Il cerchio comincia a chiudersi su quel “variegato mondo che andava sotto il nome di Piazza Paradiso”. Confiscati i beni della famiglia Racanati

I finanzieri della Tenenza di Molfetta hanno eseguito un provvedimento di confisca di beni nei confronti di un molfettese, Racanati Sergio, noto alla Forze dell’Ordine per reati in materia di stupefacenti, usura ed estorsione.

Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Bari – Presidente Giulia Romanazzi, Giudici Rosa Caramia e Giuseppe Montemurro-, in applicazione della normativa antimafia, ha riguardato le quote di partecipazione al capitale sociale di un agriturismo “GARDENIA”, il relativo complesso aziendale, beni immobili e disponibilità finanziarie, costituite da titoli, polizze assicurative, conti correnti e denaro contante, per un valore complessivo di circa tre milioni di euro.

Trattasi di beni già sottoposti a sequestro, nell’ambito dell’operazione denominata “TUTTO INCLUSO 2”, derivante da una complessa indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Molfetta, che ha consentito di ricostruire il patrimonio del soggetto, costituto anche da beni fittiziamente intestati a terze persone, accumulato nel corso degli anni mediante il reimpiego dei proventi derivanti dalle attività delittuose. 

Il 18 ottobre 2015Racanati Sergio, fu arrestato, per estorsione ed usura aggravata e continuata, già noto alle Forze dell’ordine per reati in materia di stupefacenti. L’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere, emessa dal Giudice per le Indagini preliminari di Trani ed eseguita dalla Tenenza Guardia di Finanza di Molfetta era solo l’ultimo atto di una lunga e articolata indagine iniziata dalle Fiamme Gialle.

Infatti all’inizio di ottobre del 2014 fu eseguita una perquisizione alla ricerca di stupefacenti all’interno di un agriturismo di Molfetta, ufficialmente di proprietà della famiglia di Racanati.

Nel corso di quell’intervento furono rinvenuti e sottoposti a sequestro una pistola semiautomatica di fabbricazione ceca con matricola abrasa, n. 23 cartucce calibro 7,65, una bomba carta, bilancini di precisione, documentazione extracontabile inerente la gestione della struttura agrituristica e circa 400mila euro in contanti, tutto nella disponibilità del pregiudicato che lì dimorava con la sua compagna, una 21enne incensurata.thumb-1.php_

I Finanzieri, quindi, arrestati i due per l’illecita detenzione di armi e materiale esplodente, avviarono successivamente, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, mirate indagini di polizia giudiziaria anche mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali.

Dal quadro delle conversazioni intercettate e da altri riscontri rilevati nel corso delle indagini, furono individuati vari episodi di usura ed estorsione tra i quali uno, poi denunciato dalla vittima presso gli uffici della Tenenza di Molfetta, è stato ricostruito in tutti i dettagli.

Nello specifico a fronte di un prestito di 20.000 Euro sono stati restituiti dopo un anno 10.000 Euro, considerati dall’aguzzino meri interessi e dai Finanzieri come illecito profitto in quanto superiore alla soglia legale dei tassi d’interesse di più dell’82%.

A dimostrazione dello spessore criminale di Racanati Sergio vi è la circostanza che lo stesso, poco dopo la scarcerazione avvenuta nel mese di aprile 2015, non ha esitato a minacciare in maniera pesante l’usurato e i suoi figli.

Valutati gli elementi di prova acquisiti nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica di Trani ha richiesto e ottenuto dal Giudice delle Indagini Preliminari l’applicazione di una misura restrittiva della libertà personale che infine è stata eseguita dalle Fiamme Gialle di Molfetta all’interno del Porto di Bari dove Racanati era appena giunto al termine di una crociera trascorsa insieme alla compagna.

Contemporaneamente alle indagini, proprio sulla base della documentazione extracontabile rinvenuta nell’ambito della perquisizione per stupefacenti eseguita nell’ottobre 2014, i finanzieri hanno ricostruito una serie di operazioni, contestando poi ricavi sottratti a tassazione ai fini delle Imposte sul Reddito per 917.900 Euro con un’evasione di I.V.A. pari a 202.520 Euro nonchè delle ritenute I.R.P.E.F. operate e non versate per € 4.978,00 relative all’utilizzo di n. 2 lavoratori irregolari.

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Il 4 maggio 2016, al termine di indagini patrimoniali dell’ operazione “Tutto incluso 2”, la Tenenza della Guardia di Finanza di Molfetta, eseguì un maxi sequestro di beni mobili, immobili, rapporti finanziari e dell’intero complesso di agriturismo, sulla strada vicinale Fondo Favale.

Tutti i beni sequestrati erano riconducibili a Racanati Sergio. Dagli accertamenti patrimoniali eseguiti risultò l’assoluta sproporzione tra il valore dei beni nella disponibilità del soggetto ed i redditi dichiarati dall’intero nucleo familiare nel corso degli ultimi 18 anni. In particolare, secondo l’accusa il Racanati, ritenuto dagli investigatori di spiccata ed attuale pericolosità sociale, conduceva un tenore di vita elevato grazie ai proventi delle illecite attività con cui aveva accumulato negli anni un patrimonio mobiliare e immobiliare (anche fittiziamente intestato ai familiari conviventi) di circa 3 milioni di euro. Di oggi la notizia ufficiale della confisca dei beni.

Sergio Racanati appartiene alla grande famiglia dei Fiore-Magarelli (la ‘cerasa‘) ed è cugino di Fiore Alfredo, pregiudicato assassinato nel marzo 2014,  presso il mercato settimanale di Molfetta. La confisca dei beni alla famiglia Racanati seguono quelli del febbraio 2018  a carico degli eredi di Fiore Alfredo. Il cerchio comincia a chiudersi per quel “variegato mondo che andava sotto il nome di Piazza Paradiso”.

Aggiornamento di venerdì 11 settembre: L’avv. Maurizio Masellis ha annunciato il ricorso in appello per il suo assistito Sergio Racanati.

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