Giovinazzo, la «discarica» iniettava percolato sottoterra e la ditta risparmiava: 7 indagati, sequestrati 1,5 mln

Raccogliere e smaltire il percolato, il liquido di rifiuti sversato dalla discarica di Giovinazzo era troppo oneroso, quindi meglio farlo scorrere nelle viscere del sottosuolo fino ad inquinare la falda acquifera. Un’attività durata almeno un anno e mezzo che avrebbe gonfiato le casse del gestore di almeno un milione e mezzo di euro, che da oggi è messo sotto chiave per ordine del tribunale.

I Carabinieri della sezione di pg della Procura di Bari hanno eseguito un decreto di sequestro, finalizzato alla confisca, per un importo pari a 1 milione 447mila e 623 euro (tra denaro e beni di utilità) nei confronti della Daneco impianti in liquidazione. Il provvedimento, firmato, dal gip, Antonella Cafagna, è scaturito nell’ambito di un fascicolo di indagine per inquinamento ambientale che vede indagate sette persone tra legali rappresentanti, amministratori, responsabili tecnici, responsabili di gestione impianti, capi impianto, coordinatori e responsabili di Area territoriale dell’azienda.

I fatti si riferiscono alla gestione dell’impianto di discarica di Rsu del bacino Ba72 in località San Pietro Fago nel comune di Giovinazzo. Alla società sono contestate una serie di violazioni in materia di norme sul diritto penale societario (D. Lgs. 231/2001). Il provvedimento di sequestro è stato notificato a 5 istituti di credito, nonchè alla Conservatoria dei registri immobiliari per le relative trascrizioni in 11 province in cui sarebbero stati individuati beni.

L’indagine è partita nel 2016 e si è conclusa due anni dopo con gli accertamenti patrimoniali. La Procura, avvalendosi anche di consulenze chimiche, geologiche ed entomologiche, avrebbe dimostrato l’inquinamento ambientale provocato dall’omessa adozione di misure per il contenimento del percolato da discarica, parte del quale finiva nel sottosuolo sino a inquinare la falda acquifera.

Tale omissione avrebbe consentito alla società di risparmiare costi legati allo smaltimento del rifiuto liquido pari appunto a circa 1 milione e mezzo di euro, la somma finita al centro del provvedimento di sequestro.

fonte: NICOLA PEPE – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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