
In questi giorni ho terminato le prime grandi pulizie, eliminando il superfluo e salvando le preziose testimonianze della “cittadinanza attiva” degli ultimi 30anni. Nel catalogare i manifesti delle numerose conferenze e dibattiti, piegandoli ordinatamente in modo da essere inseriti in uno dei tanti faldoni che andranno a costituire il mio archivio storico, mi sono soffermato sul manifesto della conferenza del 26 febbraio 2006. Quel giorno, di 17 anni fa, nasceva il “Movimento Liberatorio Politico” e rileggendo quella chiamata, alla mobilitazione, mi è sembrata ancora una volta maledettamente attuale.
Il 2006 e il 2023 hanno in comune “le primarie“; nel 2006 avevano scelto il candidato sindaco a Molfetta (qualche mese prima), oggi si sceglie il segretario nazionale del Partito Democratico. Ma ancora una volta si sbaglia la messa a fuoco del problema. E l’obiettivo di quella chiamata del “FERMI TUTTI” era, ed è, il vero problema politico da risolvere. Provate a rileggere quel manifesto, sembra essere stato preparato (nel 2006) per una chiamata alla mobilitazione per stasera (2023).
“Siamo cittadini provenienti da luoghi e percorsi politici diversi. Molti non sono mai stati iscritti ad alcun partito, altri vengono dalla sinistra istituzionale o radicale, molti altri ancora da esperienze associative e di movimento.
Siamo indignati per il declino morale inarrestabile della nostra città. I giovani emigrano per cercare lavoro e casa, trasferendo altrove le loro risorse umane, culturali e professionali. L’economia tradizionale è al collasso, la zona ASI e i centri commerciali non hanno creato nuovi posti di lavoro, invece hanno saccheggiato il territorio, prodotto precarietà e portato nel nostro tessuto socio-economico allarmanti incertezze.
Il governo delle destre ha saputo coltivare solo le proprie clientele dando prova di totale inettitudine. Ma è anche evidente l’imbarazzo e il disorientamento di una gran parte dell’elettorato di centro-sinistra, che non si riconosce nella politica delle alleanze sostenuta fino ad oggi dalla sua classe dirigente.
In questi anni non abbiamo mai rinunciato a “restituire la città ai cittadini” e facciamo appello affinché tutti si uniscano a noi nel costruire un’alternativa forte e credibile contro le clientele e i trasformismi. E’ giunta l’ora di riprendere il cammino, convincere gli indecisi, far venire dubbi ai convinti e allargare il bacino della partecipazione.”





