Forse non saranno ASM e “quote rosa” a far cadere Azzollini, ma il suo stesso Presidente

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Se un proverbio francese dice “qui va à la chasse, perd sa place” (chi va a caccia, perde il suo posto) noi diremo che è proprio vero che “chi va a Roma perde la poltrona”.
Mentre il  Ministro Brunetta mette a punto la legge delega contro i “fannulloni” del pubblico impiego, il Presidente Schifani lancia la bomba sui “doppincarichisti” del Parlamento, ed è così che va in scena la politica dei segnali forti.
Per venti ospiti di Camera e Senato il cumulo di cariche è finito. Sembrava uno scherzo di cattivo gusto appena la notizia è apparsa in rete, invece a riportare la decisione di Schifani con dovizia di notizia è stato un comunicato apparso nella rassegna stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Si tratta di parlamentari eletti sia nelle fila del PdL che del Pd i quali, nonostante soggetti al principio della «incompatibilità», a mollare una delle due poltrone non ci pensano proprio.
A stabilirlo è l’articolo 122 della Costituzione. «Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e ad una delle Camere del Parlamento». Ed è proprio dalla interpretazione letterale dell’articolo che prende le mosse l`iniziativa del presidente del Senato.
«Il presidente del Senato, d`intesa con il presidente della Giunta delle elezioni», afferma lo stesso Schifani, «ha stabilito che le procedure del regolamento di verifica dei poteri sono già state attivate e saranno portate a compimento con la massima celerità».
I senatori interessati dal provvedimento, in tutto, sono venti, tredici del centrodestra, il resto del centrosinistra.
Il caso più clamoroso è quello del nostro concittadino Antonio Azzolini, che attualmente ricopre sia l’incarico di Sindaco di Molfetta, Comune che supera la soglia dei 20 mila abitanti, che di Senatore della Repubblica, per il PdL, con tanto di presidenza della commissione Bilancio.
Sino ad oggi, deputati e senatori, hanno aggirato l’ostacolo rifacendosi all’articolo 66 della Costituzione, in base al quale «ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità».
L’azione decisa dal presidente del Senato Schifaní e dal senatore Follini mira a spuntare le armi a questo articolo, rendendo invece subito efficace il principio della «incompatibilità».
Non a caso «nella seduta della Giunta del 4 giugno scorso», ricorda Schifani, «il presidente Follini ha ottenuto dai gruppi parlamentari l’indicazione dei componenti del comitato per l’esame delle cariche dei senatori. Il coordinatore del comitato, ha convocato l’organo per martedì 10, affinché possa presentare immediatamente le sue proposte».
E così, a partire da martedì prossimo, i seguenti “doppincarichisti”, avranno tre giorni per scegliere:

  1. Maria ANTEZZA (Pd) Consigliere Regionale e Presidente Consiglio Basilicata
  2. Antonello ANTINORO (misto) Deputato Regionale Sicilia
  3. Antonio AZZOLINI (PdI) Sindaco di Molfetta
  4. Carlo CHIURAZZI (Pd) Consigliere Regionale Basilicata
  5. Stefano DE LILLO (PdI) Segr. Consiglio Regionale Lazio
  6. Ulisse DI GIACOMO (PdI) Assessore Regionale Molise
  7. Egidio DIGILIO (PdI) Cons. e Vicepresidente cons. reg. Basilicata
  8. Fabrizio DI STEFANO (Pdl) Segretario del Consiglio Regionale Abruzzo
  9. Antonio FOSSON (misto) Assessore Regionale Valle d`Aosta
  10. Guido GALPERTI (Pd) Consigliere Regionale Lombardia
  11. Cosimo LATRONICO (PdI) Consigliere Regionale Basilicata
  12. Alfonso MASCITELLI (ldv) Consigliere Regionale Abruzzo
  13. Rosy MAURO (Lega Nord) Consigliere Regionale Lombardia
  14. Franco ORSI (PdI) Vicepresidente cons. reg. Liguria
  15. Francesco SANNA (Pd) Consigliere Regionale Sardegna
  16. Giancarlo SERAFINI (Pdl) Consigliere Regionale Lombardia
  17. Cosimo SIBILLA (PdI) Consigliere Regionale Campania
  18. Michele SOCCOMANNO (PdI) Consigliere Regionale Puglia
  19. Ada SPADONI URBANI (PdI) Consigliere Regionale Umbria 
  20. Paolo TANCREDI (Pdl) Consigliere Regionale Abruzzo

Non vorremmo che alla fine tutto si risolva in un polverone scaturito da una errata interpretazione delle leggi. L’articolo 122 non lascerebbe dubbi circa la possibilità di Azzollini di ricoprire il doppio incarico, ma potrebbero essere stati stabiliti dalla “Gunta delle Elezioni e delle Immunità Parlamentari” autonomi criteri restrittivi volti ad assicurare nella aule del parlamento la presenza di tutti i senatori e i deputati. Tutto questo anche a seguito della recente sconfitta del governo su alcuni provvedimenti, nonostante il rilevante numero di senatori di cui disponeva la maggioranza.

Una risposta a “Forse non saranno ASM e “quote rosa” a far cadere Azzollini, ma il suo stesso Presidente”

  1. doccordo stiamo in italia dove tutto è opinabile pero qualcuno dovrebbe rispondere a qualche domanda

    1) Perchè la Legge permette ad un Senatore della Repubblica di candidarsi a Sindaco in un Comune superiore a 20.000 abitanti e poi una volta eletto gli dice adesso scegli busta A o busta B. ????

    2 Perchè si elegge presidente di una Commissione del Senato un senatore che è già Sindaco e poi gli si dice troppi incarichi scegli busta A o busta B. ?????

    Personalmente ritengo che tutto resterà inalterato almeno per quasta Legislatura, ma mi aspetto sull’argomento una “Porcata” dal Ministro delle Seplificazioni.

I commenti sono chiusi.

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