“Follia perversa costruire nel Viterbese un deposito nazionale di rifiuti radioattivi”

Le osservazioni dell’AICS nazionale e provinciale, del Coordinamento nazionale bonifica armi chimiche e del Comitato per la riapertura della ferrovia dei due mari Civitavecchia Orte Terni Anconafonte:www.tusciaweb.eu

Riceviamo e pubblichiamo – La commissione ambiente nazionale AICS, il Comitato provinciale AICS Viterbo, il Coordinamento nazionale bonifica armi chimiche e il Comitato per la riapertura della Ferrovia dei Due Mari Civitavecchia Orte Terni Ancona, hanno inviato un documento dal titolo “Le intuizioni sono di fronte a me e prendono sempre forma articolata” riguardante le osservazioni rispetto la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.

Particolare ringraziamento lo dobbiamo a Dario Mazzalupi che ha curato lo studio e al gruppo di studiosi ed esperti che con lui hanno collaborato alla stesura del documento. Fra questi l’ing. Valeriano Bonuglia, il dott. Ugo Cristofari, l’arch. Maurizio Selli, il prof. Gabriele Bariletti, la dott.ssa Magdalena M. Pulwer, il dott. Gianluca Di Lauro, il dott. Rodolfo Ridolfi, l’ ing. Marco Rossi, il dott. Valerio Biondi, Vincenzo Ridolfi, Otello Marinozzi, il Centro Meteo per L’Etruria e Roma. 126 pagine di approfondimenti per dire no alla installazione del deposito di scorie radioattive individuate dalla SOGIN nel territorio e contrassegnate dalla sigla CNAPI VT 16 e VT12. Lo studio mette in risalto i motivi di esclusione dei siti individuati.

Sono stati così elencati i criteri di esclusione immediata, i criteri di approfondimento, altre osservazioni ed infine è stata redatta la matrice multicriteri.

Fra questi il fatto che le aree in questione interessano il bio distretto della Via Amerina e delle Forre. Insistono in gran parte sul comune di Corchiano, primo comune per raccolta differenziata della regione Lazio, che fa parte di uno dei più importanti distretti industriali della regione. Infine il territorio è per la produzione del nocciolo un’eccellenza italiana che va tutelata e migliorata rispetto le questioni ambientali. Costruire qui un deposito nazionale di rifiuti radioattivi rappresenta una follia perversa. Il comune di Corchiano è nella regione Lazio che per numero di abitanti è la seconda d’Italia.

Nella regione Lazio ci sono ben 10 aeroporti, di 2 di livello internazionale. Il porto di Civitavecchia è il secondo porto crocieristico europeo. Inoltre, poco distante dai siti proposti sono presenti i principali poli logistici del centro Italia di: Fiano Romano, Monterotondo, Passo Corese con i principali hub dei principali spedizionieri, della multinazionale Amazon e l’interporto di Orte.

Le aree VT-12 e VT-16 distano: – circa 42-50 km dalla nostra capitale; – 49 km dalla Basilica di San Pietro in Vaticano (VT-16); – 49,6 km dalla Quirinale, – 48,5 km da piazza del Popolo (VT-16); – 50 km dai principali ministeri pubblici dello stato italiano; – 4 km dal fiume Tevere che attraversa poi da est ad ovest tutta Roma. Distano appena 4,78 km dalla principale dorsale Nord-Sud dell’Italia: l’autostrada del Sole e 3,7 km dalla linea ferroviaria ad Alta Velocità Milano-Napoli. – dista dalla sorgente “Le Capore” (4,2 metri cubi al secondo) dell’acquedotto “Peschiera-Capore” 35 km (VT-16), gestito da Acea Spa e anche uno degli acquedotti più grandi al mondo per acque sorgive ed alimenta l’85% delle utenze della capitale.

Distano circa 24 km dal lago di Bracciano che alimenta l’acquedotto di Bracciano gestito da Acea Spa. Distano circa 17 km dal lago di Vico che alimenta gli acquedotti dei comuni di Ronciglione e Caprarola.

Il progetto di deposito indica una vita utile di 300 anni. In questo arco di tempo così lungo uno o più incidenti con fuoriuscita di materiale radioattivo sono altamente probabili. In questo caso le conseguenze per l’Italia potrebbero essere disastrose, con ampie zone ad alta densità abitativa, che potrebbero essere investite da radioattività persistente, con la principale via di comunicazione del paese Nord-Sud, che potrebbe risultare non agibile per lungo tempo e importanti acquedotti potrebbero essere compromessi. E’ soprattutto per tali motivi che nel resto d’Europa i depositi di rifiuti radioattivi sono stati posizionati in aree marginali, non certo nelle regioni più popolose.

