Giudice arrestato a Bari, intercettato e pedinato per un anno: la rete di amici tra manager e politici

Nelle carte depositate dai pm di Lecce che indagano, fra l’altro, per corruzione in atti giudiziari ci sono decine di omissis. Sotto la lente d’ingrandimento i rapporti di De Benedictis e la rete di favori fra Altamura a Bari e Matera fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Più di un anno di intercettazioni telefoniche e ambientali e di pedinamenti e l’ex giudice di Bari Giuseppe De Benedictis pronto a parlare: è un mix esplosivo quello che la Procura di Lecce maneggia nell’ambito dell’inchiesta per corruzione in atti giudiziari che il 24 aprile ha fatto finire in carcere l’ex magistrato e l’avvocato barese Giancarlo Chiariello.

Entrambi hanno fatto parziali ammissioni negli interrogatori di garanzia ma l’ex gip in settimana sarà interrogato per la quarta volta dopo un mese e mezzo di reclusione, che lo ha molto provato sia nel corpo che nella mente, come hanno ripetutamente sottolineato i suoi avvocati Saverio Ingraffia e Gianfranco Schirone. I temi attorno ai quali ruoterà l’interrogatorio sono top secret, così come molti atti dell’inchiesta per corruzione e dell’altra sull’arsenale in una masseria di Andria.

Di certo c’è che De Benedictis, in quell’anno in cui è stato seguito e intercettato, ha parlato con un gran numero di persone — alcune delle quali anche con importanti ruoli istituzionali — e che oggi l’inchiesta di Lecce tiene molta gente con il fiato sospeso.

C’è apprensione nel Tribunale di Bari (dove si è scoperto che il giudice e l’avvocato arrestati avevano complici che li aiutavano ad accedere a notizie riservate) e anche ad Altamura, dove vivono altre persone finite in mezzo all’inchiesta. Lì De Benedictis aveva amici e interessi, alcuni dei quali cementati nel periodo in cui aveva svolto il ruolo di componente del collegio penale del Tribunale di Matera.

E non è un caso che, proprio da alcuni colleghi lucani fosse tornato nei mesi scorsi per chiedere notizie su alcune indagini relative a imprenditori amici.

Con i pm baresi, invece, i rapporti non erano particolarmente buoni, anche perché il giudice aveva saputo che alcuni di loro avevano raccolto le dichiarazioni del pentito Domenico Milella sul suo conto, segnalandole alla Procura di Lecce. Legami di amicizia c’erano invece con alcuni magistrati della Corte d’appello e di uffici giudiziari ubicati nel Tribunale di pizza De Nicola, dove è stato documentato che si è recato almeno un paio di volte negli ultimi mesi per chiedere alcuni favori.

In un caso si trattava della riabilitazione di una professoressa universitaria con cui si è intrattenuto a Villa Romanazzi, in un altro di un procedimento relativo a un amico murgiano.

Proprio ad Altamura, del resto, De Benedictis veniva invitato a pranzi e cene, andava a fare il pieno di gasolio gratuitamente e gli veniva riempita l’automobile con buste di carne e formaggi. In una sala ricevimenti altamurana venivano organizzati incontri con persone che volevano chiedergli favori e lì viveva l’ex carabiniere che temeva potesse trascinarlo nei guai a causa delle sue amicizie.

E invece De Benedictis nei guai ci è finito da solo e adesso è lui quello che potrebbe trascinare a fondo altre persone. Nel corso delle indagini sono stati documentati anche incontri con esponenti del mondo politico regionale e con alti dirigenti della sanità.

In un caso è stata ascoltata una richiesta di informazioni in relazione a un’indagine in corso, in un altro era invece un manager a dover informare il giudice di qualcosa che stava succedendo. De Benedictis era intercettato anche nello scorso autunno e all’inizio dell’inverno, quando ha disposto l’interdizione dei vertici del Policlinico di Bari e il sequestro dei padiglioni Chini e Asclepios nell’ambito dell’inchiesta sulla legionella.

La Procura di Lecce ha in mano molti atti che non ha depositato insieme a quelli relativi all’arresto e molte parti della documentazione pubblica sono coperti da omissis.

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