Giudizio immediato per i tre molfettesi autori della rapina alla sala scommesse

Il giudice per le indagini preliminari Rossella Volpe, su richiesta del pm Alessandro Pesce, ha disposto il giudizio immediato (rito abbreviato) per Gianfranco Del Rosso (nato a Molfetta, classe 1988), Stefano De Bari (nato a Molfetta, classe 1999) e Nicolò De Pinto (nato a Molfetta, classe 1995), gravemente indiziati di avere effettuato, lo scorso 12 luglio 2020, a Molfetta, una rapina a mano armata, da 12 mila euro circa, ai danni sala Win Time Slot&Videolottery, lungo la strada provinciale 112 che conduce a Terlizzi. L’udienza è stata fissata per il 15 novembre prossimo.

Gli odierni imputati furono arrestati nel febbraio scorso dai Finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari, in  in esecuzione dell’ordinanza – emessa dal competente G.I.P., su richiesta della Procura della Repubblica di Trani – ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dei reati di rapina aggravata e porto illegale di arma comune da sparo.

In particolare, la rapina fu messa a segno dopo un’attenta pianificazione e perlustrazione dei luoghi, con elevata spregiudicatezza e disprezzo per i provvedimenti delle Autorità, trattandosi di soggetti recidivi. In particolare uno dei responsabili annovera numerose condanne definitive per diversi reati, anche di rapina e furto ed è stato attinto dalla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.

L’esecuzione dei provvedimenti cautelari costituirono l’epilogo dell’articolata attività di indagine svolta dai militari del G.I.C.O. Bari i quali – nonostante l’aspetto travisato degli autori della rapina a mano armata e l’utilizzo di un’autovettura risultata rubata –  riuscirono, attraverso l’esame di innumerevoli fotogrammi estrapolati dalle immagini di diversi circuiti di videosorveglianza e l’incrocio dei dati delle intercettazioni e dei tabulati telefonici, telematici e GPS, ad individuare i responsabili della violenta azione delittuosa.

L’operazione fu denominata “La partita a pallone”, in quanto i soggetti indagati utilizzarono – in diverse telefonate intercettate dalle Fiamme Gialle baresi – tale locuzione per fare riferimento alla rapina che, a distanza di qualche giorno, avrebbero compiuto.

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