Foggia, tabaccaio ucciso in rapina: 5 persone arrestate dopo 5 mesi, anche un minore

La polizia di Foggia ha arrestato 5 persone gravemente indiziate, a vario titolo, di omicidio, rapina, furto, ricettazione, incendio e favoreggiamento. Le indagini, coordinate dalla Procura e dalla Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Bari, hanno accertato che i reati sono stati commessi in occasione dei fatti accaduti il 17 settembre 2020 nel bar – tabaccheria “Gocce di Caffè”, a seguito del quale è deceduto Francesco Paolo Traiano, titolare. Sono tutti giovanissimi, e tra loro c’è anche un minorenne.  

Sarebbe stato il minorenne arrestato, che ha 17 anni, la persona che ha materialmente inferto le coltellate al volto che hanno ucciso Francesco Traiano, il titolare del bar «Gocce di Caffè» a Foggia morto il 9 ottobre scorso dopo essere stato gravemente ferito nella rapina compiuta nel suo locale il 17 settembre. Dei cinque giovani arrestati dalla polizia, quattro sono in carcere il 17enne, i 21enni Antonio Pio Tufo e Christian Consalvo, e Antonio Bernardo di 24. Mentre i domiciliari sono stati concessi a Simone Pio Amorico, di 22 anni. I cinque sono stati arrestati su ordinanze di custodia cautelare de Gip del tribunale di Foggia Armando Dello Iacovo e del tribunale per i minorenni di Bari Patrizia Famà: sono accusati a vario titolo di omicidio volontario (il minorenne), concorso anomalo in omicidio (Consalvo, Tufo e Bernardo) e furto, rapina e incendio dell’auto, mentre Amorico solo di favoreggiamento. 

Stando alla ricostruzione degli inquirenti quel pomeriggio il 17enne, Tufo e Bernardo hanno fatto irruzione nel locale, mentre Consalvo è rimasto fuori alla guida dell’auto. I tre erano tutti a volto coperto con passamontagna e solo il 17enne impugnava un coltello. «Il minore spalleggiato da Bernardo – ricostruisce il pm Rosa Pensa della Procura di Foggia – si è avventato sulla vittima colpendola ripetutamente al volto e continuando a sferrare calci anche quando Francesco Traiano si è accasciato al suolo». Nei momenti di concitazione – ricostruiscono gli investigatori – Tufo ha scaraventato contro un dipendente del bar un posacenere. Arraffato il bottino sono fuggiti a bordo della Fiat Punto rubata il giorno prima a Foggia. Due dei rapinatori Bernardo e Tufo sono scesi immediatamente dal veicolo, mentre gli altri due, ovvero il 17enne e Consalvo hanno abbandonato l’auto in una zona di campagna e le hanno dato fuoco venendo poi prelevati da Amorico a bordo di un’altra auto. Nel corso delle intercettazioni i poliziotti hanno evidenziato che gli indagati ridevano ed erano preoccupati di come spendere i proventi della rapina: c’è chi pensava di fare un tatuaggio, chi invece una vacanza. «Le immagini delle telecamere di sicurezza mettono in evidenza che il 17enne impugnasse l’arma mentre faceva irruzione nel bar ed era pronto ad utilizzarla», ha dichiaro il questore di Foggia Paolo Sirna.

«Ho provato una sensazione inspiegabile: di libertà, di giustizia. Finalmente è stata fatta giustizia per un povero lavoratore che ha dedicato la sua vita al lavoro. Mio zio, da oggi, riposerà in pace». Sono le prime parole di Alfredo Traiano, nipote di Francesco il titolare del bar «Gocce di Caffè», morto il 9 ottobre scorso dopo essere stato gravemente ferito durante una rapina compiuta qualche settimana prima nel suo bar. Stamani la polizia ha arrestato 5 giovani, tra cui un minorenne. «Non è ancora detta l’ultima parola – aggiunge Alfredo Traiano che oggi gestisce il bar appartenuto allo zio – bisogna attendere il processo che è la parte più dura che ci sia in Italia». Stamani la polizia dopo aver compiuto gli arresti – racconta il giovane – è passata davanti al bar. «È stato un segnale per dire: questo posto, il nostro bar, è stato riscattato dallo Stato – afferma Trainano». “Oggi non vorrei dire nulla ai 5 ragazzi arrestati – conclude Alfredo. Oggi vorrei solo guardare negli occhi mio zio».

«Questo episodio mi ha scosso per due elementi in primis l’efferatezza della rapina, poi l’assurdo destino che ha colpito la famiglia Traiano: Giovanna, sorella della vittima venne assassinata a febbraio del 2003 con un colpo di pistola alle tempie dall’ex marito». Lo ha sottolineato il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, commentando i 5 arresti compiuti questa mattina dalla polizia per l’omicidio di Francesco Traiano, il titolare del bar morto a seguito delle gravi lesioni riportate durante una rapina avvenuta il 17 settembre scorso nel suo locale.
«Rivolgo un messaggio a tutti i minorenni – ha aggiunto – non fatevi deviare da queste strade da queste azioni criminose che rovinano la vita. Riflettete e collaborate, mi rivolgo a tutti coloro che hanno sbagliato». «Ed infine – ha detto ancora – ribadisco l’importanza della video sorveglianza in città. È uno strumento investigativo assolutamente fondamentale, ma non viene incrementato perché c’è qualcuno che anche all’interno dell’amministrazione rema contro».
Secondo il questore di Foggia Paolo Sirna, «oggi è un giorno importante per tutta la cittadinanza» anche se, sottolinea, «nel corso delle indagini è mancata proprio la collaborazione da parte dei Foggiani». A quanto si è appreso, i familiari dei 5 indagati e le loro stesse fidanzate erano a conoscenza di quanto compiuto dagli arrestati ma nessuno si è rivolto alla polizia. Il pm della procura di Foggia Rosa Pensa ha evidenziato che nei cellulari degli arrestati c’erano foto scattate poco prima di compiere la rapina.

«Sapere che un delitto così feroce e odioso, come quello che ha sconvolto Foggia appena cinque mesi fa, non solo non rimane senza conseguenze ma viene ricostruito senza risparmio di mezzi e di uomini, come testimonia il puntiglioso resoconto delle indagini condotte, diffuso oggi dalla Questura di Foggia, rafforza tutti nella convinzione che la legge può vincere sulla violenza e sulla sopraffazione». Lo afferma il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, con riferimento ai cinque arresti per la rapina del 17 settembre 2020 al bar-tabaccheria ‘Gocce di Caffè’ di Foggia durante la quale fu ferito il giovane titolare Francesco Traiano che morì dopo alcuni giorni. «La morte di Francesco – conclude l’assessore – deve avere giustizia e speriamo che, anche con le doverose garanzie assicurate dal processo che si aprirà, non sia sottratto il grande valore di speranza che gli arresti di questa mattina hanno diffuso in tutte le persone perbene».

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