Giustizia truccata, l’ex gip Nardi prova a far spostare il processo a Perugia

Domani la decisione del gup Setola. E intanto il grande accusatore D’Introno torna libero: affidato ai servizi sociali – fonte: Massimiliano Scagliarini – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

La festa patronale nel capoluogo lucano ha impedito che il gup Lucio Setola si pronunciasse sulle questioni di incompetenza funzionale sollevate dalla difesa dell’ex gip Michele Nardi. Le stesse in base a cui il processo per la «Giustizia truccata» di Trani è stato annullato dopo la sentenza di primo grado, approdando nel Tribunale di Potenza dove ora si riparte da zero: l’accusa ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per l’ex gip e altre quattro persone (l’avvocato barese Simona Cuomo, l’ex ispettore Vincenzo Di Chiaro, Gianluigi Patruno e Saverio Zagaria), accusate a vario titolo di corruzione in atti giudiziari, concussione e falso. La decisione dovrebbe arrivare domani.

I difensori del magistrato (sospeso, la Procura generale della Cassazione ne ha chiesto la destituzione per la condanna già definitiva per calunnia) hanno rilanciato la loro tesi. Ovvero che, essendo Nardi (all’epoca dei fatti contestati) prima un ispettore ministeriale e quindi un pm in servizio a Roma, la competenza a giudicarlo debba essere del Tribunale di Perugia. L’inchiesta è quella che nel gennaio 2019 portò in carcere Nardi e l’ex pm Savasta, coinvolgendo altre persone che – a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità – avrebbero concorso con i due magistrati nell’aggiustare i processi tranesi dell’imprenditore Flavio D’Introno in cambio di soldi e favori. Dopo le sentenze di primo grado (16 anni e 9 mesi per Nardi), due diverse sezioni della Corte d’appello di Lecce hanno annullato per incompetenza funzionale entrambe le sentenze, quella con il rito ordinario (ora davanti al gup) e quella in abbreviato che riguarda gli ex pm Savasta e Luigi Scimè.

Nella scorsa udienza davanti al gup di Potenza, in aprile, il pm Giuseppe Borriello aveva depositato una memoria per sostenere che la competenza dovesse tornare a Lecce, ed aveva ipotizzato di sollevare un conflitto di competenza davanti alla Cassazione. Ma – come hanno fatto notare diversi difensori – il caso è particolare: non ci sono procedimenti pendenti davanti a due differenti uffici che possano giustificare il conflitto. Allo stesso modo bisognerà capire se è applicabile il nuovo articolo 24 bis della riforma Cartabia, che ha introdotto il rinvio pregiudiziale in Cassazione. La difesa di Nardi (avvocati Domenico Mariani e Carlo Taormina) ha anche sollecitato il giudice a riqualificare alcune delle ipotesi da concussione in induzione indebita, che accelererebbe la prescrizione di alcune accuse.

D’Introno, l’uomo che con le sue denunce ha dato il via alle indagini, ha scontato quasi interamente la pena ed è nel frattempo tornato libero con l’affidamento in prova ai servizi sociali. La parte civile Tarantini (avvocati Beppe Modesti e Andrea Moreno) ha chiesto la citazione come responsabile civile del ministero della Giustizia, che si è a sua volta costituito nei confronti di Nardi, ieri presente in aula insieme alla Cuomo (avvocato Luca Bruno).

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