Sorvegliati speciali saranno i dentisti. Sospette le dichiarazioni sotto i 47mila euro. Il reddito sarà confrontato con il numero di pazienti, cui verranno chieste le fatture
di FRANCESCA RUSSI – bari.repubblica.it
Fuori dagli studi medici in borghese. La guardia di finanza ha escogitato una nuova strategia per stanare gli evasori. I militari svolgeranno dei veri e propri appostamenti all’esterno degli studi professionali e degli ambulatori medici per studiare il flusso di pazienti e confrontarlo con i redditi dichiarati. Perché, è il ragionamento che fanno gli 007 del fisco, se un medico dichiara 30mila euro all’anno ma riceve venti pazienti al giorno, c’è qualcosa che non va. Non solo. I finanzieri senza divisa potranno fermare i pazienti e, eventualmente, chiedere loro la fattura dello specialista. Certo, il paziente potrà dire che è passato dal medico solo per un controllo di routine o per fissare un appuntamento e che dunque non ha la fattura perché non ha pagato. Questo però, obiettano gli investigatori, può succedere per due-tre persone ma non per tutte. Ecco allora come smascherare il medico-evasore.
L’iniziativa dei finanzieri baresi in realtà non è un’idea nuova. In molti casi i militari, insospettiti da flussi finanziari anomali e incongruenze tra tenore di vita e dichiarazione dei redditi, hanno già utilizzato la classica tecnica dell’appostamento in borghese per trovare i furbetti del fisco. Si sono piazzati per strada e hanno osservato i movimenti, annotando chi entrava e chi usciva dal portone dello studio medico. Il flusso dei pazienti è stato uno degli indicatori principali di anomalia. È successo per esempio a Castellana Grotte dove la guardia di finanza della compagnia di Monopoli ha stanato un ortopedico nullatenente. Da anni il professionista non presentava la dichiarazione dei redditi. Eppure esercitava l’attività di traumatologo in uno studio privato. Sono scattate così le indagini, i militari hanno analizzato le movimentazioni bancarie e hanno notato movimenti non congruenti con il reddito dichiarato. C’erano versamenti, fatti sul conto corrente del professionista specializzato in medicina dello sport, da parte del Coni. Soldi che derivavano dal pagamento delle parcelle. Cifre però mai dichiarate al fisco. I finanzieri sono poi passati ai controlli sul campo per ricostruire il volume d’affari del medico e hanno monitorato i movimenti davanti allo studio del professionista. Per sette anni aveva fatto visite specialistiche senza mai rilasciare ai pazienti la fattura. Al termine dei controlli sono stati recuperati a tassazione oltre 700 mila euro, quali compensi non dichiarati e 50 mila euro ai fini del recupero dell’Iva.
Sorvegliati speciali nel 2012 saranno soprattutto i dentisti. Secondo i dati 2010 pubblicati qualche settimana fa dal Dipartimento delle Finanze sono loro i potenziali evasori: i redditi medi dichiarati dagli odontoiatri sono di 47mila e 700 euro lordi. Decisamente bassi. Si salvano invece i notai, costretti a dichiarare tutto, che vantano un imponibile lordo anno di 310 mila euro. Seguono i farmacisti con 109 mila euro, i medici con 68 mila euro di imponibile lordo e i consulenti finanziari con 38 mila euro. Nel mirino dei controlli c’è soprattutto il “popolo delle botteghe”, dal droghiere al parrucchiere, dal negozio di abbigliamento alla lavanderia, che resta inchiodato ad un imponibile medio annuo di 19 mila 500 euro annui. Tra i 7.000 e i 14 mila euro annui di imponibile lordo si piazzano invece i commercianti di abbigliamento e calzature, gli orafi, i negozi di alimentari, le agenzie di viaggio, gli albergatori, gli acconciatori, i bar. Cifre forse troppo basse e sospette. Per questo le ispezioni fiscali della guardia di finanza di Bari a gennaio si sono concentrate in particolare sui bar, sui ristoranti e sulle pizzerie che non emettono scontrini e ricevute. Nel primo mese dell’anno sono state già emesse oltre cinquanta sanzioni amministrative nei confronti dei commercianti “infedeli” al fisco: macellerie, pizzerie, bar e fruttivendoli di tutti i quartieri del capoluogo pugliese. Alla terza multa arriva la proposta di chiusura dell’esercizio commerciale: guardia di finanza e Agenzia delle Entrate sono a lavoro per proporre la chiusura di decine di attività che avrebbero violato troppe volte la disciplina fiscale.