I primi container sono stati portati fuori dalla stiva della nave proveniente della Siria con le gru. Non sono stati neppure poggiati sul piazzale del porto, ma direttamente posati sopra un rimorchio che poi si è imbucato direttamente nella pancia della nave americana sulla quale nei prossimi mesi si svolgeranno le operazioni di idrolisi per disattivare i veleni e renderli innocui. Il trasbordo è curato da 30 portuali che si alterneranno su due o tre turni, mentre a bordo della “Cape Ray”, ad attendere i componenti per le armi chimiche del regione di Assad ci sono 35 marine e i 64 chimici dell’Army’s Edgewood Chemical Biological Center. A cuocersi sotto il sole che batte a 35 gradi sulla banchina del molo sud ci sono poi pochi altri. Personale addetto alla sicurezza come i vigili del fuoco e il personale sanitario. Hanno il compito di monitorare passo passo ogni operazione. Tutto intorno è il deserto.
Il porto e il retro porto sono stati praticamente inibiti ad ogni operatore che non sia direttamente coinvolto nel trasbordo. Chiuse le aziende e ferme le lavorazioni. A circondare l’approdo calabrese è stata posta una cintura di sicurezza senza precedenti. Posti di blocco su tutte le strade di accesso, navi e sommozzatori della marina militare nelle acque circostanti e spazio aereo vietato. Un bunker di aria e acqua.
Secondo i calcoli, il trasbordo potrebbe concludersi anche prima delle 48 ore previste inizialmente. Normalmente il personale specializzato del porto di Gioia Tauro è in grado di movimentare centinaia di container al giorno. In questo caso, ovviamente, la cautela è maggiore, e tuttavia le 760 tonnellatepotrebbero essere stivate in un solo giorno. Dopo, le due navi prenderanno il largo. La “Ark Futura” dovrebbe rientrare in Danimarca, mentre la “Cap Ray” prenderà il largo verso le acque internazionali dove si procederà con il “disarmo” dell’arsenale chimico siriano. Ci vorranno alcuni mesi, il processo di idrolisi sull’intero carico dovrebbe concludersi, condizioni del mare permettendo, entro novanta giorni.
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