Giudice arrestato a Bari, i mille favori agli amici degli amici e le vendette al setaccio degli inquirenti

De Benedictis fino all’ultimo pilotò provvedimenti: ” Un’opera di bene” fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

«Sai qual è l’ultima cosa che ho firmato stamattina? La cosa di Paolo, almeno siamo riusciti a fare l’ultima opera di bene… Non era dovuto, avrei potuto pure rigettarla… » : avrebbe fatto favori agli amici fino al suo ultimo giorno da gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis, arrestato una prima volta il 24 aprile per corruzione in atti giudiziari e una seconda il 13 maggio per detenzione di un arsenale da guerra.

Nella telefonata intercettata dalla polizia il 9 aprile, il giudice parlava con l’imprenditore andriese Antonio Tannoia, poche ore dopo aver lasciato la magistratura a causa della perquisizione dei carabinieri, che gli avevano trovato addosso 5.700 euro, che si presumono essere una mazzetta pagata dall’avvocato barese Giancarlo Chiariello per la scarcerazione di un suo assistito. La comunicazione quel 9 aprile era d’obbligo, perché tre anni fa Tannoia aveva messo a disposizione il luogo in cui custodire centinaia di armi clandestine e anche perché De Benedictis sapeva di poter essere arrestato. «Vedi che stamattina è successa una catastrofe — diceva all’amico — Tenevo nel portafogli 600 euro per pagare gli operai più 5mila euro per fatti miei, dicono che me li ha dati un avvocato. Sono venuti a fare la perquisizione, mi hanno sequestrato tutti i soldi che avevo, stanno di nuovo a fare il controllo delle armi» .

Arsenale da guerra in masseria, il giudice De Benedictis a Capodanno sparava dal balcone con i lanciarazzi della Marina

Di fronte alla notizia, Tannoia cercava di tagliare corto, forse sospettando che l’interlocutore potesse essere intercettato, ma De Benedictis ci teneva a fargli sapere di avere firmato un atto relativo a un amico dell’imprenditore, il quale rispondeva con un laconico «Appost » . Per gli inquirenti, però, anche in quella conversazione c’è la traccia di un modus operandi del giudice, che avrebbe dispensato favori agli amici e firmato provvedimenti dietro compenso, pagato dai diretti interessati (per lo più esponenti della criminalità) e consegnato da alcuni avvocati.

La Procura di Lecce mette poi in fila altre frasi intercettate dalla Squadra Mobile durante gli incontri con Antonio Serafino, il caporal maggiore dell’Esercito arrestato due giorni fa con l’accusa di avere contribuito a reperire le armi. Il riferimento era a una persona con cui in passato il giudice aveva fatto affari: «Sai quell’altro… Mi sono trovato inguaiato dalla sera alla mattina per colpa di un vecchio, che ora ha avuto il regalo, che il 12 si presenta in Tribunale per essere spogliato di tutti i beni. Già oggi gli hanno mandato la lettera che non può più accedere ai conti correnti… » .

Come se si fosse concretizzata una specie di vendetta, per qualche cosa che la persona di cui parlava aveva fatto in passato e che aveva creato problemi a De Benedictis: «Tu hai inguaiato la vita mia e io ho precipitato la vita tua» .

Arsenale da guerra dell’ex gip, De Benedictis: “Non avevo più armi illegali, le avevo buttate tutte in mare”

Serafino ha poi fatto riferimento a qualche favore giudiziario che il giudice avrebbe fatto direttamente a Tannoia e sul quale sono in corso le verifiche degli investigatori. Senza tralasciare le diverse situazioni già emerse nel procedimento parallelo, coordinato dai pm di Lecce e condotto dai carabinieri di Bari. Nei dialoghi con un ex poliziotto, il magistrato manifestava i suoi timori di poter essere arrestato e faceva riferimento alla scarcerazione di Giuseppe Cassano, esponente di spicco del clan Capriati.

«Hai fatto uscire Capriati, con il parere contrario e senza niente — ricordava il poliziotto — E lo hai fatto uscire dopo che ha cambiato tredici avvocati… quello no, quello no, quello no.. poi arriva Ciccio e a quello si…» . Alla stessa persona il giudice esprimeva preoccupazione per le possibili verifiche della polizia giudiziaria su una sentenza che aveva emesso e gli chiedeva di verificare se qualche investigatore avesse acquisito atti all’ufficio impugnazioni. Tutti questi riferimenti riguardano vicende ancora da approfondire rispetto a quelle per le quali De Benedictis è stato arrestato ovvero le scarcerazioni dei pregiudicati Danilo Pietro Della Malva (oggi collaboratore di giustizia), Roberto Dello Russo e Antonio Ippedico nonché dell’avvocato foggiano Michele Pio Gianquitto.

Giudice arrestato a Bari, spuntano complici insospettabili anche tra le forze di polizia. L’ipotesi: “Teneva armi per il clan”

Proprio perché si tratta di episodi precedenti al periodo in cui il giudice era sotto controllo, il sospetto degli inquirenti è che gli episodi corruttivi non fossero isolati ma rientrassero in un modus operandi ormai collaudato.

Domani De Benedictis sarà interrogato nel carcere di Lecce, Serafino invece in videoconferenza dal carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.

Una risposta a “Giudice arrestato a Bari, i mille favori agli amici degli amici e le vendette al setaccio degli inquirenti”

  1. Da tutti gli eventi riconducibili a questa “strana vicenda” mi sorge il dubbio che nella mente dell’indagato si sia creata una certa confusione. Gli atteggiamenti contestati sono sicuramente contrari alla regolare dinamica della natura e della mente di un magistrato.
    Credo che sia doveroso esplorare questo aspetto.

I commenti sono chiusi.

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi