Licenziati in tronco perché scioperavano. Quattordici operai dell'azienda floricola Ciccolella (che ha uffici amministrativi a San Nicola di Melfi e siti produttivi in Puglia e in Basilicata) ha messo alla porta dieci lavoratori e quattro delegati sindacali della Flai-Cgil e della Uil dopo uno sciopero per il salario. La denuncia è stata fatta dalla Flai, "che condanna fermamente – è detto in una nota – il comportamento antisindacale e repressivo messo in atto dall'azienda a seguito di uno sciopero indetto dai sindacati di categoria per ottenere il pagamento dei salari arretrati".
Per il segretario nazionale della Flai-Cgil, Gino Rotella, "il comportamento dei vertici aziendali della Ciccolella è inaccettabile e viola lo Statuto dei lavoratori punendo ingiustamente chi si è semplicemente limitato a esercitare un diritto inalienabile come quello di sciopero". "Si tratta inoltre – sottolinea – di un atteggiamento autolesionista, visto che l'azienda sta vivendo un momento di grave difficoltà economica che richiederebbe il massimo di coesione sociale e non un conflitto di queste proporzioni".
Nel marzo scorso il patron Corrado Ciccolella, detto il re dei fiori, era stato arrestato insieme con altri cinque imprenditori per truffa sui finanziamenti europei.
"A questo punto – aggiunge il segretario nazionale – invitiamo l'azienda a tornare indietro sui suoi passi, a ritirare immediatamente i licenziamenti, a dare piena applicazione a tutti gli accordi sottoscritti e a ripristinare la normalità delle relazioni sindacali. Valuteremo – conclude – tutte le iniziative di mobilitazione e di lotta utili a tutelare la dignità e i diritti dei delegati sindacali e di tutti i lavoratori del gruppo Ciccolella".