Molto spesso i politici sono presenzialisti come il prezzemolo in cucina, ma a volte scelgono di rappresentare e sostenere ortaggi come il cetriolo locale, facendosi fotografare tra i loro produttori .
Il sindaco, Antonio Azzollini, e l’assessore regionale, Guglielmo Minervini, si sono schierati in prima linea nella difesa della genuinità del prodotto locale.
Il primo cittadino ci tiene a precisare: «Il cetriolo di Molfetta non ha nessun problema batterico e va tranquillamente mangiato; la presenza mia e dell’assessore al ramo Leo Petruzzella testimonia la nostra convinzione profonda che abbiamo a che fare con un prodotto che non ha problemi batterici di alcun tipo, che i nostri agricoltori sanno ben coltivare nel rispetto delle condizioni igieniche».Infatti hanno fatto prima da cavie e poi hanno portato a casa una buona provvista.
Mentre l’assessore regionale Minervini dichiara che "la Regione è già intervenuta certificando dal punto di vista sanitario l’assoluta qualità del nostro prodotto ed ha avviando con gli assessorati all’agricoltura e alla sanità una campagna di rassicurazione ai consumatori".
Peccato che entrambi i nostri politici hanno scelto di difendere il cetriolo ma non hanno mai speso una parola in difesa della "cicoria di Molfetta" apprezzata non solo localmente ma anche esportata nei mercati del nord.
La cicoria di Molfetta non sarà più la stessa dopo la costruzione della centrale elettrica POWERFLOR srl sulla provinciale Molfetta- Bitonto.
Ma il loro inspiegabile e inaccettabile silenzio, nelle loro sedi politiche di competenza, lo abbiamo registrato anche negli ultimi tre anni rispetto alla presenza di ordigni bellici chimici nel nostro mare.
Nè Azzollini e nè Minervini hanno mai speso una parola nelle loro sedi istituzionali per la salvaguardia dell'ambiente e della salute cittadina minacciate dalla presenza delle sostanze nocive fuoriuscite dalle ogive degli ordigni della seconda guerra mondiale.
Nessuno dei due si è mai reso protagonista di interrogazioni o azioni parlamentari e politiche per chiedere analisi delle acque, monitoraggi e sostegni economici per la salvaguardia della salute pubblica e per la bonifica di un bene comune irrinunciabile per la nostra terra, il nostro mare.
Forse non sanno che sono scomparsi i cosiddetti “cetrioli di mare”.