
È un derivato della cannabis che si ottiene separando i tricomi dalla materia vegetale: produce effetti più potenti – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it
Custodiva in un frigorifero della sua abitazione nel quartiere Sant’Anna 52 chili di hashish, pronti da immettere sul mercato della movida. Il 32enne Vitantonio Lovreglio — ritenuto vicino al clan Capriati — è stato arrestato dai carabinieri per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di munizioni e ricettazione.
Il suo arresto racconta due cose molto importanti per gli investigatori e la Direzione distrettuale antimafia. La prima è che a Bari si stanno smerciando quantità enormi di hashish dry, un derivato della cannabis che si ottiene separando i tricomi dalla materia vegetale e che produce sugli assuntori effetti più potenti della sostanza tradizionale.

La seconda è che i Capriati sono tornati a operare in maniera prepotente sul mercato degli stupefacenti, ove mai se ne fossero realmente allontanati in passato a causa degli omicidi e degli arresti che sembravano aver ridimensionato il clan.
L’operazione dei carabinieri fa invece capire che sono più operativi che mai, che maneggiano droga in grandi quantità, che sanno bene quali sono le richieste dei consumatori (sempre più giovani, anche grazie al boom turistico che porta in città molti giovani stranieri) e che stanno facendo soldi a palate.
I numeri del sequestro effettuato a Lovreglio, del resto, la dicono lunga. L’uomo è stato pedinato mentre si aggirava a bordo di uno scooter a Sant’Anna. Gli investigatori gli stavano addosso da un po’, ma qualche sera fa hanno notato il suo fare sospetto e hanno capito che era il momento di agire. Addosso aveva circa 200 grammi di hashish, 250 euro in contanti e un telefono cellulare.
La successiva perquisizione domiciliare ha consentito di trovare un chilo e mezzo di marijuana nonché ulteriori 50 chili di hashish (la maggior parte di tipo dry), contenuti in sacchetti di forma cilindrica da 100 grammi ognuno, ben conservati all’interno di un frigo completamente pieno. Nei cassetti di un armadio della camera da letto sono stati trovati due giubbotti antiproiettile e 58 cartucce calibro 7,65.
Quello di Lovreglio non è un nome sconosciuto alle forze dell’ordine, considerato che già dieci anni fa, quando era appena ventiduenne, fu arrestato perché trovato in possesso di 145 grammi di cocaina e due chili di hashish. All’epoca era in compagnia di Angelo Neviera, anche lui ritenuto uomo dei Capriati. Negli anni successivi di lui non si era sentito più parlare ma alcuni parenti avrebbero subito un’intimidazione con l’incendio del negozio da parte del clan Palermiti.
La colpa dei Lovreglio — stando a quanto è stato appurato dalla Dda — era di essersi avvicinati troppo ad Antonio Busco, che con i Palermiti era in guerra. Dopo il suo arresto, Lovreglio si sarebbe a sua volta avvicinato ai Capriati. Se quel carico di droga sia riconducibile a loro è presto per dirlo, ma sul fatto che a Bari la criminalità sia in fermento non ci sono dubbi.