Gare pilotate, arrestato sindaco Trani. «Qua comandiamo noi»

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Qui comandiamo noi, si fa quello che diciamo noi“. Non usavano certo la diplomazia per pilotare gli appalti e per imporre assunzioni nelle società comunali i sei presunti componenti del comitato politico-affaristico arrestati stamattina dalla Digos di Bari su disposizione della magistratura tranese. Gli appalti venivano pilotati in cambio di richieste di denaro (dai 5.000 ai 10.000 euro) e posti di lavoro. Le assunzioni nelle società comunali erano invece imposte per sistemare anche amici e parenti dei consiglieri di opposizione e per guadagnarsi il loro appoggio incondizionato in Consiglio comunale. Se qualcuno, poi, faceva opposizione, spuntava subito la minaccia dei licenziamento o il mancato rinnovo del contratto a termine.

A capo del comitato politico-affaristico – secondo l’accusa – c’era il sindaco di Trani, Luigi Nicola Riserbato (centrodestra) finito agli arresti assieme ad altre cinque persone. Oltre a Riserbato, eletto nel 2009 consigliere provinciale della Bat con la ‘Puglia prima di tutto’, il partito fondato all’ex ministro Raffaele Fitto (Fi), ai domiciliari è finito il funzionario comunale Edoardo Savoiardo. Sono stati invece portati in carcere l’ex vicesindaco Giuseppe Di Marzio (Fi), il consigliere comunale Nicola Damascelli (movimento Schittulli), l’ex consigliere Maurizio Musci (Fi) e l’ex amministratore unico dell’ex municipalizzata Amiu, Antonello Ruggiero.
Pesanti le accuse contestate a vario titolo: associazione per delinquere, concussione, corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

Le indagini del pm di Trani, Michele Ruggiero, ruotano attorno ad un appalto di oltre due milioni di euro per la vigilanza degli immobili comunali aggiudicato nel 2013 – secondo l’accusa – in modo illecito alla società palermitana Sicurcenter. Dopo che era stata bandita la gara, secondo alcuni testimoni, cominciarono le richieste di danaro a varie ditte che avevano manifestato interesse al bando, ma non vi è prova che le ‘mazzettè siano mai state versate. Dagli accertamenti sarebbe invece poi emersa l’esistenza di un vasto sistema corruttivo che vedrebbe coinvolti politici, dirigenti e amministratori del Comune di Trani.

Gli arresti – ha detto il procuratore Carlo Maria Capristo – costituiscono “una prima e urgente risposta ad un diffuso e insidioso sistema di condizionamenti e interferenze illeciti nella gestione di appalti e, più in generale, della cosa pubblica nel Comune di Trani“, organizzato da un “comitato politico affaristico che comandava in città“.
Secondo Capristo, il sistema di illegalità ha pervaso “la vita politica della amministrazione cittadina”. Venivano imposte assunzioni – ha spiegato il magistrato – presso società operanti per il Comune in base a logiche clientelari di scambio o asservimento ad una specifica parte politica, dietro la minaccia di ritorsioni; veniva sollecitato il pagamento di tangenti in cambio di aggiudicazioni; la dialettica politica era governata da intimidazioni, ritorsioni e minacce di licenziamenti; le gare dei pubblici appalti erano pilotate. Oltre ai sei arrestati, vi sono sei indagati a piede libero. Per quattro di essi – i componenti della commissione aggiudicatrice degli appalti – la procura ha chiesto al gip l’interdizione dai pubblici uffici. Si tratta dell’ex segretario comunale Pasquale Mazzone, dell’ex dirigente dell’ufficio tecnico Claudio Laricchia (ora in forza al Comune di Bari); dell’ex dirigente alle Finanze Yanko Tedeschi e della poliziotta municipale Elsa Coppola. Sono indagati anche i responsabili della Sicurcenter Francesco Lupo, Massimo Aletta e Nicola Lisi. Lunedì cominceranno gli interrogatori.

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