COBAS – COMUNICATO STAMPA
In questi giorni abbiamo davanti agli occhi, anche a Molfetta, gli effetti devastanti del piano dei tagli alla scuola ed al personale da parte di Tremonti-Gelmini.
Il nuovo anno scolastico, tranne poche eccezioni, come l’ITIS che incrementa il numero di alunni, vede la contrazione degli organici di docenti e ATA (collaboratori scolastici, assistenti tecnici e amministrativi) di circa 40 unità, senza tener conto che molti docenti di Molfetta subiscono la stessa precarietà in quanto lavoratori della scuola in città vicine.
I tagli al personale della scuola non comportano solo l’espulsione dei precari che rappresentano solo la punta dell’iceberg, ma anche dei docenti stabilizzati costretti alla mobilità verso le scuole di città viciniore.
I tagli alla scuola pubblica producono:
• La diminuzione dei finanziamenti per le supplenze di breve periodo e mancata copertura delle assenze dei docenti con le ore a disposizione
• La diminuzione delle spese per il funzionamento scolastico che comporta maggiori costi per le famiglie (fotocopie, materiale didattico, ecc.)
• Eliminazione delle compresenze e diminuzione della progettualità nelle scuole materne e elementari.
• La negazione del diritto allo studio e il peggioramento della didattica a causa dell’innalzamento del numero di alunni per classe (fino a 30 e in alcuni casi con due alunni diversamente abili nella stessa classe).
• il mancato rispetto delle norme di sicurezza nelle scuole (rapporto mq con n. di alunni per classe)
• la frammentazione dell’unità della disciplina e la formazione di orario spezzatino (es il docente di italiano e storia che prima insegnava nella classe potrà vedersi assegnate solo le ore di storia mentre quelle di italiano potrebbero essere assegnate ad altri)
• mancata sorveglianza degli alunni e cattivo funzionamento della scuola soprattutto nei plessi delle materne ed elementari per la diminuzione del personale ATA
Nel decreto Ronchi (sull’ambiente), il 9 settembre, il Consiglio dei Ministri ha introdotto una norma “ammazza precari” che prevede la possibilità per solo 10/13 mila precari di avere “contratti di disponibilità” (accordo tra i Ministeri del Lavoro e dell’Istruzione, l’INPS, eventuali intese bilaterali Stato- Regioni), che garantiscono la priorità per supplenze, progetti, recuperi, lotta alla dispersione scolastica, tra mille incertezze e con il rischio di decadere dal diritto acquisito, in caso di non accettazione. Tale norma riguarderebbe solo una minoranza degli oltre 200 mila precari iscritti nelle rispettive graduatorie.
Si comprende come tale provvedimento non sia in grado di risolvere una situazione, senza precedenti, di licenziamento di massa nella scuola pubblica. Il Ministro non vuole salvare i posti di lavoro dei precari docenti ed ATA, ma soltanto prolungarne l’agonia e i “contratti di disponibilità” (Progetto “diritti a scuola”, POR e Obbligo formativo ) non sono altro che un tentativo di divisione del fronte dei precari.
Invitiamo la Regione Puglia (responsabile degli organici del personale della scuola) ad attuare politiche a difesa stabile dell’occupazione, evitando provvedimenti “tampone” che comporterebbero, nei fatti, una concreta accettazione dei tagli al personale. Invitiamo tutti i docenti e Ata a sostenere la lotta dei precari rifiutando gli straordinari, tenendo conto che nel prossimo anno scolastico agli effetti devastanti del corrente a.s. si aggiungeranno i tagli per la riforma delle superiori, gli accorpamenti delle discipline ecc.