Foto di M. Petruzzella
Il copione è lo stesso, ma questa volta difficilmente passerà l’ipotesi dell’autocombustione. L’auto sicuramente è stata incendiata e il “piromane” di turno ha preventivamente orientato in alto l’unica telecamera che avrebbe potuto raccontarci la verità su questo ennesimo incendio doloso.
Premesso che non abbiamo mai accettato, e continueremo a non accettare, l’idea che gli incendi in città siano episodi incidentali e casuali, oppure dovuti a corto circuiti o autocombustione, ci chiediamo ancora se la Procura di Trani abbia mai aperto un fascicolo d’indagine unico.
Sarebbe auspicabile se, dopo otto anni di fuoco, fossero avviate indagini coordinate, pur contro ignoti, per accertare se si tratti di incendi dolosi provocati da piromani seriali, piromani d’occasione o di emulazione, atti vandalici, ritorsioni o vendette personali; oppure se, a Molfetta e nelle città limitrofe, si sia di fronte ad operazioni criminali che hanno come obiettivo la creazione di un clima di paura collettiva per poi attuare nel tempo azioni estorsive indirette e diffuse. Non dobbiamo dimenticare che, oltre alle automobili ci sono stati anche incendi di esercizi commerciali e atti dinamitardi. Le piste da seguire sarebbero tante, ma almeno cominciamo a seguirle.