gli stati generali dell'antimafia

“ CONTROMAFIE” : gli stati generali dell’antimafia

Roma 17-18-19 novembre

Il puzzo della mafia e dell’indifferenza o il profumo della rinascita delle coscienze? Rita Borsellino non ha avuto dubbi, l’aria che si respirava nelle tre giornate degli stati generali dell’antimafia era solo quella di una nuova e profumata primavera che sta gonfiando le proprie gemme con la linfa dell’instancabile impegno civile di tanti.

Non c’è più tempo per sognare ed essere solo indignati, bisogna “ imparare a fare le cose difficili”. Non c’è possibilità di equivoco sulla parola d’ordine che serpeggiava, sin dalle prime battute, tra i convenuti di “ CONTROMAFIE” gli stati generali dell’antimafia organizzati a Roma da  “LIBERA”. E’ stato il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, a lanciare un appello deciso alle istituzioni e al governo: “Il tempo è ormai scaduto e non ci saranno più sconti per nessuno”; la platea ha risposto subito e non ha fatto sconti neanche al Presidente del Consiglio Romano Prodi. Il suo intervento è stato interrotto più volte fino a quando a più voci e con un lungo  applauso è stato chiesto al governo di mandare a casa gli oltre venti parlamentari che siedono ancora a Montecitorio pur essendo stati condannati per reati vari in via definitiva. Dovrebbero vergognarsi anche i partiti che hanno nominato nella Commissione Antimafia due parlamentari come Alfredo Vito (F.I.) e Paolo Cirino Pomicino (UDEUR). Paolo Cirino Pomicino, già democristiano, più volte ministro, ha due condanne definitive: un anno e otto mesi per una tangente Enimont, e due mesi, patteggiati, per corruzione nel processo per i fondi neri dell’Eni. Alfredo Vito, conosciuto anche con il soprannome di «Mister Centomila preferenze» per la sua straordinaria capacità di attirare voti, è stato condannato a due anni di reclusione per 22 episodi di corruzione: restituì anche 5 miliardi di lire.

Lo stesso Giancarlo Caselli si mostra indignato e chiede al governo un forte segnale di discontinuità rispetto al governo Berlusconi.

Niente sconti alla mafia, a quella delle stragi ma soprattutto a quella in giacca e cravatta della corruzione. Nella convinzione che “la mafia è umana e, come tale, ha un inizio e una fine”, si punta ad obiettivi più alti.

Lo Stato dimostri la concretezza del suo impegno a partire dall’istituzione di una agenzia per la gestione dei beni confiscati alla mafia, all’istituzione di una giornata nazionale dedicata alla lotta alle mafie il 21 marzo; dare risposte alla domanda di legalita’ che viene dai familiari delle vittime di mafia, garantire sostegno ai testimoni di giustizia, approvare in tempi rapidi il testo unico sulla legislazione antimafia, colpire i legami tra mafia e politica, rilanciare una stagione di lotta al racket, una nuova legislazione antidroga e creare un osservatorio nazionale sull’informazione in tema di mafie. Francesco Forgione, nuovo presidente della Commissione Antimafia, ha rilanciato l’idea di completare il testo unico della legislazione antimafia ‘entro il prossimo 30 aprile, anniversario dell’uccisione di Pio La Torre, giorno in cui si potrà tutti insieme festeggiare la nuova legge a Portella della Ginestra, in Sicilia.

Infine l’appello di don Ciotti ai rappresentanti delle istituzioni, quello di ‘non scendere a compromessi, e se costretti, piuttosto dimettersi: il vostro impegno, insieme al nostro, è fondamentale affinchè il nostro Paese diventi sempre meno ‘cosa loro’ e diventi finalmente ‘cosa nostra’…

Molfetta, 20.11.2006      Matteo d’Ingeo

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