Giustizia truccata a Trani, indagato anche ex pm antimafia Seccia

Il 30 settembre, dieci giorni prima di finire nel carcere di Trani dove sta scontando la sua condanna definitiva per usura, Flavio D’Introno si è seduto per l’ultima volta davanti ai pm di Lecce. E ha raccontato di altre mazzette pagate in cambio di favori mai ricevuti, consegnando a chi indaga una serie di documenti che testimonierebbero i passaggi diretti e indiretti di denaro: in tutto più di 300mila euro. L’inchiesta sulla giustizia truccata nel Tribunale di Trani dunque va avanti, e la notifica di una proroga delle indagini ha comportato la discovery sui nomi e sulle accuse del secondo filone. L’ex pm antimafia Domenico Seccia, barlettano, oggi sostituto pg in Cassazione, è accusato di concorso in corruzione insieme al commercialista barese Massimiliano Soave e allo stesso D’Introno. Soave risponde anche di tentata violenza privata nei confronti dell’imprenditore di Corato.

Un tentativo, quello di bloccare le pretese in sede tributaria, che D’Introno ha detto di aver pagato più di 100mila euro. Soave – ha raccontato l’imprenditore – avrebbe preteso denaro anche per intervenire nel corso del processo di secondo grado per l’usura. Seccia invece, sempre nella versione che l’accusa sta cercando di riscontrare, avrebbe indotto D’Introno anche a intervenire nel procedimento fallimentare che riguardava il cognato del magistrato barlettano attraverso l’acquisto di un credito, operazione poi effettuata dal padre di D’Introno spendendo altri 100mila euro.
In quanto alla tentata violenza privata, anche questa da riscontrare, D’Introno ha raccontato un incontro con Soave che – a suo dire – gli avrebbe consigliato di non tirare in ballo Seccia, che altrimenti gli avrebbe «mandato la mafia garganica».
L’inchiesta sulla giustizia truccata nel Tribunale di Trani vede al centro dell’accusa i soldi e i favori pagati da D’Introno a Savasta, Nardi e all’ex pm Luigi Scimè: oltre due milioni più regali e viaggi. Il processo con rito ordinario (dove c’è Nardi) riprenderà il 5 febbraio, mentre quello in abbreviato (con Savasta che ha confessato e Scimè) ripartirà il 20 gennaio con le richieste dell’accusa.

fonte: MASSIMILIANO SCAGLIARINI – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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