fonte: http://bari.repubblica.it – di MARIA GRAZIA FRISALDI
Una villa ricca – Villa Faragola, appunto – di cui è stata finora documentata soprattutto la fase tardoantica (IV-VI secolo dopo Cristo). Di particolare pregio, gli ambienti della cenatio, dove è possibile ammirare lo stibadium, il divano in muratura per il banchetto, ma anche tre tappeti in opus sectile, inseriti nella pavimentazione marmorea. A maggio dello scorso anno furono restituiti alla città i mosaici recuperati negli ambienti di quella che doveva essere una palestra all’interno della residenza.
Tutto questo ora è stato compromesso. Sconvolto l’archeologo Giuliano Volpe, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici: “E’ un disastro. Forse sono stati usati esplosivi per far saltare la copertura, che è ignifuga. Sembra roba da professionisti”, ipotizza a caldo Volpe, benché gli accertamenti tecnici di vigili del fuoco e carabinieri non abbiano riscontrato, al momento, tracce di liquido infiammabile o inneschi. “E’ stato provocato un danno enorme. Forse irreparabile”, continua l’archeologo. “Le notizie sono sconfortanti: i marmi della cenatio sono cotti, calcinati per il calore, i mosaici danneggiati e le strutture murarie distrutte”.
Nell’incendio sono andate completamente distrutte la copertura e le passerelle lignee realizzate in loco, opera di anni di lavoro e di finanziamenti della Regione, di Arcus e poi del ministero. “Sono andati in fumo interventi per 3 milioni di euro, senza calcolare i costi di progettazione e realizzazione, mentre non sono valutabili i danni alle strutture archeologiche e al patrimonio culturale”. A detta di Volpe sono stati cancellati “14 anni di scavi, di ricerche, di lavoro sul campo. E di progettazione per quello che doveva essere un modello di musealizzazione per uno dei parchi archeologici considerati più importanti in Italia. A chi dava fastidio un sito come Faragola?”, si chiede.
Volpe conclude: “Da alcuni mesi il cantiere era stato sospeso in attesa della ripresa per il completamento del terzo lotto dei lavori di sistemazione, con le installazioni multimediali, il percorso di visita, lo spazio informazioni, il laboratorio didattico per i bambini. Purtroppo è la conferma che quando un sito è lasciato senza una gestione, senza controlli, senza un uso quotidiano diventa la classica ‘terra di nessuno’ in cui è facile che i delinquenti o i vandali operino indisturbati”.