Alcuni politici dicono che il 12 e 13 giugno si andrà a votare solo per rispondere a strumentali, insignificanti e inutili quesiti referendari.
La vergognosa campagna di astensionismo messa in atto dal capo del governo italiano e da molti suoi ministri dovrebbe far riflettere ancora di più sul significato politico che questi referendum hanno in questo preciso e contingente momento storico.
La ministra Gelmini che vorrebbe insegnare a scuola la "cittadinanza attiva" dichiara, in televisione, candidamente e senza alcun dubbio, che il 12 e 13 giugno lei non andrà a votare. Non avevamo dubbi sulla decisione della Gelmini, ma abbiamo molti dubbi sulla sua persona e sul suo ruolo che dovrebbe essere un punto di riferimento per le giovani generazioni, studenti e genitori che hanno creduto nella scuola come palestra di democrazia e libero confronto delle idee. La Gelmini, e non solo lei, dimentica che un referendum è espressione della volontà popolare e la decisione del popolo degli elettori è sovrana in un paese civile e democratico.
Chi ci governa dimentica anche che il 2 giugno1946 gli italiani scelsero la Repubblica Italiana ed elessero l'Assemblea Costituente proprio con un referendum popolare.
In questi giorni la macchina del voto di scambio non si è messa in moto, non vedremo lunedì pomeriggio le centinaia di giovani assoldati con buoni benzina, pizze, birre e ricariche telefoniche assiepati nei seggi elettorali per registrare voto per voto, con o senza croce sul simbolo, voto incrociato con il candidato dell'altro schieramento, doppia croce sul simbolo e sul nome del candidato, ogni voto che deve essere registrato in ogni seggio e deve corrispondere al cittadino comprato e pagato subito dopo la verifica, più liste ha il candidato e più possibilità di controllo del voto c'è.
Tutto questo non ci sarà e non lo vedremo perchè al contrario, avranno pagato gli stessi giovani per non andare a votare?
Per questo quadro desolante invitiamo gli elettori, specialmente i giovani e i 16 mila astensionisti cronici molfettesi a non andare al mare perchè tanto ci sarà tramontana e tossine di alga tossica nell'aria, e a recarsi presso i propri seggi elettorali per esercitare un diritto che qualcuno vuole scipparci.
I quattro "SI" che il Liberatorio Politico invita ad esprimere hanno anche valenza politica perchè i quesiti referendari non esprimono un programma politico di questo o quel candidato accattone di turno, ma rappresentano un programma politico popolare di tutti i cittadini che decidono del loro futuro e delle nuove generazioni, in difesa dei beni comuni, della loro salute e dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla giustizia. Quattro SI per dire no.