Giudice arrestato, il Csm liquida De Benedictis: oggi la pronuncia sulle dimissioni. “Leso il prestigio dell’ordine giudiziario”

Il Consiglio superiore della magistratura mercoledì 13 ottobre si pronuncia sulla ratifica delle dimissioni nonostante sia in corso il procedimento disciplinare: “C’è un evidente e primario interesse dell’amministrazione a far cessare il rapporto di servizio”fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Giuseppe De Benedictis, l’ex gip di Bari arrestato ad aprile per corruzione in atti giudiziari e detenzione di un arsenale da guerra, da oggi potrebbe non essere più un magistrato. La quarta commissione del Csm, il Consiglio superiore della magistratura. ha accolto la richiesta di dimissioni, nonostante sia pendente a suo carico un procedimento disciplinare, ritenendo che «sussiste un evidente e primario interesse dell’amministrazione a far cessare il rapporto di servizio con una persona la cui presenza nell’ordine giudiziario compromette in modo significativo il prestigio dell’ordine stesso».

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I fatti di cui è accusato dalla Procura di Lecce, dicono in sostanza i colleghi, sono talmente gravi (anche perché “posti in essere abusando della sua qualità di magistrato“) da imporre un veloce allontanamento nonostante la prassi vorrebbe che la decisione venisse rinviata all’esito dei procedimenti penale e disciplinare.

Era stato proprio De Benedictis a chiedere di lasciare la magistratura, dopo che il 9 aprile scorso i carabinieri del Nucleo investigativo di Bari lo avevano sorpreso con 5mila 500 euro in tasca fuori dallo studio dell’avvocato Giancarlo Chiariello. Subito dopo, la perquisizione nella sua abitazione di Molfetta aveva fatto trovare 57mila 700 euro in contanti che erano nascosti dietro le prese elettriche. “Chiariello stava puntato, mi sono dimesso per evitare il carcere, speriamo che mi diano i domiciliari“, diceva in una conversazione con un amico di Altamura intercettata lo stesso 9 aprile.

Le dimissioni, però, non sono servite a evitare la custodia cautelare (a luglio trasformata in arresti domiciliari per la vicenda della corruzione ma non per le armi) né l’avvio del procedimento disciplinare, che in realtà era stato promosso dal ministero della Giustizia e dalla Procura della Cassazione il 14 aprile, subito dopo aver ricevuto da Lecce notizia della perquisizione e ancora prima dell’arresto.

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Dopo l’esecuzione dell’ordinanza, il Csm ha disposto la sospensione cautelare dalle funzioni e dallo stipendio collocandolo fuori organico. La stessa azione disciplinare è stata poi replicata per la questione delle armi nascoste nella masseria ad Andria.

La richiesta di dimissioni, però, continuava ad aleggiare sullo sfondo dell’intera vicenda. Con tutte le conseguenze a essa collegate e di cui De Benedictis si mostrava perfettamente a conoscenza nelle conversazioni intercettate: “Il problema è che io adesso ho 38 anni di contributi – diceva a un amico – Ce ne vogliono 43 per prendere la pensione e non li posso neanche pagare io perché è proibito ai dipendenti pubblici, quindi devo trovare un altro lavoro che mi fa cinque anni di contributi“.

Un calcolo che la Quarta commissione ha messo nero su bianco: “De Benedictis non potrà accedere al trattamento pensionistico, non avendo maturato i prescritti requisiti né per limiti di età (70 anni, e lui ne ha 59) né per anzianità di servizio, che per gli uomini corrisponde a 43 anni di contributi e lui ne ha 36“.

Nei conteggi fatti dai colleghi magistrati hanno pesato anche altre considerazioni. Ovvero il fatto che l’accettazione delle dimissioni non fa venir meno l’interesse del Csm a portare avanti il procedimento disciplinare, considerato che la vicenda “ha causato un rilevante danno all’immagine e al prestigio della magistratura (visto anche il significativo clamore mediatico)“.

Ma anche l’evidenza che De Benedictis percepisce attualmente l’assegno alimentare (nato per non lasciare i magistrati sospesi privi di sostentamento) e che, in caso di assoluzione, potrebbe chiedere gli arretrati e l’adeguamento della pensione. L’accettazione delle dimissioni “determinerà un beneficio erariale per lo Stato“, perché l’assegno non sarà più versato e la pensione arriverà soltanto quando l’ex giudice raggiungerà l’età giusta. Le dimissioni di De Benedictis dovranno essere ratificate oggi dal Plenum del Csm.

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