Lo studio presentato dalle associazioni evidenzia l’assurdità della collocazione proposta dalla SOGIN di tale deposito in zone vulcaniche distando le aree indicate a breve distanza dal vulcano attivo “Colli Albani” e dal sistema vulcanico quiescente Cimini-Vico che presenta molte bocche eruttive, alcune sono a circa 3/4 Km dalle aree indicate contrariamente a quanto afferma la SOGIN. L’area del complesso vulcanico Vicano-Cimino è inoltre a tutt’oggi interessata da molte manifestazioni idrotermali che ci indicano che il sistema è dinamico ed in generale l’area vicana non ha ancora raggiunto un definitivo equilibrio.

Si è passato poi all’esame della sismicità, i fenomeni di fagliazione, così come osservati dall’ISPRA; il contrasto della proposta di collocazione del deposito con il Piano territoriale paesistico della regione Lazio e dei vincoli idrogeologici, paesistici, ambientali; il contrasto con il PTPR e con il documento “Piano di gestione del rischio di alluvioni” dell’autorità di bacino del fiume Tevere che evidenziano in queste aree rischi da frane e inondazioni. Le osservazioni contestano alla SOGIN lo studio del 2011 sul numero di residenti entro i 10 km delle aree in questione, perché datato e poiché non tiene in considerazione l’incremento demografico e le conseguenze che derivano dal trasporto di residuati radioattivi sulla viabilità ed infine perché la SOGIN inserendo le aree VT16 e VT 12 ha applicato la distanza di 1 Km .

Le aree indicate sono attraversate dalla Ferrovia ex Roma Nord interessata a lavori di ammodernamento e di raddoppio e tangenzialmente dalla ferrovia Civitavecchia Capranica Orte inserita nell’elenco delle ferrovie turistiche legge 128/2017 e nel piano della mobilità della regione Lazio per il ripristino al servizio Merci e viaggiatori. Pertanto è priva di fondamento l’affermazione della Sogin che questa ultima sia ormai dismessa.

Non si comprende per quale ragione la SOGIN non abbia prestato attenzione alla cartografia IGM 1:25.000, né alla mappa satellitare che conferma quanto già noto, né tantomeno alla Programmazione regionale vigente in essere come il PRMTL adottato dalla giunta, né alla normativa nazionale e alla citata legge n.128/2017, con riferimento alla ferrovia Civitavecchia-Capranica-Orte e allo “stato di cose presenti”, come la linea a gestione ATAC “Roma-Viterbo”. Quindi le osservazioni si soffermano sulla affermazione della SOGIN che nelle aree indicate la geotermia non sia interessante per lo sfruttamento industriale, in quanto in queste sono state rilasciate concessioni per trivellazioni. E’ noto anche che le trivellazioni profonde e la stimolazione dei bacini geotermici causano fenomeni di sismicità indotta (NOTA: fonte INGV).

Inoltre vicino all’area VT-16 a poca distanza ci sono le seguenti aziende classificate ad incidente rilevante (art. 15 D.Lgs 334/1999): Orte, codice Ministero NL047, Sapio produzione H-O srl ; Civita Castellana, codice Ministero NN054, Fabrica Romana Esplosivi srl; vicino al VT-16 è presente il centro nazionale di compressione del gas metano Snam nel comune di Gallese, posto proprio sul Rio Fratta e che rappresenta un pericolo molto serio per tutta l’area limitrofa.

Le osservazioni ai criteri di approfondimento hanno posto poi in risalto aspetti quali: le condizioni meteo climatiche e gli eventi estremi, i parametri chimici del terreno e delle acque di falda, la biodiversità e protezione degli habitat, le produzioni agricole di qualità e tipicità e i luoghi di interesse, la disponibilità di vie di comunicazione primarie e di trasporto, la presenza di infrastrutture critiche rilevanti e strategiche.

Inoltre sono state esaminate le emissioni sonore, aircraft crash, il piano di assetto del bacino idrografico del Tevere, la valutazione d’impatto ambientale, sanitaria e d’incidenza, le leggi sui rifiuti di alta attività e quindi sono stati espressi dubbi sulla costituzionalità delle scelte e dell’art 27 del Dlgs 31/2010.

Raimondo Chiricozzi

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