di Lorenzo Pisani – www.molfettalive.it
Da più di 16 anni attendono il momento. La città, il settore della pesca, soprattutto i famigliari. Loro l’hanno sempre saputo che Giovanni Pansini, Luigi De Giglio, Saverio Gadaleta, Mario De Nicolo e Francesco Zaza erano marinai e basta. Adesso, nell’anno di grazia 2011, lo si potrà verificare al largo del Montenegro, dove il 4 novembre 1994 il motopesca “Francesco Padre” colò a picco tra mille misteri e un'accusa pesante per tutta la marineria molfettese.
L’annuncio ufficiale è stato dato venerdì in una conferenza convocata nel porto di Bari dalla procura di Trani, che nel febbraio dell’anno scorso ha voluto riaprire il fascicolo, affidandolo al sostituto procuratore Giuseppe Maralfa.
Il procuratore capo Carlo Maria Capristo ha presentato alla platea le prossime ispezioni sui fondali condotte dalla Marina Militare. In particolare dal nucleo Sdai, i palombari conosciuti a Molfetta per le operazioni di bonifica del porto.
A settembre, la nave Anteo, unità specializzata nelle operazioni di recupero e soccorso, si porterà sul punto in cui si inabissò il motopesca e attraverso un mini sommergibile e robot filoguidati preleverà i campioni necessari alle indagini e i resti umani dell’equipaggio (solo il corpo di De Nicolo fu recuperato dopo la tragedia). A bordo, le operazioni saranno seguite dai legali delle famiglie delle vittime e dagli inquirenti. Che potranno richiedere anche l’ausilio dei palombari guidati dal comandante di fregata Giambattista Acquatico.
Una sinergia, quella tra istituzioni e militari, fondamentale per la riuscita dell’operazione. E per la quale sono stati stanziati ad oggi 700mila euro, Ai 100mila della Regione Puglia e 300mila del Comune di Molfetta se ne sono aggiunti altri 300, come annunciato nella mattinata dal sindaco Antonio Azzollini. «Se c’è una sola possibilità su un milione, il Comune farà la sua parte», queste le sue parole all’indomani della riapertura del fascicolo, ribadite a Bari.
E un plauso al «grande coraggio» della procura a riaprire le indagini è giunto dall’assessore regionaleGuglielmo Minervini. «Ricerca della verità e valorizzazione della storia della marineria» sono gli auspici del ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto. Presenti all’incontro anche l’ammiraglio si squadra navale Andrea Toscano e il contrammiraglio Salvatore Giuffrè.
Nelle parole di Maria Pansini, a capo del comitato dei familiari delle vittime, tutta l’attesa e la voglia di verità e giustizia: «Quella maledetta notte anche la nostra vita è stata inghiottita nei fondali». Sedici anni in cui non sono mancate «le porte sbattute in faccia». «Temevamo che il recupero non avvenisse più», aggiunge, sottolineando l’importanza del libro inchiesta di Gianni Lannes, con l’ipotesi di scenari inediti, e la riapertura del caso. Adesso un’altra attesa, più breve ma non meno spasmodica.