Manca poco meno di un mese e mezzo al Natale e in città cominciano a esplodere i primi botti.
Quello dei fuochi pirotecnici è costume ormai consolidato a Molfetta. Non c’è crisi che tenga, tantomeno inviti alla prudenza, e così ogni giorno centinaia di euro se ne vanno letteralmente in fumo.
Stelle filanti e innocue bottigliette sono lasciate a un club quasi esclusivo, quello di chi rispetta le regole. Petardi e bombe carta vanno per la maggiore, e i danni nei “giorni caldi” non si contano.
Qualche boato già s’ode. E c’è già il primo intervento. Nella mattinata di domenicaalcuni residenti in via padre Pio da Pietrelcina hanno segnalato ai Vigili del fuoco un botto inesploso sul ciglio della strada. L’artificio pirotecnico illegale è stato disinnescato dai Carabinieri del nucleo artificieri giunti da Bari.
Probabilmente qualcosa nella miccia non avrà funzionato, e così il petardo sarà stato abbandonato senza curarsi delle conseguenze di uno scoppio accidentale.Come accaduto in estate durante un incendio in un terreno incolto di periferia, quando una torrida mattina in via Matteo Altomare più di un residente avrà dato un’occhiata al calendario per accertarsi che fosse luglio.
Le forze dell’ordine sconsigliano di riciclare un fuoco pirotecnico inesploso e ricordano che quelli autorizzati devono riportare sulla confezione un’etichetta con indicazioni dal decreto ministeriale che ne autorizza il commercio, al nome del prodotto, ditta, categoria e alla modalità d’uso. Possono essere acquistati dai 14 anni in su.
Altri botti, appartenenti alle cosiddette quarta e quinta categoria, possono essere venduti soltanto nei depositi di fuochi d’artificio o nelle armerie autorizzate a chi è in possesso di porto d’armi o nulla osta. Gli altri, dai nomi noti al grande pubblico (“bomba Maradona”, “cipolla”, “bomba carta” e i “tric e trac”) sono tutti vietati.