché se da una parte si vuole risparmiare energia, dall’altra c’è uno spreco della stessa. E non si continui a dire che si tratta di normale manutenzione, perché è vero che quando devono essere cambiate le lampade si accendono tutti i lampioni di una strada per individuare le lampade rotte; ma non è mai accaduto che questa operazione durino 5 o 7 ore, senza vedere in giro un solo operaio della Multiservizi. Questo è solo l’aspetto tecnico-energetico del problema. C’è invece il problema della sicurezza pubblica che deve in qualche modo essere salvaguardato senza entrare in conflitto con il risparmio energetico.
In questa città c’è un problema reale di sicurezza e queste “sperimentazioni” alternate di spegnimento per 15 giorni di seguito, di un quartiere o porzioni di esso, non fanno bene alla sicurezza. Molti cittadini, imprenditori e commercianti hanno investito per la propria sicurezza e per le loro attività. Molte telecamere di video-sorveglianza, pur dotate di raggi infrarossi, stanno funzionando male nelle strade interessate allo spegnimento della pubblica illuminazione e ad alta densità di traffico. Pertanto la città invece di diventare più sicura è diventata ancora più insicura. Per assurdo, ai tanti contenziosi in cui il comune è soccombente per la mancata manutenzione di basole, strade e marciapiedi potrebbero aggiungersene altri. Dei privati cittadini potrebbero denunciare il Comune dopo aver subìto furti in attività commerciali o abitazioni, furti d’auto o attentati dinamitardi, proprio per il cattivo funzionamento delle telecamere dovuto alla mancanza di pubblica illuminazione.
Prima che questo avvenga la giunta comunale scelga qual è la strada migliore per conciliare risparmio energetico e sicurezza, senza lasciare al buio la città e individuando quali siano i veri sprechi nella pubblica amministrazione oltre quelli energetici.
fonte: Matteo d’Ingeo -www.laltramolfetta.it





